Chapter 16

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Sophia's POV

"Ti consiglio di stare qui per qualche giorno, finché James non si rimetterà del tutto." dice mia madre, mentre apre la porta di casa.

"Grazie mamma." annuisco, anche se non vorrei stare qui.

Vorrei stare sola, senza che nessuno venisse in camera a disturbarmi.
Ho bisogno di capire cosa mi sta succedendo.
Quando ero innamorata di Tom, non facevo tutte queste scenate di disperazione.
Con James è tutto diverso e ho capito che anche se è scontroso, arrogante ed è un antipatico di prima categoria, so che nasconde un lato dolce e protettivo.
Non è proprio la composizione del suo corpo che mi attrae, ma è proprio il suo modo di vedere il mondo e la sua antipatia.
Quella sua arroganza che ti fa uscire fuori di senno, ma se lo fa è proprio perché vuole farti capire come comportarti durante una missione.
Come comportarsi? Semplice: devi stare attenta ed essere rapida nei momenti.
Ovviamente devi avere i tuoi oggetti a portata di mano,  perché ti aiutano a superare la missione.
Sono come degli oggetti bonus durante una partita ai videogames.
Prima di salire in camera, bevo un'intera tazza di caffè.
So che è troppo, ma ho bisogno di riprendere le forze dopo lo shock.
Noto che sul tavolo vi è situato un pacchetto di sigarette; sicuramente sono di mia madre, visto che lei, non so per quale motivo al mondo, ama uccidere i polmoni.
Non amo il fumo, ma quando sono nervosa, qualche tiro lo faccio volentieri, anche se poi me ne pento.
Prendo furtivamente il pacchetto e salgo in camera.
Chiudo la porta e presa dalla tentazione, mi avvicino alla finestra accendendo la prima sigaretta.

James' POV

Sbatto lentamente le palpebre, acquisendo finalmente la coscienza.
Mi trovo in una stanza totalmente bianca e monotona.
Ci sono dei letti vicino e di fronte a me, con delle persone che stanno sopra di essa.
E non si capisce se stanno dormendo, o sono in stato di coma, o stanno addirittura attraversando l'aldilà.
Noto che sull'avamambraccio sinistro vi sono una flebbo che mi sta offrendo dell'acqua all'interno del corpo, un grande cerotto bianco sul fianco sinistro e una cannulla nelle narici che mi permette di respirare meglio.
Mi rendo conto solo adesso che mi trovo nell'ospedale.
Non riesco a muovermi, sicuramente sono stato così tanto in coma che i miei muscoli si sono addormentati.
Riesco a malapena a muovere gli occhi, roteandoli in ogni angolo della stanza.
Entra una dottoressa, una donna dai capelli castani raccolti in una piccola coda posta in alto, con un vestito attillato nero a bratelline fine, ma sono coperti da un camice bianco.
Credo che per questo lavoro, sia vestita un pò troppo sexy.

"Come ti senti?" dice porgendomi una tazza di caffè.

"Meglio. Un po' intontito, ma meglio." dico facendole notare che non riesco a muovermi.

Si siede accanto a me, pioggiando la tazza di caffè sulle mie labbra e inghiottisco il liquido a piccoli sorsi.
"Ricordi quel che è successo?" dice afferrando poi una torcia, puntando la luce nei miei occhi.

"Sì, ricordo tutto. Sono stato colpito da un proiettile."

"Di che tipo di arma?"

"Pistola."

"Ricordi di che marca è?"

"Non esattamente, ero al buio."

"Capisco.. È scoppiata una rissa tra te e questo individuo?"

Vorrei poter dire la stessa cosa, ma no.
Non è una rissa qualsiasi, stavo salvando l'intero edificio da una banda di cani con a capo lui.
Quell'individuo da quattro soldi che meriterebbe solo le disgrazie di questo mondo.
Anche se non riuscirò a muovermi, giuro che lo cercherò fino a capo al mondo per strozzarlo con le mie stesse mani.
A proposito, e se non riuscirò più a muovermi? Se rimanessi paralizzato tutta la vita? Come farò a concludere la missione insieme a Sophia?
Sophia, ora mi viene in mente lei.
È riuscita a salvarsi? A scappare da Tom? E se ci è riuscita, è venuta almeno a trovarmi?
Spio dalla finestra difronte a me, ma vedo che sulla panchina in corridoio non c'è nessuno.
Lo sapevo.
Sapevo che se ne sarebbe fregata ed è scappata a gambe levate a casa.
Non so perchè, ma la sua presenza mi interessava.
Sento un colpo sul ginocchio destro, ma non sento dolore.

"Hai sentito qualcosa?"

"Solletico."

Prova la stessa azione sull'altra gamba, ma stavolta il dolore lo sento.
Lancio un piccolo ansimo di dolore e la dottoressa se ne accorge.

"Questa gamba è addormentata. Dovrai camminare con le stampelle."

Sgrano gli occhi dall'incredulità della situazione.
Per me è la fine dello spionaggio.

"Ma tranquillo, non è una paralisi. Sei stato così in coma che il sangue non scorreva bene. Poi devi calcolare che hai perso molto sangue da quello sparo, è stato difficile rianimarti. Dovrai tenerle solo per cinque giorni, giusto il tempo per far sì che il sangue di riproduca."

Emetto un sospiro di sollievo, quando la dottoressa mi sorride.
Ricambiando il sorriso, mi sollevo con il busto aiutandomi con le mani.

"Vado a prenderti le stampelle. Comunque abbiamo lavato i tuoi vestiti, ma troverai un buco sulla maglietta bianca."

"Non si preoccupi."

Prima di uscire dalla stanza, la dottoressa mia aiuta a cacciare la flebbo e la cannula.
Una volta che se n'è andata, decido di sforzarmi ad alzarmi.
È difficile: la gamba destra non mi funziona per niente e ora non so come alzarmi del tutto o vestirmi.
Mi infilo faticosamente i pantaloni e le calze e infine metto la maglietta e la giacca.
Entra la dottessa con le stampelle e mi aiuta ad alzarmi tirandomi su dalle spalle.
Prendo le stampelle e comincio a camminare faticosamente verso la porta, saltando da un piede.

"La ringrazio di tutto."

"Di nulla tesoro, è il mio lavoro." dice strizzando l'occhio destro.

"Ha percaso visto Sophia?"

"Sophia? Quella ragazza impazzita che ha cercato di entrare nella stanza di rianimazione e ha anche tentato di ferire un ragazzo giu in cortile?"

Non credo alle mie orecchie: Sophia che prende a sberle un ragazzo fino a farlo cadere per terra con tanti lividi.

"Come? Ha picchiato un ragazzo?"

"E non solo. È venuta sua madre a prenderla e vedendo la scena, l'ha trascinata fino alla macchina, mentre lei urlava insulti ed imprechi contro questo ragazzo."

Tom è venuto in ospedale.
Perché? Cosa voleva fare? Voleva uccidermi?
Mi sorprendo di Sophia che l'abbia picchiato ed urlato in faccia davanti a tutti.
Me la sono sempre immaginata tonta, ma non aggressiva.
Ma poi perché si è comportata così? È una ragazza a modo e non fa male neanche ad una mosca.
E poi di me non gliene mai importato nulla, quindi perché reagire così?
Ci tiene a me e non me l'ha detto? Misteri della vita.

"Va bene, grazie mille dell'informazione. Ora vado a casa." dico accennandole un sorriso.

Per non so quale motivo al mondo, sono contento che nonostante tutto Sophia sia venuta a trovarmi.
E di aver picchiato Tom per me.

LIES // James Maslow Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora