James' POV
8 ottobre, domenica: giorno della perquisizione dell'Università, il che vuol dire dare una lezione ai cagnolini del Signor Trinket.
Quanto vorrei che un nemico si potesse eliminare in una manciata di secondi.
Peccato che siano furbi e hanno le loro armi e quindi richiede molto più tempo per annientarli.
A questo povero disgraziato, Trinket, gli stiamo dando la caccia da più o meno sette anni, ma noto che non si fa prendere facilmente.
Ed io mi chiedo: come ci riesce?
Insomma, come fa ad essere così ingegnoso e furbo da non farsi catturare?
Trinket è come un topolino, è veloce e ha sempre qualche posto in cui rifugiarsi.
Come tutte le spie, le povere teste di rapa come lui hanno una torre di controllo per appunto controllare tutte le strade della città ed intervenire in caso di emergenza.
Vi starete sicuramente chiedendo: James, ma anche tu hai una torre di controllo, come puoi non sapere dov'è la sua?
Semplice, non si da dov'è.
Noi spie o gente furba come quell'essere non lo gridiamo a tutto il mondo dov'è posizionato, non siamo mica stupidi.
E poi è una faccenda tra agenti segreti, quindi nessuno lo sa, nemmeno l'ufficio postale della città.
Infatti ci facciamo mandare i pacchi o gli articoli in generale nelle nostre case.
Pensandoci su, potrei chiedere alla polizia la localizzazione della sua torre, basta solo riferire il nome.
Potrei anche cercare queste informazioni dal computer, ma è più vecchio della prima scoperta del fuoco.
Io che sono una spia, dovrei avere oggetti ad alta tecnologia, ma sono una di quelle persone che non butta via mai niente.
Però pensando ai tapis roulant ed il computer, sto avendo qualche ripensamento.
Faccio scivolare la tazza del caffè nel lavandino e decido di entrare nella camera di Sophia per svegliarla.
Sono le 6:30 e dorme sul mio letto, russando peggio di un motorino che non parte più.
Cos'avrà fatto di così stancante durante la notte?
Sono indeciso se svegliarla o farle uno scherzo, ma preferisco la prima opzione; non vorrei sentire le sue urla strazianti peggio di una ragazza posseduta dal demonio alle 6.30 del mattino."Sophia, alzati." dico mentre la scrollo.
Non risponde.
Riprovo, ma stavolta alzo di più il tono della voce."Sophia, alzati."
Niente, sembra morta sul letto, facendo caso alla bocca semi aperta e russa ancora più forte di prima.
Ma è un essere umano o un animale?
Ho la brillante idea di prendere il cuscino accanto a lei e colpirla sul viso, nella speranza che si svegli sul serio.
Afferro il cuscino e glielo sbatto in faccia una, due, tre volte.
Alla quarta, ricevo uno schiaffo sulla guancia sinistra facendo ruotare la mia testa di novanta gradi a est.
Mi lamento del dolore e finalmente Sophia apre gli occhi.
Oh bene, io cerco di svegliarla e questo è il mio ringraziamento."Cosa è successo?" dice Sophia mentre è in uno stato di dormiveglia.
"Mi hai appena tirato uno schiaffo." dico toccandomi la guancia ormai diventata rossa e gonfia.
"Oh davvero?" dice mentre si alza con il busto, ancora intontita. "Scusa, è stato involontario. Stavo sognando."
"Bene, allora smetti di sognare e vai a cambiarti, dobbiamo essere veloci oggi."
Di scatto, si alza dal letto e mi trascina fuori dalla mia camera.
Giusto, lei è una ragazza e deve avere la sua privacy.
Non posso vederla con l'intimo addosso.
Oltretutto nella mia camera.
Intanto vado nella camera degli ospiti e indosso una camicia bianca, pantaloni neri attillati e avvolgo le mie braccia nella giacca nera anch'esso un po' attillata.
Aspetto che Sophia esca viva dalla mia camera, visto che si sta preparando più o meno da venti minuti.
Finalmente esce e ci dirigiamo subito nella mia macchina."Perché voi donne ci mettete così tanto a vestirvi?"
"Perché dobbiamo essere belle in qualsiasi momento." dice mentre indossa gli occhiali dalle lenti scure. Servono in un certo senso per non farci riconoscere, ma alla fine non serve a nulla.
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LIES // James Maslow
Fanfic[Scena tratta dalla storia.] James' POV "Stai bene?" mi chiede lei balbettando. "Si." quei suoi occhi sono così verdi che mi ipnotizzano. "E tu?" "Si, sto bene." accenna un sorriso, quando ricomincia a guardarmi come prima. Ad un tratto le nostre...