Chapter 17

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James' POV

Esco dall'ospedale e da lontano noto che sulla mia macchina vi è incastonato un foglietto giallo al tergicristalli.
Leggo attettamente e mi rendo conto che si tratta di una contravenzione da $700 per aver parcheggiato in doppia fila e per eccesso di velocità.
Sicuramente l'avrà utilizzata Sophia per venire qui.
Sa che le multe esistono vero?
E poi sono solo andato in ospedale, non sono mica morto.
Ma con quale permesso ha usato la mia macchina?
Infondo la capisco, è venuta per me e ne sono grato, ma la macchina è anche mia e non ho $700 da spendere inutilmente.
Prendo il foglietto tra le mani e impreco a bassa voce.
Entro nella macchina e la prima cosa che faccio, è andare da Sophia.
Probabilmente sarà a casa sua, sapete, non è da lei stare tutta sola in montagna.
Anche se lei dice sempre di essere un lupo solitario, la vedevo sempre che se la spassava con Matilde e il suo caro ex ragazzo Tom.
Ma quanto è bello chiamarlo ex ragazzo? Sono felice per lei che ha capito finalmente chi è realmente quel verme schifoso.
Anche se alla fine è merito mio, perché sono stato io ad aprirle gli occhi.
Volevo farle capire che certe persone è meglio evitarle che frequentarle.
Farei di tutto per proteggerla.
Ma che sto dicendo? Non direi mai cose del genere su Sophia.
Perché a me non piace e tanto meno mi interessa.
È solo una di quelle ragazze in cui le tratterò bene durante la missione e poi ciao, arrivederci, chi si è visto, si è visto.
Premettendo che non sono un puttaniere o robe simili, perché non mi porto a letto la prima che mi capita, ma lei è così stupida che anche Tom l'aveva capito.
Ma oltre a questo, credo di volerle bene infondo.. Okay, oggi non è giornata, mi hanno drogato durante l'anestesia.
Decido di chiamare sua madre e così immetto il suo numero e il telefono inizia a squillare.

"Pronto? James?"

"Salve!"

"Oh James, tesoro! Come stai adesso?"

"Bene, devo portare le stampelle per diversi giorni, ma del resto sto bene."

"Oh, mi dispiace così tanto. Ed ora dove sei?"

"Sono vicino casa vostra. Intuivo che Sophia è qui."

"Oh, ti apro la porta!"

Stacco il telefono e parcheggio la macchina così male, che occupo due posti in doppia fila.
La mamma mi aiuta a prendere le stampelle dallo sportello posteriore e io mi aiuto ad alzarmi toccando ogni angolo dello sportello anteriroe aperto.
La madre mi prende da un braccio e mi porge le stampelle.

"Posso farti una domanda?"

"Certo."

"Come hai fatto a guidare se hai detto che hai bisogno delle stampelle per camminare?"

Sgrano gli occhi davanti alla porta d'ingresso ripensando alla scena.
Ecco perché tutti imprecavano dietro i vetri delle loro macchine e frenavano ogni volta che passavano davanti.
Ed ecco perché ho parcheggiato ora in doppia fila.
Non posso crederci, sono mezzo disabile e ho guidato una macchina. Per Sophia.
Perfetto, sono altri $700 da spendere.
Mi giro verso la madre e annuisco sorridendole.

"Ed io che ti credevo più sveglio di Sophia."

"Già.."

"Però mi soprende, sai? Avendo un problema alle gambe, hai guidato per venire qui, da Sophia. Non è che sotto sotto.." la madre mi guarda maliziosamente e gesticolando con le mani, mi fa capire che lei pensa che io mi sia innamorato di Sophia.

"No!" dico alzando il dito indice per contraddire. "No." decido di calmarmi.

"Okay, per chiedere." dice ridacchiando.

Entriamo in casa, ma noto che Sophia non è nel salotto o in cucina.
Dove si sarà cacciata?

"Se cerchi Sophia, è in camera."

"Ah okay, allora vado." dico accennandole un sorriso.

"Comunque credo che si sia affezionata a te."

Mi volto verso di lei, ma non rispondo.
In teoria non so davvero cosa dire, sono così confuso che dopo essere uscito dal coma, la prima persona che ho pensato è lei.
Ma cosa sta prendendo a tutti e due? Perché ci vogliamo così bene se fino a qualche tempo fa ci strappavamo i capelli da tutto quell'odio che provavamo reciprocamente?

Sophia's POV

È la mia quarta sigaretta oggi ed ora mi sento uno schifo puzzando di fumo e sentendo i miei polmoni soffocare.
Ma non mollo, sono così nervosa che fumerei anche tre pacchetti da venti.
Mi sento uno schifo pensando alle condizioni di James, che è lì in quello ospedale monotono con la flebbo sul braccio e con la cannula tra le narici.
Ed è tutta colpa mia.
Invece di stare nascosta, dovevo aiutarlo ad aggredire quegli uomini e forse Tom non l'avrebbe sparato, ed avrebbe sparato me.. Perché sinceramente me lo meritavo.
Pensandoci, mi partono i singhiozzi e sento la gola stringersi.
Mi sento soffocare, anzi morire.
Non so se è la sigaretta che fa questo effetto o pensare allo sparo di James.
Dopo aver dato un altro tiro e aver disperso il fumo nel cielo, osservo attentamente la sigaretta.
Ma perché sto fumando? Per quello che è accaduto o per James.
I miei pensieri si interrompono sentendo una voce provenire da dietro la schiena.

"Sí, però la sigaretta la butti, grazie."
Dice quando mi prende la sigaretta e la butta nel giardino di cui affacciamo.

"James, non è il momento adatto." un momento, non ci posso credere. "James!" dico voltandomi ed urlandogli in faccia. "Io.. Tu.. Cos.. Cosa.. Ci.. Ma tu eri.. Ma io.." sono così elettrizzata che non trovo le parole adatte.

"Non stai parlando con uno spirito, sono ancora vivo." dice ridacchiando.

"E quelle stampelle?"

"Le dovrò tenere per un pò, ho un problema alla gamba destra."

"Ah.. Io.. Tu non mi hai visto fumare."

"Cosa? No, tu non hai fumato. Hai semplicemente maneggiato una sigaretta e poi portarla in bocca soffocando i tuoi polmoni, ma non hai fumato alla fine."

Roteo gli occhi in ogni angolo della camera, ma ad un tratto sento un qualcosa che preme sulle mie spalle.
Erano le sue mani e lui mi guarda fisso negli occhi.

"Non lo fare mai più."

"Io ero nervosa, ecco.."

"Ssh." mi zittisce emettendo quel rumore in mezzo ai denti.

"Tu non fumerai, non voglio che ti rovini per me. Intesi?"

"Intesi."

"Ah, la multa da $700. Sai, hai guidato la MIA macchina a tutta velocità. Me la devi pagare." dice sorridendo. Odio quel sorriso da stronzo.

"Avrei preferito fumare."

"Eh va bene, ciascuno mette la metà!" dice alterandosi.

"Anche se sei stato via mezza giornata, mi mancava la tua incazzatura improvvisa." dico volgendo uno sguardo timido.

"E a me mancava.." si interrompe quando si rende conto che sta per dire la pura verità. "Andare a casa."

"Oh capisco." dico ridacchiando. "Allora, andiamo a casa?"

"Sì, insieme."








LIES // James Maslow Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora