James' POV
Gli uomini di Trinket avanzano di ogni passo per avvicinarsi a noi e prenderci di sorpresa.
Li trovo ovunque:avanti, dietro, a destra e a manca.
Si è formato ora.
Io e Sophia ci troviamo schiena contro schiena osservando tutti i nostri avversari, mentre lei aspetta un mio segnale per attaccarli.
Quando mi rendo conto che siamo tutti immobili a scrutare i nostri movimenti, do finalmente il segnale."Ora." urlo mentre mi distacco dalla sua schiena.
Inizio a colpire il primo uomo che ho di fronte, sferrandogli un pugno in pieno viso facendolo cadere per terra.
Il secondo viene scaraventato al muro dopo averlo riempito di pugni sulla pancia e poi preso da un braccio con tutta la forza che Dio mi ha dato.
Mentre il terzo è così idiota cercando di affermarmi le spalle, ma in tempo mi abbasso piegando le gambe e lui cade per terra con tutto il peso del suo corpo."Ti rendi conto che ti sei fottuto da solo, amico?" gli affermo anche se so che non risponderà mai.
Ad un certo punto vengo preso di spalle e poi scaraventato per terra.
L'uomo sopra di me cerca di puntarmi il fucile laser sul collo per farmi fuori, mentre io blocco le sue braccia con le mie mani.
In quel momento entro in panico.
Per qualche attimo mi torna in mente il giorno in cui sono stato sparato, quel giorno in cui si pensava che Sophia se ne fosse altamente fregata di me quando era lì sulla panchina che stava aspettando mie notizie.
Non so per quale ragione, ma questo pensiero mi da la forza di portare le ginocchia al petto e dargli un calcio con entrambi i piedi sullo stomaco.
Balza in aria, ma ricade giù come se fosse un cane appena bastonato.
Prendo il fucile laser e lo punto sulla sua fronte."Non lo fare!" dice impaurito portandosi le mani davanti al viso.
Inizia a singhiozzare, ma visto che a me queste scenette tragiche non fanno né caldo e né freddo, inizio a stringere il grilletto con un dito.
"Ti prego, non volevo nemmeno essere suo schiavo. Mi ha costretto e manipolato. Ho una moglie e due figli, ti prego!" urla con voce tremante cercando di proteggersi il viso.
"Avresti dovuto pensarci prima, caro mio, ma ora hai secondi contati." sto per premere il grilletto quando una voce femminile mi distrae.
"James, non farlo." dice Sophia con uno sguardo serio.
"Ma sei pazza? Stava cercando di uccidermi prima."
"Non sa nemmeno quello che sta facendo, è manipolato."
"Non gli credo più di tanto. Ho sempre avuto a che fare con persone che si sono approfittate della loro situazione famigliare per apparire deboli alla vista di chi gli sta di fronte, e francamente odio gente così." dico mentre abbasso lo sguardo verso lui. "Quindi preparati a morire."
"James, tu non vuoi uccidere lui, tu vuoi uccidere Trinket. E se devo essere sincera, ti stai proprio comportando come lui. Vuoi davvero uccidere una persona che gli a stato un completo lavaggio del cervello e forse anche drogato?" dice mentre sferra un pugno ad un uomo che si trova alle sue spalle.
"Tu non ne capisci niente." dico accennando un sorriso.
"Potrei non capirne, ma so quando una persona non sa nemmeno quello fa. James, tu sei buono, lascialo stare."
Rilasso il muscolo della mano che tiene la pistola e la allontano dal suo viso.
L'uomo lentamente si siede per terra con aria spaventata."Alzati." gli dico con tono secco.
"Io non so come ringraziarti." dice piangendo, ma le sue lacrime terminano quando gli tiro un pugno sulla guancia svenendo poi per terra.
Sophia mi guarda stupefatta con aria allo stesso tempo rabbiosa."Che c'è? Tu mi hai detto di non ucciderlo, non di non sferrargli un pugno."
Rotea gli occhi.
C'è qualcosa, un oggetto probabilmente, che sta cercando di venirci incontro, ma non capisco cos'è."James, attento!" dice mentre mi spinge in avanti mentre vado contro il muro.
Il boomerang esplode a pochi centimetri davanti a lei e la vedo cadere per terra priva di sensi. Mi avvicino e la prendo in braccio, tenendo le gambe con la mano destra e le spalle con la sinistra.
Intanto il corridoio è coperto da fumo e fuoco che sta cercando di seguirmi e divorarmi presto tra le sue fiamme.
Corro sempre dritto finché non trovo qualche porta o un altro corridoio.
Per mia fortuna trovo la porta di un ascensore.
Premo tante volte il tasto, ma la porta non si apre.Porca puttana, apriti.. Impreco mentre spero in qualche miracolo.
Mi appoggio alla porta quando il fuoco arriva fino alla punta dei miei piedi.
Pochi secondi dopo l'ascensore si apre e cado all'indietro con Sophia in braccio.
La posiziono all'angolo dell'ascensore, mentre premo più volte il tasto per chiudere.
Finalmente si chiude ed io mi lascio cadere per terra.
Sono esausto, ho caldo, voglio solo che questa missione finisca al più presto.
Apro la zip e tolgo solo la parte superiore della tuta rimanendo poi in canottiera.
Respiro affannosamente cercando di recuperare ossigeno ed energie.
Ho solo bisogno di un bagno caldo per rilassarmi, ma sarà impossibile dopo questa missione, perché non si sa chi tra noi due sarà vivo.
I miei occhi guardano Sophia: è lì priva di sensi che forse ha paura di svegliarsi.
Anche lei è accaldata, lo si nota dal colorito rosso della suo viso.
Penso al fatto che sono stato davvero un idiota quel giorno a lasciarla lì sul letto come se fosse una bambola.
È che ho paura di illudermi.
Non voglio essere innamorato di una ragazza di cui per lei sono solo la sua seconda scelta.
So che lei ancora ci tiene a quel depravato e quel giorno ha voluto fare l'amore con me per provare a dimenticarlo, ma per me è stato tutt'altra cosa.
Non sono così stronzo come voi crediate eh.
Devo ammettere che comunque mi ha salvato due volte: la prima quando mi ha portato in ospedale e la seconda due minuti fa mettendomi da parte per non essere colpito da un boomerang.
Ho paura che non si sveglia, e se fosse in coma adesso? E se non aprirà mai più gli occhi?
Vorrei fare tante cose, ma rimango lì a fissarla.
Niente, non fa niente.
Ho paura sia quasi morta.
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LIES // James Maslow
Fanfiction[Scena tratta dalla storia.] James' POV "Stai bene?" mi chiede lei balbettando. "Si." quei suoi occhi sono così verdi che mi ipnotizzano. "E tu?" "Si, sto bene." accenna un sorriso, quando ricomincia a guardarmi come prima. Ad un tratto le nostre...