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E tutte le strade che dobbiamo percorrere sono tortuose,
e tutte le luci che ci guidano sono accecanti.
Ci sono tante cose che mi piacerebbe dirti ma non so come.
Forse perché sarai colei che mi salverà e dopotutto tu sei il mio muro delle meraviglie"
-Oasis


<<Dove sei stata? Perché non eri con Luke?>> la voce di sua madre entra nelle sue orecchie raggiungendo i timpani.
<<Mamma mi stai facendo diventare sorda. La puoi smettere di urlare?>> entra in camera sua seguita dalla madre, che mettendosi le mani sui fianchi la guarda in cagnesco aspettando una risposta.
<<Io ho smesso. Adesso tocca a te parlare>> Meredith prende una sigaretta e la porta alle labbra.

La accende e inalando un po' di nicotina si sente rilassare.
Continua a guardarla e non dice nulla, aspetta che sia la figlia a parlare.

<<Mamma devi continuare a fissarmi ancora per molto tempo?>>
<<Fin quando non parlerai.>> dice mentre si avvia verso il letto per poi sedersi su di esso continuandola a fissarla.
<<Abbiamo litigato. Sono rimasta al parco per un po'>> sputa il rospo tutto d'un fiato.
<<Chi ti ha accompagnata? Ho sentito il rumore di un'auto>>.

Porta la sigaretta nuovamente alle labbra, sperando di riuscire a prendere la forza per parlare.

<<Un amico. Era di passaggio e mi ha gentilmente riaccompagnata>> sua madre rilassa le spalle credendole.

Si solleva dal letto e va verso la porta, non dice nulla e richiude la porta dietro di se.

Meredith rimane alla finestra a pensare. Davanti a sé continua a vedere quegli occhi verdi, vede quel sorriso così vero che si poteva toccare, vede quei suoi ricci con cui viene le voglia di giocare, vede le sue braccia che l'avvolgono e che le danno sicurezza.

È stata bene come non stava da tempo, si è sentita attratta da lui, sentiva lo stomaco attorcigliarsi sotto il suo sguardo.
Quando i loro occhi  si sono incastrati, ha come sentito l'aria diventare elettrica.

La suoneria del cellulare la scuote dai suoi pensieri.
Lo sfila dalla tasca dei pantaloni e trova un messaggio da parte di Damon.

"Non vedo l'ora di poter aiutarti nuovamente. Quando hai bisogno di me ci sarò sempre. Un bacio bellezza"

Sente le gambe cedere sotto di se, avrebbe voglia di saltare ed urlare di gioia, ma il senso di colpa le attanaglia lo stomaco.
Il telefono suona nuovamente tra le sue mani ed è tutta un fremito.

Da Luke:Sei a casa? Fatti trovare pronta tra un'ora. Dobbiamo parlare

Il suo cuore perde un battito, si aspettava un altro suo messaggio, ma nulla. Toglie la maglia e i pantaloni. Entra nel bagno della sua camera e si guarda allo specchio, vedendo una ragazza troppa bassa, con i fianchi troppo larghi, con un cespuglio in testa, con delle occhiaie da far paura.

Apre l'acqua nella vasca e versa un po' di sapone per fare schiuma.
Appena è piena, togliendo l'intimo, si immerge, rimanendo per un po' a rilassarsi nel tepore  dell'acqua.

Mancano 10 minuti all'arrivo di Luke e sta finendo di truccarsi. Ha messo un pantalone chiaro e una maglia di pizzo nero; ha lasciato i capelli liberi sulle spalle e ha messo proprio un filo di trucco.

Si guarda allo specchio e si sente quasi bella. Mette i tacchi e scende, sentendo suonare il clacson dell'auto di Luke e corre a prendere la borsa.

<<Mamma sto uscendo>> e richiude la porta alle sue spalle.

Sale in auto non salutandolo ancora infastidita dal suo comportamento.

<<Iniziamo bene>> borbotta Luke in risposta alla freddezza di lei.
Non lo degna di una risposta, perché altrimenti inizierebbe ad urlare.

Non mettere tempo [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora