17

10 1 0
                                    

Ti sei mai sentito
come se non ci fosse
nessuna persona
al mondo che ti ami?

Se volete potete leggere il capitolo con questo sottofondo musicale, la sentivo mente scrivevo il capitolo e mi è stato di ispirazione

Sono passati due maledetti giorni da quando Damon l'ha lasciata nel parco tra le lacrime.
Da allora si è rinchiusa nella sua camera non volendo vedere nessuno, non ha toccato cibo.

Le manca la voglia di vivere, niente è andato come aveva immaginato: sperava di passare questi giorni felicemente con i suoi amici e con Damon.

Ma la realtà dei fatti è stata diversa, la cruda realtà dei fatti l'ha devastata, le ha lasciato una grossa cicatrice sul petto: Damon le ha chiaramente detto che non resterà mai al suo fianco.
Quelle parole l'hanno lasciata interdetta, e non poco a dirla tutta, perché la sera prima quando era tra le sue braccia le aveva confessato di aver avuto paura mentre lei era stesa su quel letto d'ospedale, una tremenda paura di perderla.

Quelle parole l'avevano convinta che per Damon lei era qualcosa di più, che forse lui la ritenesse importante e proprio grazie a questo aveva preso la decisione di lasciare Luke.

Ma tutto quello che lei aveva pensato era risultato sciocco e insignificante, a quanto pare Damon non la vuole e così si è ritrovata da sola in quel parco a versare lacrime per lui.

Anche adesso ripensando a tutto quello che è successo, calde lacrime ritornano a scivolare sulle sue guance; non riesce a trattenerle, ormai ad ogni più piccolo e insignificante pensiero tutti i suoi tentativi di non piangere, ancora per lui, diventano vani.

Seduta sul letto circonda le gambe con le braccia e  sta raggomitolata su sé stessa provando a proteggersi da sola dal dolore procurato dalle parole di Damon, dopo svariati minuti che a Meredith sembrano anni  le lacrime si asciugano sul suo viso.

Il cellulare continua a squillare da due giorni, ma lei non risponde a chiunque sia dall'altra parte; ha solo avvertito Luke di non venire perché ha preso una brutta influenza. Non ha accettato le sue chiamate né quelle di Kayla che prova insistentemente a contattarla.

Finalmente quel dannato aggeggio smette di suonare e la stanza si riempie nuovamente del silenzio soffocante in cui era avvolta poco prima.
Sente un tonfo alla porta, un picchiettare insistente, prova a far finta di non averlo sentito ma chiunque sia al di là della porta non demorde.

<<Mamma non ho fame, lasciami in pace>> urla per farsi sentire, cacciandola come ha fatto tutte quelle volte che sua madre ha provato ad entrare nella sua stanza per parlarle un po'.
Ma quel picchiettare non cessa anzi addirittura viene rafforzato.

Sfiancata, Meredith si alza dal letto e va alla porta per urlare una volta per tutta a sua madre di lasciarla in pace, ma schiudendo quel che basta la porta si ritrova davanti  la sua migliore amica con un'espressione preoccupata sul volto.

Quando Kayla la guarda, una forte  preoccupazione le invade il cuore: la vista di Meredith ridotta in quel modo con la pelle pallida e le occhiaie nere sotto agli occhi, quelle pozze solitamente piene di vitalità arrossate dal recente pianto e velati da uno spesso strato di tristezza, le mandano in tilt i nervi.

Meredith conscia di non poter far altro, schiude maggiormente la porta per far entrare la sua amica, richiudendola subito dopo addirittura dando le mandate.

Non mettere tempo [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora