Capitolo 16

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Non me lo sarei mai aspettata da lui.

Ricominciò dopo poco a parlare.

«io...non so esattamente il motivo per cui ti ho rapita, ma prima di tutto volevo averti accanto anche se non provavo nulla per te sentivo il dovere di proteggerti dalla banda che mi dava la caccia, perché hanno scoperto di te, hanno scoperto che per me tu sei il mio punto debole»

Mi soffermai su quelle parole.
«il mio punto debole» , la frase mi rimbombava nella mente. In che senso ero il suo punto debole?

«quindi decisi non solo io ma anche tutta la mia "banda", di rapirti, lo so che può essere stato un brutto colpo per te ma-»

Non lo feci finire che subito mi intromisi nella sua frase.
Dovevo assolutamente dirgli come mi sentivo ora.

«ma, ma cosa Cameron? Cosa? Tu non puoi sapere cosa ho provato quando ho scoperto chi era il mio rapitore. Non puoi capire quanta delusione ho provato nel vederti quando ho aperto gli occhi in quella stanza. Non puoi capire nulla. So che mi volevi proteggere ma potevi farlo in un altro modo no(?)
Mi hai delusa molto e questo lo devi sapere. Io ti reputavo il mio migliore amico. Mentre se stato via, in Europa, ho sempre pensato a te, a come potevi stare, a che vita stavi facendo, con chi stavi, ma soprattutto mi chiedevo perché te n'eri andato via da me. Via dalla nostra vita, stavamo così bene Cam, così bene.»

Mentre dicevo quelle parole mi sentì pizzicare gli occhi che cominciavano a gonfiarsi di quel liquido salato. Le lacrime cominciarono a scendere lungo le mie guance pallide, una ad una.
Scoppiai in un pianto silenzioso, niente singhiozzi rumorosi, non volevo mostrarmi ancora più debole di quel che ero già.
Lui capì che stavo piangendo ed appoggiò la sua mano sulla mia spalla, accarezzandola.
Calò un silenzio molto imbarazzante nella stanza.
Sentii Cameron fare un lungo sospiro prima di ricominciare a parlare.

«mi dispiace, mi dispiace davvero moltissimo per tutto quello che ti ho fatto, lo so che essere rapita, da me, il tuo migliore amico, ti abbia fatto star male e non mi perdonerò mai per questo. Ma dovevo e tuttora devo, tenerti al sicuro, piccola mia»

Usò ancora quell'espressione, sta volta aggiungendo "mia", in qualche modo quando diceva quella parola mi sentivo meglio mi sentivo, come ha detto lui, sua .

«okay...ma c-cosa ti sei fatto alle mani?»

Lo dissi quasi, anzi, senza quasi, balbettando; visto che stavo ancora piagnucolando.

«ehm...i-io, ho tirato un pugno, più di uno, al muro»

«tu cosa hai fatto?!?»

«Ho tirato un pugno al muro!»
Disse quasi urlando.

«ma perché?»

«ecco....io...perché...

My stalker , my obsession  (Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora