"Sei bellissima"

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<<Dormi?>> sentii mentre fissavo insistentemente il muro, dandogli le spalle ormai da un'ora.

<<No.>> risposi seccamente.

<<Ti ho trattata male?>>

Una semplice domanda mi fece sciogliere il cuore. Non perché era notte, non perché mi aveva praticamente pregato di restare lì, ma perché il suo tono di voce sembrava così dolce che per un attimo ancora pensai di poter vedere un Cameron diverso, anche se preferivo non illudermi.

<<A volte lo fai.>> non mi voltai, anche se la tentazione c'era.

<<Non voglio.>>

<<Allora non farlo.>>

<<Non ci riesco.>> sussurrò. <<È che hai questo modo di guardarmi così arrogante che certe volte mi viene voglia di rompere tutto! Io ti chiedo di non fare una cosa e tu la fai, io ti dico che è bianco e tu contraddici dicendo che è nero anche se non lo è. Sei testarda, immatura e....>> passò da un tono altissimo di voce al silenzio totale.

Mi girai verso di lui quasi sbalordita dal fatto che lo stava facendo ancora. Mi stava ancora rimproverando per qualcosa.

<<E?>> chiesi per non dargliela vinta.

<<E bellissima..>>

Nessun cenno di risatine, nessun abbassamento di sguardi, nessun cenno di scherzo. Mi guardò negli occhi come a pregarmi di credere a quelle sue semplici parole, ma che dette in quel modo inaspettatamente schietto mi fecero tentennare dal pensare che ancora una volta Cameron si stesse prendendo gioco di me.

<<Perché ti piace confondermi in questo modo Cameron?>> chiesi quasi sussurrando fra me e me.

<<Perché ti piace entrare nella mia testa e poi farmi diventare pazzo Cassie?>>

<<Tutto questo lo fai perché ti piaccio? È così? È questo che vuoi dirmi?>>

<<Vuoi ancora fare domande?>>

<<Si, tu vuoi continuare a non dare risposte?>>

I suoi occhi penetravano i miei con insistenza. Sembrava che stesse aspettando qualcosa ma io sapevo di non poterlo aiutare. Non mi andava di essere il suo passatempo come quella Leila e probabilmente era l'alcool che lo faceva parlare così quindi sospirai e gli feci solo un sorriso fine, senza esagerare.

<<Dormi adesso.>> dissi capendo che tanto non avrei ricevuto alcuna risposta da parte sua. <<Domani mattina parleremo di tutto.>>

<<E poi andrai via?>>

<<Si. Poi dovrò andare via.>>

La sua espressione non cambiò di una virgola. Per qualche istante restò semplicemente a guardarmi negli occhi, dopodiché si girò dall'altra parte e non parlò più. Lo stesso feci anch'io.

Al mio risveglio, il mattino seguente, non lo trovai al mio fianco. Pensai che sarebbe stato il colmo non trovarlo nemmeno a casa visto che dovevo andare via da lì a poco.
Mi alzai con un broncio lunghissimo, pronta anche a fare la guerra se fosse stato necessario. I suoi sbalzi d'umore da donna ingravidata dovevano cessare.

<<Cameron!>> urlai in corridoio.

Quando, tutta arrabbiata, arrivai in cucina lo trovai intento a cucinare qualcosa.

ESCAPE / Cameron Dallas #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora