Forse non dovrei

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CAMERON

Dovevo riprendermi Cassie.
Avevo sbagliato e non avevo intenzione di giustificarmi ma mi mancava. Non la sentivo da giorni ormai e questo mi faceva incazzare come non mai. Non sapevo cosa faceva, come stava, con chi..

<<Allora hai capito? Cazzo, mi ascolti?!>> urlò Adam, che stava lì a blaterare da due ore.

<<Quando e dove?>> chiesi continuando a guardare Max.

<<Stasera, da Hank.>>

<<Impossibile! C'è Cassie lì.>>

<<C-come?! Impossibile? Ma sei diventato matto? Questo è il combattimento più importante della stagione!! A fine serata potremmo sistemarci per un anno!>>

<<Anche questo è vero.>>

<<Farò venire anche Sam, la terrà occupata.>>

<<E chi terrà me lontano da lei?>>

<<Ti sei rammollito.>> schioccò la lingua e, alzando gli occhi al cielo, andò via sbattendo la porta.

Pensavo e ripensavo a quella notte, a quello che avevo fatto nei confronti di Cassie, ma anche al grillo. Non poteva restare qui, non adesso che la mia vita stava piano piano cambiando. Non potevo permettere che Cassie conoscesse il Cameron di qualche mese fa. 

Preparai il borsone per l'incontro, farlo da solo mi sembrò strano. Solitamente avrei avuto la mia ragazza a chiedermi se mi fossi dimenticato qualcosa o se mi sentivo pronto per il grande match e invece mi ritrovavo da solo, con Max che mi fissava. Probabilmente sentiva la mancanza di Cassie anche lui e anche se non poteva dirlo, mi odiava. 

Preparai un panino con quello che trovai in frigo e uscii, lasciando il cibo pronto anche per Max. Ormai si era abituato a restare solo in casa, sembrava un cane anziano. Prima di andare da Hank feci un giro del quartiere per pensare bene a come comportarmi davanti a Cassie. L'avrei vista, sarei andato da lei per salutarla e mi sarei preso la sua sberla. Logico.

Dopo più di dieci giri dell'isolato decisi di andare e basta. In radio stava passando un vecchio pezzo dei Jonas Brothers, roba che sarebbe sicuramente piaciuta a Cassie, quindi non la cambiai. Mi piaceva pensare che lei fosse lì con me. Pensavo, ripensavo, mi stavo tormentando. Non mi importava di niente, nemmeno dell'incontro, io volevo solo sistemare le cose. Potevo prenderle dei cioccolatini o dei fiori, ma non sarebbe stato da me. Volevo stupirla, ma coi miei tempi e il mio solito stile trasandato. 

Parcheggiai nel mio solito posto, nella viuzza vicino all'ingresso ma, prima di scendere dalla mia auto, provai a scriverle un sms.


"Quante probabilità ho di vederti oggi?"  inviai subito, senza pensarci. 

Aspettai e, con mia sorpresa, lei rispose quasi subito.

"Hai qualcosa da dirmi?"

Ma che diavolo di domande erano?!

"E tu?"

"Ciao Cameron"

Fine conversazione. Mi sentii come un cane abbandonato sul ciglio di una strada. Frustrato e solo. 

Entrai e lei non c'era. 

Vidi solo i soliti volti e i soliti sgabelli messi in disordine e lasciati in quel modo. Hank fece un gran sorriso quando mi vide varcare la soglia. Mi chiedevo come facesse ad aver sempre voglia di sorridere. Ma non aveva mai una brutta giornata? Non gli moriva mai un parente? Non litigava mai con nessuno?

<<Ciao figliolo!>> disse abbracciandomi. 

<<Ciao Hank, come va?>> non ricambiai l'abbraccio. Lui sapeva che non era da me.

<<Tutto bene, al solito.>> tornò dietro al bancone <<La tua amata è a far compre con mio nipote.>>

<<Con quel coglione di Brody?>> alzai gli occhi al cielo.

<<E' un bravo ragazzo.>> Hank provò ad assumere un tono provocatorio con me ma mi sorrise subito. Probabilmente voleva più bene a me che a suo nipote.

<<E' un rammollito ed è in giro con la cosa più preziosa che io abbia mai avuto.>> 

<<Bentornati!>> disse con un risolino guardando dietro di me.

Mi voltai di scatto e lei era lì, bella come il sole. 

Mi stava fissando quindi probabilmente aveva sentito e non me ne vergognavo affatto. Aveva i capelli legati e un paio di orecchini più grandi della sua faccia. Indossava un pantalone rosa e un top bianco abbinato alle scarpe. Era una Dea. 

<<Grazie per la tua solita gentilezza Cam!>> disse Brody, rompendo il silenzio.

<<Come stai?>> dissi ignorandolo, guardando sempre e solo Cassie.

<<Sto bene. Sono circondata da persone che mi vogliono bene quindi come potrei stare? Non mi farebbero mai del male. Qualcuno dovrebbe imparare.>> lo disse duramente ma aveva gli occhi dolci. Quelli non la abbandonavano mai, per questo era così speciale quella ragazza. 

Fece per andarsene nello stanzino e io la seguii. Hank provò a fermarmi ma non capii nemmeno le sue parole perché nella mia testa c'era solo il rumore delle parole di Cassie e il suono delle sue scarpe mentre, ancora una volta, si allontanava da me. Insopportabile. 

<<Non seguirmi Cameron!>> disse a voce alta senza voltarsi.

<<Sai che lo farò ugualmente.>>

<<Si, lo so! Vedi dove sta il problema!>> si voltò verso di me urlando.

<<Il problema? Si, lo vedo. Lo vedo ogni giorno quando mi guardo allo specchio. Soprattutto da quando non ci sei più tu. Sono passati pochi giorni ma già mi sembra una vita che non ti ho.>> lei rimase zitta, cercava di guardare altrove e io ne approfittai per continuare: <<Ogni mattina mi alzo con il peso di essere stato un pezzo di merda nei tuoi confronti, da sempre. Dalla prima notte su questo terrazzo. Tu mi sei rimasta affianco lo stesso e io non lo meritavo, so di essere io il problema, lo so. Ma guardami! Sono un uomo distrutto senza  di te. Ho provato a lasciarti andare  perché meriti un principe, non un malandrino senza bon ton  come me, ma non ci riesco. Mia madre mi ha sempre detto di tenermi strette le persone che amo, quelle vere ed io ho solo te. Amo solo te in questo mondo.>>

Una lacrima rigò la sua guancia e io mi avvicinai, ma lei fece un passo indietro.

<<Ti giuro che capisco le tue reazioni, le tue risposte. Io ti ho tradita e mi do della merda da solo per questo ma ci sono cose che tu non puoi comprendere di me. Cose che ti farebbero andare via davvero. Cose che ti spaventerebbero. Non posso permettermi di farmi odiare così da te, il dolore di un tradimento col tempo passa ed io preferisco che tu mi detesti per questo.>>

<<Sam mi ha detto che quella sera tu eri al pub e sei andato via da solo, dopo aver ricevuto una telefonata. Chi era?>> Chiese, asciugando quella lacrima.

<<Questa fa parte delle cose che non posso dirti.>> gesticolai in modo imbarazzante perché imbarazzante era il momento. 

<<Allora  puoi andare. Dico davvero.>> sibilò girandosi.

La guardai entrare nello stanzino senza di me e il mio cuore perse un battito.


ESCAPE / Cameron Dallas #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora