Impotenza

1.2K 119 11
                                    

CAMERON

Mi stava facendo diventare matto!
Non riuscivo a capire perché, quella ragazza conosciuta su uno stupido tetto, mi stava mandando il cervello a puttane.
Adesso mi ritrovavo da solo, nel suo appartamento, ad aspettare il suo ritorno. Stavo davvero aspettando una ragazza a casa, durante il suo appuntamento con un altro?
Raccolsi i cocci del vaso che avevo spaccato per la rabbia due minuti dopo che Cassie era andata via e indossai una t-shirt. Non dovevo darle il permesso di farmi rammollire, anche perché non era nessuno per farlo.
Non è vero che non era nessuno, lei era Cassie.
Ma Cassie non mi apparteneva, io non appartenevo a lei.

Per tutto il tragitto fino al pub pensai a cosa stessero facendo. Se al cinema lui...
Mi sarei fatto Leila appena arrivato lì, così avrei smesso con le puttanate da frocio.

L'aria era la solita, le ragazze erano sempre più svestite e questo non dispiaceva a nessuno dei rammolliti che se ne stavano negli angoli e guardare i culi muoversi a ritmo di musica. Un cliché che ero stanco di vedere ma che rendeva me, menefreghista e burbero, ancora più appetibile agli occhi di queste poco di buono. Ogni sera mi saltavano addosso una decina di ragazze diverse, ma solo Leila aveva un posto fisso sul mio divano. Le scopate con lei erano indimenticabili, le migliori della mia intera vita.

<<Una birra!>> dissi alla tettona che si guardava le unghia dietro al bancone.

Lei senza nemmeno guardarmi me la lanciò e io la tracannai guardandomi intorno. Leila non c'era o forse era dentro qualche bagno a masturbare qualcuno. Non so perché fosse così troia, ma aveva un bel culo quindi non mi importava. Lei non era come Cassie, a dire il vero non mi eccita nemmeno quanto lei. Ma che pensavo?!

Dopo un'ora buona controllai il cellulare, cosa che non facevo mai, e mi ricordai di non avere il numero di telefono di Cassie. Ma avevo quello di Zed.
No, non potevo telefonare al tipo che probabilmente se la stava lavorando in un cinema.

"Dovremmo proprio andare al cinema insieme"

Le parole di Cassie, ricordate dentro un pub, mi fecero venire i brividi. Ero io che dovevo stare in quel cazzo di cinema con lei, non Zed.

<<Vuoi altro bel biondino?>> attirò poi la mia attenzione la tizia del bar.

La guardai bene. Non le mancava niente, era abbastanza scopabile e di Leila nemmeno l'ombra. Avevo una decisione da prendere: tormentarmi tutta la serata pensando alle mani di quel coglione su Cassie o sbattermi la bionda in bagno durante la sua pausa. Un tipo come me non poteva permettersi di scegliere la prima.

Era vogliosa e spinta.
Mentre la sbattevo contro il muro per infilarle una mano dentro le mutandine provò a baciarmi, ma mi scansai. Non mi baciava nemmeno Leila, mai. Lei però non sembrò farci caso e continuò a leccarmi il collo, ansimando come se me la stessi già facendo. Era tremendamente rumorosa.

Infilai velocemente il preservativo, gentilmente offerto da lei e accompagnai la sconosciuta con una mano per far sì che si abbassasse a novanta davanti a me. Non le dispiaceva, appoggiò le mani sulle mattonelle bianche e gelide del bagno dei dipendenti e io la schiaffeggiai un po'. 
Nel momento in cui stavo per affondare in lei, il mio cellulare squillò.

Mi bloccai, non so perché.
Anzi si, lo sapevo. Poteva essere Cassie.

<<Non vorrai rispondere proprio ora!>> cinguettò la tizia di fronte a me.

Non ci pensai due volte a prendere il telefono. 

<<Cassie?!>> risposi.

<<No amico, sono Adam. Dove ti sei cacciato?>>

<<Non rompermi i coglioni!>> riagganciai e tirai un pugno sul muro.

La ragazza di cui non conoscevo nemmeno il nome mi guardò con l'aria di chi iniziava ad avere paura. Io evitai anche di salutarla quando uscii dal bagno.

Devo trovarli, pensai guardandomi le nocche insanguinate.

ESCAPE / Cameron Dallas #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora