Mossa sbagliata

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Completamente assorbita dallo sguardo e dal profumo di Ethan, non mi accorgo nemmeno che le danze sono oramai terminate.
"Noto con piacere che vi costa fatica allontanarvi da me." Bofonchia Ethan appena vede il mio stordimento alla fine delle danze. Per i miei gusti sta diventando troppo sfacciato, sarà di aspetto molto gradevole e tutto il resto, ma non permetto a nessuno di trattarmi in questo modo, neanche se sono ad un evento pubblico.
"Mi scusi signore chiedo venia, non so cosa posso avervi mai fatto per ricevere da parte vostra un simile trattamento!" Senza aspettare una risposta lo mollo da solo in mezzo alla pista da ballo, suscitando rumorii fastidiosi da parte di tutti gli ospiti. Non ho mai provato nulla del genere al tocco di un uomo, e mai pensavo che lo avrei provato. Mi sono sentita protetta, ma anche debole, come se fossi sensibile a tutto e tutti. Non so cosa mi prenda, probabilmente ho la febbre. Si, ho sicuramente la febbre.
Cerco mio padre con lo sguardo e quando lo trovo che parla affabilmente con il duca di Norfolk in persona, capisco che non avrò mai un'altra occasione simile. Mi avvicino a loro a passo spedito, ma contenuto e posato. Sono quasi arrivata di fronte a loro quando per la seconda volta mi sento afferrare il braccio e trascinare da parte. Questa volta però, il rapitore non si limita ad allontanarsi dalla massa di persone, ma mi porta sul balcone più grande e nascosto della casa. Di bene in meglio!

"Vi chiedo perdono se vi siete offesa prima riguardo ciò che ho detto. Non era mia intenzione signoria Isabel, ve lo giuro." Ancora lui! È un tormento, non un uomo. Questa sera sta rendendo la mia presenza a questo ballo una sofferenza.
"Avete una particolare affezione per il mio polso?" Sbotto allontanandomi bruscamente da lui che sorride alla mia affermazione piccante.
"Siete molto bella signorina Isabel di Devonshire." Ethan si avvicina a me, ignorando la mia domanda, che nel mentre mi ero appoggiata alla ringhiera di cemento della terrazza.
"Non è accettabile un comportamento del genere da un gentiluomo come voi, per di più un futuro duca! Cosa vi hanno mai insegna..." Ad interrompere il mio monologo esasperante sono le labbra di Ethan che si posano delicatamente sulle mie. Mille brividi mi percorrono la spina dorsale e un improvviso calore divampa dal mio basso ventre. Posa una sua mano sulla mia nuca e con l'altra mi cinge la vita e mi stringe forte a se. Penso che questo non dovrebbe succedere, il primo bacio per una donna come me è cosa assai importante e preziosa. È una virtù da custodire e possibilmente da conservare fino al matrimonio. Se qualcuno ci vedesse sarebbe la fine per me. Non per lui, ma per me. Non riesco però ad essere indifferente a questo contatto, forse perché in questi giorni ho pensato spesso a come sarebbe stato rivedere questo giovane e ora che è qui, e mi sta baciando non riesco più a ragionare lucidamente. Cosi è con quella consapevolezza che ricambio al suo bacio, non potevo resistere oltre al mio tormento interiore. Mi sembra di essere in paradiso, le sue labbra sono morbide e calde, hanno un sapore fresco e buono. Non sono esperta, tutt'altro, ma un bacio, dopotutto, non può essere così difficile. Sembra tutto così surreale che mi riprendo in fretta dal mio stato di accettazione. Non posso farlo. Cerco in tutti i modi di allontanare Ethan dal mio corpo perché so che tutto questo è sbagliato, che non dovrei baciare nessun altro che non sia il mio futuro marito, che per il momento nemmeno esiste, anche se tutto ciò mi costa un enorme sforzo.

"Ethan non possiamo..." Ansimo sulle sue labbra, chiamandolo solo per nome. Una cosa così intima, che non so nemmeno come sia potuta uscire dalle mie labbra con così tanta sicurezza. Lui come se si fosse appena destato da un incubo si stacca subito dalle mie labbra e mi fissa.
"Ripeti il mio nome." Dice perentorio incatenando i suoi occhi con i miei e passando anche lui al tu. E io mi perdo in quei suoi occhi color nocciola, perché per me sono il mare più bello che abbia mai visto.
"Ethan..." Lo guardo e mi perdo. Lui per tutta risposta mi riprende il collo e mi ribacia, se possibile con ancora più ardore. Ancora una volta mi perdo nel suo sapore e nelle sue dolci attenzioni. E anche per questa volta spengo la mia coscienza e lascio che per una volta sia il mio cuore a decidere cosa fare, anche se so che tutto questo è sbagliato. Sarà solo un momento da dimenticare per sempre. Sono certa, domani mi pentirò di tutto questo.

•••

Due giorni dopo

Il mio primo pensiero come, ogni mattina, da quel ballo, da quel bacio, va a Ethan di Norfolk. Maledetto lui, maledetti i suoi occhi, maledetti i suoi baci, maledetto il suo profumo!

Dopo il secondo bacio di Ethan, rimaniamo per un lungo momento a fissarci negli occhi. Leggo in lui emozioni simili all'eccitazione e al desiderio. Poi come una saetta in un ciel sereno, il suo sguardo cambia e anche i suoi gesti cambiano. Mi allontana bruscamente da lui e mi spinge lontano. Non ne capisco subito il motivo. Che abbia sbagliato qualcosa? Dopotutto però lui dovrebbe sapere che per me era una cosa nuova. Lui è stato il mio primo bacio, il mio primo uomo.
"Basta giocare con me signorina Isabel. Voi non siete niente di così speciale. Smettete di guardarmi in quel modo!" Parlò tutto d'un fiato, per poi sparire dietro la finestra del balcone. Sapevo che non dovevo farlo eppure ho ceduto. Rimasi tutta la serata su quel balcone, ormai da sola. Pensai a tutto. E alla fine capì. Aveva ottenuto ciò che voleva da me, ed ora non gli servivo più. Ripresi possesso del mio corpo e rientrai nel salone. Non avrei mai permesso ad un uomo di distruggermi, mai! Danzai tutta la sera con altri giovani, senza degnare di un solo misero sguardo il futuro duca di Norfolk e riuscendo per un po' a non pensare a quegli occhi color nocciola e al modo in cui mi avevano guardato dopo il nostro primo ed intenso bacio, su quella terrazza che è stata l'unico spettatore dell'accaduto.

Scesi dal letto e indossai gli abiti da uomo che utilizzavo per cavalcare, dopo aver anche indossato il corpetto e la biancheria pulita. Avevo bisogno di pensare. Solo cavalcare mi distraeva dalla realtà. Corsi nelle scuderie e sellai il mio Ed, poi mi precipitai fuori, senza badare a cosa avrebbe potuto dire mia madre se mi avesse scoperto o alle urla di Wilkinson. Il sole era appena uscito allo scoperto in quella fresca mattina. Dopo una buona mezz'ora di corsa il cavallo si fermò sulla riva del fiumiciattolo. Lo legai al tronco di un albero e mi sedetti di fianco a lui, osservando l'orizzonte. Accadde tutto in fretta, non ebbi nemmeno il tempo di capire cosa stesse realmente accadendo.

Ethan era lì, nella sua bellezza era così vicino, ma allo stesso tempo così lontano. Il mio cuore perse un battito e l'unica spiegazione che mi diedi fu il grosso spavento che avevo appena preso a causa del suo arrivo inaspettato ed improvviso.
"Cosa volete voi?" Uso quel poco di coraggio che mi è rimasto per porre quella domanda.
"Parlarvi." Dice Ethan scendendo da cavallo e avvicinandosi pericolosamente a me. Cerco di mantenere le distanze. Non lo voglio vicino, non ancora una volta.
"Io non ho niente da dirvi." Ribatto fredda e distaccata. Dopotutto non ho niente di speciale no?
"Beh io si però, quindi mi ascolterete." Afferma burbero, come se fosse mio marito. Al solo pensiero rabbrividisco. Non vorrei mai e poi mai avere una simile creatura come marito. Un uomo che pensa solo ed unicamente a se stesso e ai suoi piaceri. Rozzo e volgare! Per non parlare del suo comportamento dell'altra sera.
"Ma chi accidenti pensate di essere voi con il vostro esuberante ego? Vi sentite quando parlate? Oh ma per carità voi siete il futuro duca di Norfolk. Chi non vorrebbe ascoltarvi? Beh sì dà il caso che io non voglia avere niente a che fare con voi e con i vostri repentini cambi d'umore." Sputo velenosa per poi salire a cavallo e ripartire verso casa. Sento una lacrima scendere sulla mia guancia.  No, non devo sprecare neanche una lacrima per un uomo simile. È un essere spregevole, un uomo che come tutti gli altri pensa solo a come raggirarti e raggiungere i suoi sporchi scopi.

Perché alla fine, non sei poi niente di speciale...

Le sue parole bruciano ancora, so che non dovrei pensarci, ma è più forte di me. L'unico momento della mia vita in cui ho seguito il mio cuore e mi sono lasciata andare a ciò che per me era ignoto, è stato l'unico momento in cui avrei dovuto ascoltare la ragione e stare lontano da quel duca pazzo!

Perché alla fine, non sei poi niente di speciale...

Mi vennero in mente le sagge parole di mio padre: Mai lasciare che la tristezza trionfi sulla gioia, perché se così fosse, ti ritroveresti in un mare di dolore.

Perché alla fine, non sei poi niente di speciale.

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