La duchessa

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Quest'oggi mi sono svegliata molto bene, più del solito. La notte trascorsa ritorna lampante nella mia mente. Mi sento dolorante, ma una nuova me.
Mi giro verso Ethan e lo trovo sveglio che mi osserva.
"Come stai?" Mi chiede serio.
"Molto bene, solo un poco dolorante..." Dico avvicinandomi a lui per baciarlo. Capendo le miei intenzioni mi prende il viso con una mano e mi bacia con trasporto. Non potevo desiderare risveglio migliore!

"Questa mattina faremo colazione con mio padre. Tra pochi giorni partirà per un viaggio nelle Americhe e non tornerà prima di sei mesi. Ci tiene a salutare la sua nuova figlia." Dice Ethan alzandosi dal letto lasciandomi una visuale assai allettante. Dopo il primo incontro con suo padre, ho imparato ad accettare il suo carattere burbero e i suoi modi di fare ruvidi, dopotutto lui è fatto così.

"Molto bene allora chiamerò subito Jade perché mi aiuti a vestirmi." Dico alzandomi dal letto a mia volta. Jade è potuta venire con me insieme alla sua famiglia grazie ad una gentile concessione da parte di Ethan.
Cerco nella stanza la vestaglia e la vedo sulla poltrona vicino alla finestra. Mi avvio per prenderla, ma un braccio mi blocca.
"Sei bellissima Isabel, non scordarlo , mai." Dice Ethan per poi lasciarmi un leggero bacio. Rimango interdetta per qualche secondo poi mi riprendo e indosso la vestaglia. Mi affaccio nel corridoio e chiamo Jade. Dopo qualche minuto bussano alla porta e Jade entra.
"Buongiorno Jade. Vorrei vestirmi e acconciare i capelli." Dico sorridendole. Lei risponde facendo un cenno col capo e sorridendo. Vedo che guarda attenta tutta la stanza e si sofferma sul letto sfatto. Improvvisamente sgrana gli occhi e poi sorride lasciandomi stupefatta. Vedo solo ora le chiazze rosse che macchiano le lenzuola. Mi giro e guardo Ethan sconvolta, cercando una spiegazione. Appena lui intercetta il mio sguardo parla con Jade.
"Jade cortesemente ci lasceresti soli per pochi minuti. Grazie." Lei gentilmente china la testa ed esce. Una volta che Jade è uscita, Ethan mi guarda a lungo per poi venirmi incontro.
"Isabel, amor mio, quella era la prova della tua intatta virtù. Non temere, non ti arrecherei mai del danno." Dice Ethan cingendomi la vita con le sue calde braccia.
"Oh..." dico solo per poi sentire che le mie guance colorarsi di un rosso acceso.

•••

"Vedo con piacere che siete all'altezza di questa dimora Milady." Dice il padre di Ethan studiandomi con il suo sguardo.
"Non ricordo oramai più da quanto tempo non c'era una presenza adulta femminile in questa casa..." dice con fare pensieroso. Ma la sorella di Ethan? Guardo Ethan come a chiedergli una risposta, ma lui non mi sta osservando. Passo così la colazione in silenzio, sorridendo solo di tanto in tanto. Non capisco a cosa si possa riferire, o meglio, so che la madre di Ethan li ha lasciati presto per la sua età, ma pensavo che la sorella abitasse con la famiglia. Dopo chiederò chiarimenti ad Ethan.
"Grazie mille della colazione. Era eccellente!" Dico salutando per ultima il personale della casa.
Noto che gli sguardi di tutti si voltano verso di me stupefatti. Cosa avrò mai fatto?
"Grazie Milady. " dice una matrona che comprendo essere la cuoca. Io mi sono comportata come facevo con i miei domestici, ho sbagliato qualcosa?
Le rispondo con un caldo sorriso per poi andare alla ricerca di mio marito.
Sono ancora emozionata a dirlo! Mi ci abituerò mai?

Scorgo Ethan nel suo studio, intento a parlare con il vecchio Duca di Norfolk.
Sono proprio simili, hanno caratteristiche palesemente identiche, mentre altre totalmente differenti, che li rendono in qualche modo estremamente affascinanti. Entrambi.
Immagino perfettamente cosa abbia spinto la madre di Ethan a sposare suo marito. Sono come dei bellissimi fiori esotici, che ti attirano e non puoi fare a meno di notare la loro particolare bellezza. Sono ipnotici.

Mi avvicino allo studio solo quando non odo più il solito vociferare. Busso alla grande porta e attendo pazientemente un riscontro, che non tarda a venire, poiché dopo poco la porta si apre davanti a me.
"Isabel, qualcosa ti turba?" Mi chiede Ethan scuro in volto, segno che qualcosa non è come vuole lui.Lo conosco già così bene?
"Nulla, volevo chiederti se una volta terminato il colloquio con tuo padre, potresti venire cortesemente nelle nostre stanze, poiché ho urgente bisogno di conversare con te." Dico per poi sorridere ad entrambi e fare dietro front diretta in camera da letto.
Mi sono stupita di me stessa e della fermezza che ho utilizzato per comunicare con Ethan, mai l'avevo avuta.

Dopo quello che mi sembra un infinità di tempo, sento bussare alla porta.
"Avanti." Ethan entra con il suo solito sguardo fiero e spavaldo, tipico di un nobile a cui non è mai stato fatto mancare nulla.
"Isabel, desideravi parlarmi?" Dice enigmatico e serio, come se il mio discorso di prima non fosse stato sufficientemente chiaro. Stiamo calmi!
"Si." Dico dandogli la schiena. Il bon ton ora non esiste. "Volevo parlare con te riguardo a quello che tuo padre ha detto durante la colazione."
"Lo hai compreso." Dice solo, iniziando poi a camminare nella stanza. Questo non è un bel segnale.
"Mia sorella è una donna assai particolare. Non ha mai avuto un grande rapporto con nostro padre e lui non ha mai fatto niente per instaurarne uno. Lei ha qualcosa che ti sorprende, ti lascia senza respiro e soprattutto gli uomini lo hanno notato. Tutto nacque la scorsa estate quando un gentiluomo di Rotterford cercò di rapirla. Da quel momento in poi lei cambiò in modo radicale, ora è diventata una donna, nonostante sia ancora piccola. A inizio anno decise che per lei era meglio abitare nella residenza di città della famiglia, insieme alle nostre cugine materne, tutte zitelle, in modo da poter essere se stessa, senza dover dar atto delle sue azioni a qualcuno. Al duca tutto questo non piacque e siccome , ancor oggi, non è in grado di conversare in modo pacato con nessuno che non sia io, ha innescato un acceso scontro con mia sorella. Di tanto in tanto si ferma qui per una stagione e poi torna in città." Dice per poi fermarsi e venirmi accanto. Se prima ero furiosa per i suoi gesti stizziti, ora comprendo molto bene tutto quanto.

"Io sono rimasto in buoni rapporti sia con lei che con mio padre, ma purtroppo non posso far nulla per far cambiare le idee ad entrambi. Sono molto affezionato a mia sorella, più di quanto si direbbe, ma ho dei doveri anche verso mio padre che non posso dimenticare. Spero solo che un giorno tutto questo cessi." Dice risoluto lasciandomi un tenero bacio sulla fronte.
"Mi dispiace, non sapevo. Perdona la mia insolenza." Dico sentendomi in errore. Non dovevo essere così impudente da fare una domanda così personale ad Ethan. Dopotutto sono solo sua moglie.
"No, perdona tu me per non avertene parlato. Ora sei mia moglie, mia amica e mia amante. Con te condivido tutto." Dice Ethan lasciandomi sorpresa.
"Oh..."dico solo perché poi vengo circondata da un caldo braccio che mi porta ad una bellissima bocca che ancora una volta mi fa provare emozioni uniche e forti. Per la terza volta in questa giornata non ho parole per descrivere le risposte di Ethan.

Due settimane dopo

Oggi è una bellissima giornata.
La giornata è migliorata ancor di più quando Ethan a colazione, mi ha informato della sua decisione di dare un ballo questa sera. Anche se con poco preavviso, è riuscito a movimentare tutta la città per poter avere cibi e bevande di prima scelta e i migliori camerieri e paggi di tutta la città! Come sempre, ormai, non finisce mai di stupirmi.
E lo amo, lo amo alla follia! Strano eh?!
"Isabel cara, pretendo che tu vada in città a comprare un abito per questa sera. Quello che più ti aggrada. Saresti stupenda anche con uno straccio indosso, a mio parere, ma voglio mostrare a tutti quanto tu sia bella e mia, solo mia." Disse Ethan questa mattina prima di lasciarmi uscire a fare compere. Sarà emozionato per il ballo di questa sera, non lo avevo mai veduto così agitato e soprattutto mai così accorto nei miei confronti. Rimango alquanto scombussolata da questa sua rivelazione, ma non lo do troppo a vedere. Il viaggio in carrozza scorre lento e pacifico, fino a quando non giungiamo in città. Per questa occasione mi sono fatta accompagnare da Jade.

La calma della vita di campagna viene velocemente sostituita dal trambusto della grande città dove non c'è distinzione tra giorno e notte. Ogni ora del giorno è buona per svolgere qualsiasi tipo di attività lavorativa.

Entro, seguita da Jade, nel negozio di moda che preferisco fra tutti in città. La padrona è una donna alquanto ambigua, ma sa svolgere il suo lavoro in modo eccellente. I suoi capolavori sono paragonabili a quelli di sua maestà la Regina. Mia madre ovviamente non sa nulla di questa boutique, che anche sei squallida, per me è assai valida.
"Milady, vi prego di seguirmi." Mi dice la sarta una volta entrata nel negozio. È spettrale quasi, ma all'interno nasconde meraviglie che mai nessuno potrebbe immaginare.
Ma del resto ma giudicare un libro dalla copertina, no?

"Ecco, questo l'ho confezionato appositamente per voi. Sapevo che prima o poi sareste tornata e siccome siete la mia migliore cliente, volevo prepararvi qualcosa di reale e sontuoso. Questo è adatto alla vostra bellezza." Dice la sarta mostrandomi uno degli abiti più belli che io abbia mai visto.
"Oh, è davvero magnifico!" Dico solo per poi andare nel camerino per indossarlo. È decisamente adatto al ballo!

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