Estate

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L'ombra crociata del gheppio pare ignota

ai giovinetti arbusti quando rade fugace.

E la nube che vede? Ha tante facce

la polla schiusa.

Forse nel guizzo argenteo della trota

controcorrente

torni anche tu al mio piede fanciulla morta

Aretusa.

Ecco l'òmero acceso, la pepìta

travolta al sole,

la cavolaia folle, il viso teso

del ragno su la spuma che ribolle –

e qualcosa che va e tropp'altro che

non passerà la cruna...

Occorrono troppe vite per farne una.

                                                                    Eugenio Montale, L'Estate

Seppure con un po' di fatica, ci si addentrava in un'altra assurda stagione estiva. Il notiziario annunciava che Hillary Clinton aveva vinto la nomination democratica: la prima donna nella storia ad aggiudicarsela. Al discorso di Sanders quasi mi commossi: la Clinton in fondo poteva anche essere una buona candidata, ma io non potevo che sostenere il caro Bernie.

"Io sto ancora dalla tua parte, compagno!" dissi alzando il pugno, rimanendo spalmata sul divano.

A quel punto Giorgia uscì dal bagno e rimase per qualche secondo a guardarmi, assai perplessa.

"Guarda che Sanders ha minacciato un'azione legale contro una ditta che produceva magliette con su scritto Bernie is my comrade. Lui considera la parola compagno quasi un insulto."

"Che cosa mi dici mai?"

Dopo pochi giorni Giorgia partì alla volta della costa versiliana. Elisabetta, che voleva in tutti i modi un lavoro estivo, fu ingaggiata come stiratrice da un amico che sudava letteralmente sette camicie al dì.

Io le chiedevo "Sei felice di stirare camicie tutto il giorno, con questo caldo?" e lei mi rispondeva "Sì, relativamente." Io le dicevo "Stai attenta o il relativismo ti ucciderà" e lei mi rispondeva "Oh che ti cheti una buona volta?"

Altre amiche non ebbero sorti migliori: Carmela scoprì di essere stata rimandata in Latino e negli stessi giorni il fidanzato la lasciò per la campionessa toscana del Certamen. Come se non bastasse, il suo ex la chiamava ogni giorno per chiederle come stava, e lei passava le giornate studiando e cercando di non suicidarsi.

Serena, invece, si fece beccare davanti al Serraglio con un sacchetto di zucchero a velo grosso come un'anguria: non so come, ma se la cavò con una tirata d'orecchi da parte dei suoi e con l'allontanamento dal gruppo ricreativo parrocchiale.

Per Raimondo, invece, erano gli ultimi giorni di ripasso prima della maturità, e si era barricato in casa. Io andavo comunque sotto alla sua finestra ogni sera, ma non con lo stesso fremito e la stessa speranza di un tempo.

Mi intrattenevo con numeri di riviste arretrati che durante il periodo scolastico non avevo avuto il tempo di leggere. E poi ascoltavo la radio, per ore e ore.

I miei genitori erano più rilassati e finalmente facevano discorsi da italiani medi, discutendo di tasse, fatture e gelosie. C'erano gli Europei, e persino guardare la partita non mi dispiaceva poi così tanto. Erano giorni meravigliosamente fermi, mediocri, neutrali.

L'unico sogno nel cassetto che avevo, in quei giorni tiepidi, era l'approvazione di mio padre. Nonostante la lettura di Morte a credito non fosse molto indicata per la mia ansia notturna, sapevo che Celine era il suo scrittore preferito e mi illudevo che, se avessi imparato a scrivere come lui, allora avrei potuto realizzare il mio sogno.

Il problema è che i grandi non sono grandi per caso... ah no, non lo sono affatto... mica ce l'ho sempre avuto addosso, 'sta merda di complesso di inferiorità.... atmosfera soffocante... indigenza... misantropia... se avessi sempre dormito bene non avrei mai scritto un rigo... sono venute tante persone nella mia camera... non è che mi abbiano detto gran che... i nostri sforzi per renderci presentabili al sistema non saranno mai sufficienti... neanche il nostro abito buono è abbastanza elegante per presentarsi al cospetto di Contessa... e non c'è bisogno di essere operai per capirlo... ah, Raimondo, che cosa mi potrà mai dire questa città, quando tu sarai partito?... siam provvisori, questo è vero, ma io ho già provvisorieggiato abbastanza per la mia dignità... nel frattempo i giorni passavano... dal mattino alla sera facevo pressoché niente... di notte leggevo... iniziò la maturità... poi stragi su stragi, disastri ferroviari, attentati terroristici... 

Anche in città le persone sembravano aver perso la testa: condomini che gettavano secchiate d'acqua sopra alle teste dei clienti del bar sottostante, attivisti di Casapound che pulivano i giardinetti della Passerella per sciacquarsi la coscienza (e tra di loro c'era anche Giulio, pensate), Carlo Conti e Linus come ospiti speciali della Festa dell'Unità...

Insomma un inizio d'Estate delirante, vergognoso, incomprensibile e ottimo come argomento di conversazione.

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