Quella sera Giorgia ed Elisabetta mi invitarono a cena fuori: avevo paura di affrontare la serata pratese, ma in cuor mio credevo che ne valesse la pena. Se l'amore non aveva colmato il mio vuoto, forse allora l'amicizia ci sarebbe riuscita.
Dopo un'accesa discussione davanti al cinema Terminale, ci dirigemmo verso Burger Time, la pizzeria più sgangherata della zona e, forse per diretta conseguenza, anche la più buona: un tempo cenare sopra a un'asse da stiro ci provocava qualche perplessità, ma ormai ci eravamo abituate.
"Ecco il vinello, ragazze, ma solo perché siete clienti abituali. Sareste piccole, in teoria, quindi vedete di fare le brave perché poi la responsabilità ce l'ho io, d'accordo?"
Così tra una chiacchiera futile e l'altra iniziai ad alzare un po' il gomito: all'epoca pesavo 45 kg, quindi mi sarei potuta ubriacare anche con lo sciroppo per la tosse.
Per sbaglio mi rovesciai un po' di vino sulla maglietta.
"Dio suino." borbottai.
"Queste parole!" mi rimproverò Elisabetta.
"Fotte sega, se Dio c'era mi aveva già fulminata." le dissi, sobbalzando per il singhiozzo che mi aveva tutto a un tratto colpita.
"Modera il linguaggio, per cortesia. E senza neanche i congiuntivi, ma non ti vergogni?"
"Non hai paura del giudizio del Bambin Gesù?" mi chiese Giorgia, sghignazzando.
"Fotte sega anche di lui."
"Di' un'altra volta fotte sega e mi arrabbio veramente."
"Ah ah, l'hai appena detto tu."
Gli altri commensali osservavano la scena basiti.
"Bella la tua giacca, Elisabetta. L'hai comprata da Johnny Stockino?" rincarai la dose.
"Bada che ti riempio di saccagnate!"
"No, ferme ragazze! Ma quanti anni avete?"
Il ristorante era affollato, pieno di rumori interessanti, di discorsi mai prevedibili, di facce nuove. Una melodia familiare ci giungeva alle orecchie, quando trovavano la forza di stare zitte per una manciata di secondi.
"Alla tua, Gennarino. Dacci dentro!" dissi, credendo di alzare il bicchiere verso il tanto caro proprietario, intento ad allietare la sala accanendosi sulla sua pianola rotta.
"Gennarino se ne è andato da tempo, Ada. La musica viene dallo stereo." mi disse Giorgia, tristemente.
"Ah, certo, devo essermelo sognato. È tardi, il turno di Gennarino è finito. Perché parli come se fosse morto? Su, un po' di movida!"
"Perché è morto, Ada, è morto da ormai un anno."
"E me lo ricordi così? Eravamo amici!" le dissi, gemendo.
"Cosa ti dovevo dire per ricordartelo? È schiattato, ha tirato il calzino, è stramuort?"
"Era giovane.... Ma quando è stato il funerale, e dove? Non ricordo niente!"
"Non c'è stato un funerale. I suoi genitori sono miscredenti e mangiapreti come te."
In un secondo mi tornò in mente tutto e sentii un nodo in gola. L'ubriachezza rimescolava i ricordi, che riaffioravano a tratti intensi a tratti sbiaditi.
Morivo dalla voglia di raccontare della mia avventura con Raimondo, ma sapevo che le ragazze mi avrebbero presa in giro senza pietà, così raccontai solo della telefonata con Melanie.
"Melanie sarebbe una sua amica?"
"Che fessa illusa, non ci posso credere! Lo sanno tutti che stanno insieme, e da tanto tempo anche!"
Questa rivelazione mi lasciò molto perplessa.
"Ma allora perché lui mi ha detto che è solo un'amica?" chiesi.
"Perché sociopatica e borderline che non sei altro avresti combinato qualcosa di sconveniente!"
"Oh, sociopatica e borderline lo dici a tua sorella! Io comunque non posso credere che un ragazzo come Raimondo stia con un'americana piena di sé che ignora l'esistenza del fuso orario!"
"Tu puoi pure non crederci, ma la realtà delle cose non cambia."
"Sabato prossimo lo inviterò a fare una passeggiata con me: Raimondo smentirà tutto, vedrete!"
"Sì, una passeggiata... Forse se te lo carichi sulle spalle..."
"Cosa mi starebbe a significare questo?"
"Che oggi pomeriggio si è schiantato con la sua bici elettrica, e ha una gamba fuori uso!"
"Ma come fate a sapere queste cose? Quando pensavate di dirmelo? Perché nessuno mi dice mai niente in questa città?"
"Mi sa che sei tu che non senti."
Nel mentre le amiche ridevano e brindavano, ma io ero già scappata da quella gabbia di matti, lasciando a loro il conto da pagare.
"Vai, Orlanda Furiosa! Ci vediamo domattina!"
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Hawaiana - Un sogno di provincia
Ficción GeneralNella Prato dei giorni nostri, la giovane Ada rivive in un lungo e frammentario flashback il suo innamoramento per Raimondo, un affascinante vicino di casa in procinto di trasferirsi dall'altra parte del globo, a Honolulu. Il rifiuto del ragazzo, in...