Capitolo 1.

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Mi sveglio all'improvviso e guardo l'orario, 07:43.

07:43? Cazzo ho dimenticato di impostare la sveglia.

È il mio primo giorno di liceo, non male come inizio dai.
Devo essere a scuola per le 08:00, il preside farà un discorso ai nuovi arrivati.
È praticamente impossibile che io arrivi puntuale.

Chiedo a mia madre di firmarmi una giustificazione per il mio ritardo su un libretto che l'istituto regala subito dopo l'iscrizione.

Ho guadagnato un po' di tempo e mi sono presa anche una bella sgridata da mia madre per il mio essere molto puntuale, la giornata inizia molto bene direi.

Dopo essermi lavata, corro in camera a vestirmi. Indosso un paio di jeans neri con gli strappi alle ginocchia,una maglia nera molto larga con sopra qualche frase incomprensibile stampata in bianco e le mie amate Converse nere.

Esco di casa senza fare colazione e mi precipito in macchina dove mio padre mi attende da una mezz'ora piena.

Ah,non mi sono presentata.
Mi chiamo Laura ed ho 15 anni. Ho gli occhi scuri e i capelli castano chiaro,sono abbastanza alta e come avete potuto capire,oggi è il mio primo giorno di liceo.

Sono stata bocciata durante la terza media e quindi in classe sarò la più grande dato che,nella sezione C,quella che da oggi frequenterò,non ci sono ragazzi bocciati.

Arriviamo dopo qualche minuto di macchina,non è molto lontano da casa mia.

Metto lo zaino sulle spalle che ha preparato precedentemente mia madre,scendo dall'auto e corro all'entrata dimenticandomi di salutare papà.

Lo saluto con la mano ed entro.
Ora mi sorge spontanea una domanda...

Dove cazzo si trova la mia classe?
Inizio a vagare per i corridoi in cerca di una porta con su scritto "1°C" ma, l'unica cosa che trovo, è una ragazza con le punte dei capelli colorate di azzurro, quasi verde acqua, evidentemente il colore sta andando via.

Mi avvicino a lei e noto che sta guardando dei fogli dove sono scritte le classi e i componenti di esse.

Tossisco forzatamente per farla accorgere della mia presenza, si gira e noto subito i suoi occhi.

Mai visto qualcosa di così bello in vita mia, resto a fissarli e mi riprendo dai miei pensieri dopo qualche secondo.

Laura: «Bel colore,le tue punte hanno proprio bisogno di una ripassata.»

?: « Stavo pensando di farle ritornare al mio colore naturale in realtà. Cerchi la tua classe?»

Laura: «Purtroppo sì,ho notato che nel piano di sotto non c'è e pensavo di andare a controllare nel piano superiore,i tuoi capelli mi hanno attirata in qualche modo.»

Le scappa una piccola risata, è così bello il suo sorriso.
A risvegliarmi dai miei pensieri è lei che mi sventola la mano davanti nel tentativo di farmi tornare sulla terra ferma.

?: «Non sognare ad occhi aperti, qual'è la tua classe?»
Laura: «1°C»

?: «Davvero? È anche la mia!»

Laura: «Vedo che non ti piace molto stare dentro l'aula. »

?: «La prof è andata a fare una telefonata.»

Laura: «Mi faresti un gran favore accompagnandomi in classe.»

Si avvia verso le scale ed io la seguo,all'improvviso si ferma,mi afferra dal polso e torna indietro correndo, trascinandomi nel bagno dei ragazzi.

Laura: «Posso sapere qual'è il tuo problema?»

?: «Parli del fatto che ci troviamo nel bagno dei ragazzi o del mio scatto improvviso sulle scale?»

Laura: «Sarei felice se mi spiegassi entrambe le reazioni.»

?: «Il preside stava scendendo le scale, con la nostra professoressa, se ci avessero viste in giro per la scuola, ci saremmo prese un bel richiamo.»

Laura: «Sarebbe meglio tornare in classe, il discorso del preside non era alle 8?»

?: «La nostra professoressa ha preferito rimandare alle ultime due ore,nel frattempo parlerà solo con le altre sezioni.»

Pensavo di aver saltato la parte più noiosa della giornata e invece devo subire due ore sentendo un uomo in giacca e cravatta che parla sulle leggi scolastiche e sul nostro comportamento durante i 5 anni.

Cala il silenzio.

Mentre restiamo appoggiate al muro in attesa che la nostra professoressa torni a fare la sua telefonata, noto che la sua mano non è più sul mio polso ma intrecciata alla mia da chissà quanto tempo.

Arrossisco,giro la testa dall'altro lato e lei se ne accorge sentendo la mia mano sudare.

?: «Sei carina quando arrossisci.»

Laura: «Tu lo saresti ancora di più se mi portassi in classe per posare lo zaino. »

?: «Come vuoi tu.»

Mi bacia la guancia e stacca la mano dalla mia per spostarmi il ciuffo da sopra l'occhio.

Laura: «Come ti sei permessa?»

?: «A fare cosa?»

Laura: «A toccare i miei capelli, soprattutto il ciuffo.»

?: «Come ti chiami?»

Laura: «Cambi subito discorso vedo, mi chiamo Laura.»

?: «Io Fabiana.»

Mi avviai verso le scale aspettandola, cammina davvero molto piano la ragazza.

Mi accompagnò davanti la porta della classe e mi girai verso di lei.

Laura: «Allora? Non bussi?»

Fabiana: «No dai,bussa tu.»

Laura: «Perchè dovrei farlo io? Sei tu che sei arrivata per prima in questa scuola.»

Fabiana: «E se la professoressa è già dentro?»

Laura: «Mi fingo una maniaca che ti ha rapita trascinandoti nel bagno dei ragazzi.»

Fabiana: «Non perdi mai la voglia di scherzare eh?»

Bussò alla porta ma nessuno rispose,si sentiva solo gente che parlava, così entrammo.

Per fortuna la professoressa stava ancora parlando con chissà chi.
Notai subito che la classe è composta da tre file,il banco di Fabiana è all'ultimo posto attattaccato al muro nella fila a destra.

Osservai subito la classe,ai primi banchi c'erano i soliti secchioni che stavano in silenzio in attesa del ritorno della professoressa,i banchi dietro invece,erano occupati da ragazzi con poca voglia di vivere da come ho notato.

Nessuno fa battute,alcuni socializzano e altri fissano lo schermo del telefono in attesa di un messaggio.
Fabiana andò a sedersi e io cercavo un banco libero,l'ultimo posto rimasto era nella fila opposta alla sua,esattamente un posto avanti al suo.

Sfortunatamente capitai vicino alla finestra e il sole iniziava già a rompermi le palle.

Mi girai verso fabiana e notai che mi stava fissando.

Appena il mio sguardo incrociò il suo, sorrisi spontaneamente, lei fece altrettanto.



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