Capitolo 8.

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Passarono giorni, settimane.
Continuavamo a vederci dopo la scuola e giorno dopo giorno sentivo di amarla sempre di più.
Mi affezionai tantissimo, diventò la mia migliore amica, parlavamo di tutto e tutti senza problemi.
Io mi fidavo di lei e lei si fidava di me.

Ci prendevamo in giro, dormivamo spesso insieme, tutti i pomeriggi li passavamo al parco o a casa di una delle due, mangiando e guardando film abbracciate sul divano.
Le insegnai addirittura a suonare qualcosa al pianoforte.

Migliorò la mia vita, tutti i brutti pensieri sembravano essere svaniti e lei senza saperlo mi stava salvando.

"Devo parlarle del mio passato" pensavo spesso, ma ogni giorno rimandavo.
Nonostante sapesse molte cose su di me, quello che più mi feriva le era totalmente sconosciuto.

Una delle sue tante cose belle era la pazienza, sapeva aspettarmi.
Mi dava tempo quando non ero pronta per parlarle di qualcosa e sapeva sempre come tranquillizarmi quando mi vedeva triste o nervosa.

Dovevo tutto a lei.
Le misi in mano la mia felicità e così facendo le diedi il potere di farmi del male, ma lei non lo fece mai.

Le dedicai un'altra canzone durante quelle settimane.
"La cura" di Franco Battiato.

Perchè sei un essere speciale, ed io avrò cura di te.”

Pian piano arrivarono le vacanze di Natale e purtroppo, nelle feste natalizie ognuno dovette stare con la propria famiglia.
Capodanno invece lo avremmo passato insieme.

30 Dicembre
Fabiana❤: Pronta per domani?
Laura: Più che pronta!
Fabiana❤: Passo a prenderti io?
Laura: Okay, sii puntuale però.
Fabiana❤: Lo sono sempre.

Il nostro compagno di classe aveva una villa fuori città e invitò gli amici con cui aveva legato di più in quei mesi per passare insieme il 31 dicembre e l'1 gennaio, senza adulti.

Arrivò il giorno della festa, la villa era lontana così decidemmo di partire la mattina presto per goderci interamente le due giornate.
Mi svegliai verso le 08:00 e preparai un borsone con dentro la mia roba, alle 09:00 sarebbe arrivata Fabiana a prendermi per andare alla stazione, ci avrebbero accompagnate i suoi genitori.

Ormai avevo confidenza con la sua famiglia e mi sentivo a casa quando ero con loro, stessa cosa lei.

Sentii suonare al campanello e corsi a salutare i miei, ero elettrizzata per la nuova esperienza.

Aprii la porta e vidi davanti a me una meraviglia, la mia meraviglia.

Fabiana: «Buongiorno! Andiamo?»

Laura: «Quanto cazzo sei bella?»

Fabiana: «Non lo so, dimmelo tu.»

Laura: «Quanto il culo della padella.»
Sdrammatizzai.

Invece era bellissima.
Aveva messo un maglione largo e dei leggins per stare comoda durante il viaggio, probabilmente se non ci fossero stati i miei genitori in casa avrei detto addio al viaggio e al capodanno e le sarei saltata addosso, e chissà, forse avremmo fatto l'amore.

Fabiana: «Non sei per niente divertente.»

Laura: «Uuh qualcuno è acido questa mattina.»

Fabiana: «Dai! Vieni se non vuoi che i ragazzi prendano il treno senza di noi.»

Salutai mamma e papà ed entrai in macchina, c'era solo suo padre.
Accese la radio e su RTL 102.5 partì "Occhi profondi" di Emma.
In quale altro modo avrei potuto iniziare bene la giornata?

I will be strong for two.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora