Capitolo 3.

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Fabiana: «Ciao Mà, sono al parco con una mia amica.»

Mamma Fabiana: «A che ora torni a casa?»

Fabiana: «Non lo so, aggiungi un posto a tavola, la mia amica si ferma da noi a cena.»

Mamma Fabiana: «Non tornate tardi! A dopo.»

Si riferiva a me?
Ero io l'amica che avrebbe cenato da lei?

Chiuse la chiamata e tornò ad accarezzarmi il collo tenendo le braccia intorno ad esso.

Rimasi in silenzio osservando il modo in cui si torturava il labbro inferiore.
La mia pelle era sempre più calda.

Fabiana: «Sei rossa.»

Laura: «Cosa te lo fa pensare?»

Fabiana: «Non lo sto pensando, ti vedo

Laura: «Non avrei motivo per arrossire.»

Mentii.
Avevo tutti i motivi di questo mondo per farlo.

Restammo in silenzio,i nostri nasi si sfioravano,le nostre fronti erano attaccate e a dividere le nostre labbra erano pochi centimetri.

Fabiana: «Parlami di te.»

Domanda inaspettata.

Laura: «Cosa vorresti sapere?»

Mi allontanai un po' da lei e mi sedetti sul prato enorme che ci circondava.
Mi assecondò sedendosi accanto a me e appoggiando la testa sulla mia spalla.

Fabiana: «Tutto quello che c'è da sapere.»

"Come ad esempio che mi innamoro di te sempre di più,ogni secondo che passa?" pensò la mia mente malata.

Laura: «Non c'è molto da dire, amo la musica e Emma Marrone è l'unica persona capace di farmi stare bene. Tutto qui.»

Fabiana: «E Marco? Non è il tuo migliore amico?»

Laura: «Sta andando via anche lui.»

La sua mano si avvicinò alla mia che era appoggiata sull'erba e le nostre dita si intrecciarono.
Un altro brivido.

Laura: «Tu invece? Non so nulla di te.»

Fabiana: «Come se io sapessi qualcosa in più di te.»

Laura: «Più avanti te ne parlerò.»

Fabiana: «Promesso?»

Laura: «Promesso.»

Non avrei dovuto promettere niente.
Sentivo di amarla e non andava bene,non andava bene un cazzo.
Dovevo togliermela dalla testa e non lo avrei fatto se avessi continuato a starle vicino.

Fabiana: «A cosa pensi?»
Domandò mentre fissavo le nostre mani che combaciavano perfettamente.

Laura: «Che è arrivata l'ora di tornare a casa, ho promesso a mia madre che l'avrei aiutata a preparare la cena.»
Mentii di nuovo.

Fabiana: «Ho detto a mia madre che avresti cenato da noi, chiama la tua e avvertila che non sarai a casa stasera.»

Non sapevo cosa dire.
Inventare le bugie non è mai stato il mio piatto forte.
Mi aveva messa in difficoltà e come una stupida annuii sfilando il cellulare dalla tasca.

I will be strong for two.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora