Capitolo 4.

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Suonò qualcuno al citofono.
Fabiana scese a controllare e io buttai la sigaretta in strada.

Mi sdraiai sul suo letto aspettandola e poco dopo la vidi entrare con una busta e lo scatolo della pizza in mano.

Laura: «Hai intenzione di cenare sul letto?»

Fabiana: «Hai fame?»

Laura: «Non molta al momento.»

Erano ancora le 19:46.

Fabiana: «Non dobbiamo mangiare proprio ora.»

Laura: «Cosa vorresti fare allora?»

Posò la pizza sulla scrivania e si sdraiò accanto a me.

Fabiana: «A te cosa piacerebbe fare?»

Laura: «Ascoltarti. Parlami di te.»

Si girò verso di me restando appoggiata sul fianco mentre io ero rivolta verso il soffitto.

Appoggiò il braccio sulla mia pancia e con le dita disegnava cerchi immaginari.
Ancora brividi.

Notai che sul suo braccio c'erano delle cicatrici, non molte, ma profonde.

Il mio pensiero andò subito all'autolesionismo.
Ma com'era possibile? Un essere così perfetto che si autoprocura del male?

Laura: «Cos'hai qua?»
Indicai un punto preciso sul suo braccio.

Fabiana: «Non volevo le notassi.»

Laura: «È quello che penso io?»

Fabiana: «Cosa pensi?»

Laura: «Che te le sia procurate tu.»

Il suo sguardo mi fece capire che in realtà non mi sbagliavo.

Le presi delicatamente la mano e iniziai a baciarle ogni cicatrice che aveva sul braccio.

Chissà quante altre ne portava sul corpo.
O quante altre ancora ne portava dentro di sè.

Gliele avrei baciate tutte, dalla prima all'ultima.
A partire dalle gambe e a finire sulle braccia.

La guardai attentamente e notai che ne aveva molte anche in altre parti del corpo.

Laura: «Perchè lo hai fatto?»

Fabiana: «Non sono mai stata abbastanza. »

In quel momento non aveva bisogno di parole, così l'abbracciai.

Io le accarezzavo i capelli dandole piccoli baci umidi sulla guancia e poco sotto l'orecchio.
Lei si fece semplicemte coccolare stringendomi forte.

Eravamo solo noi due.
Il resto non contava.

Restammo abbracciate sul letto per molto tempo senza dire nemmeno una parola.

Laura: «Non farti più del male.»

A quelle parole appoggiò la testa nella piega del mio collo e mi lasciò un bacio caldo e dolce.

Forse avevo toccato un tasto del suo passato che le faceva ancora male.

"Piccola. Sei così piccola e nessuno ti abbraccia mai."
Pensai.

Mi allontanai un po' da lei per accarezzarle il viso e vidi i suoi occhi tristi e spenti.

Mi si spezzò il cuore.

I will be strong for two.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora