Tra un cornetto e un cappuccino

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Vengo svegliata dal cellulare che vibra. Merda. Ho dimenticato di spegnerlo. Stendo la mano verso il comodino e prendo il telefonino. L'orologio mi avvisa che sono le dieci, ho dormito solo cinque ore. Quando non sei fidanzata metti come numero preferito per i minuti illimitati quello della tua migliore amica. Eravamo state un'ora e mezza al telefono.
Noto che ci sono quattro sms e apro il primo

Dove abiti?

Digito velocemente l'indirizzo. Poi penso che non ho controllato il mittente ma la batteria cede e il cellulare si spegne.
Mi alzo come un automa, ho ancora qualche residuo di alcol nelle vene e ho bisogno di un caffè. E di una doccia. Mi annuso i capelli, a dire il vero ho bisogno pure di uno shampoo ma in questo momento non ho voglia di dedicarmi ai miei capelli. Per gestire i capelli ricci lunghi ci vuole una laurea.
Mi infilo in bagno, mi spoglio, mi faccio i capelli a crocchia e mi fisso la cuffia per non farli bagnare.
Mi lavo lentamente lasciandomi accarezzare dall'acqua. Sto morendo di sonno. Quando esco dalla doccia mi accorgo che ho delle occhiaie leggere e c'è ancora qualche residuo di trucco. Non ho ancora imparato a struccarmi bene. Mi passo il cotone con lo struccante sul viso e, attorcigliando un asciugamano attorno al corpo, esco dal bagno. Sento provenire delle voci dalla cucina. Noto che la voce di Rosanna, la mia coinquilina, sembra essere cambiata di qualche tono, assomiglia quasi a quella di una bambina. Scuoto la testa mentre mi dirigo verso la mia stanza quando sento distintamente la voce della persona con cui sta parlando la mia coinquilina. Che ci fa lui qui?

Sospiro. Ecco a chi avevo mandato il messaggio e mentre lo realizzo penso gongolante che lui ha ancora il mio numero memorizzato. Mi infilo velocemente nella mia stanza e cerco qualcosa di pulito e carino da indossare. Passo un po' di correttore nelle occhiaie e mi sistemo i capelli. Quando mi ritengo soddisfatta del mio operato mi dirigo in cucina.
Rosanna ed Edoardo stanno parlando. Perché lei non mi è venuta a chiamare? Ma soprattutto perché l'ha fatto entrare in casa? Non è che può fare entrare chiunque, senza averlo mai visto prima, solo perché aveva detto che mi conosceva. E se fosse stato uno stalker? E se fosse stato un emerito sconosciuto che voleva derubarci e che per caso sapeva il mio nome?

Da come gli fa gli occhi dolci capisco che lo avrebbe fatto entrare anche se non avesse chiesto di me, anzi, solo perché cercava me non l'ha ancora invitato nella sua stanza.

«Buongiorno» dico entrando nella cucina.

Edoardo mi guarda, sorride e si alza.

Rosanna non è contentissima del mio arrivo.

«Buongiorno» mi dice lui. Mi avvicino e ci scambiamo un bacio sulla guancia.

È così strano comportarmi in maniera così tranquilla con lui.

«Ho pensato che potremmo andare in giro, non ho ancora girato del tutto la città...se ti va da farmi da Cicerone...o non ti va?» Mi chiede lui.

«Certo, possiamo andare, è solo che mi sono meravigliata un po' a trovarti qui».

«Mi hai scritto tu l'indirizzo, secondo te cosa dovevo farmene?»

Sono ancora troppo addormentata per spiegargli tutto.

«Andiamo?» Esordisco alla fine. Edoardo congeda Rosanna con una stretta di mano che la lascia delusa, io prendo la borsa e andiamo fuori.

Mentre lo seguo vado sbadigliando.

«Sto morendo di sonno, non so fino a che punto possa esserti utile oggi» dico.

«Ma dai, a che ora sarai andata a letto? Alle tre e mezza?»

Mi guardo la punta dei piedi. «Alle cinque» mormoro.

«Alle cinque? Se non sono indiscreto, posso chiederti che hai fatto?» Sembra veramente meravigliato.

Limiti matematici e d'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora