L'agente immobiliare apre le tende facendo inondare di luce la stanza, poi si gira verso di noi.
È una donna sulla quarantina, ha i capelli ramati ed un evidente sorriso finto sulle labbra.
«Questo è l'ingresso, come potete notare è piuttosto luminoso. Tutta la casa è decisamente luminosa, se mi seguite vi mostro il soggiorno».
Ci muoviamo dietro di lei che mentre avanza sistema qualche soprammobile o cerca di nascondere gatti di polvere con i piedi. Sbuffo.
Questo è il quinto appartamento della giornata che visitiamo. Perché ho accettato la proposta di Edoardo? Voglio passare del tempo con lui, però non certo in questa maniera.
Ok, è colpa mia, potevo passare il tempo anche in un'altra maniera ma ho posticipato la cosa. Perché? Il mio inconscio a volte mi lascia proprio perplessa. L'ho sempre desiderato e ora che posso averlo ho paura di lasciarmi andare. Non diventerà, forse, una storia seria, quindi perché non abbandonarmi tra le sue braccia e spassarmela gli ultimi giorni di permanenza qui? Perché sono fatta così.
Perché sono sicura che se mi rotolassi tra le lenzuola con lui in questo momento mi piacerebbe, ma non quanto mi potrebbe piacere se aspettassi qualche altro giorno. Per dare tempo al mio corpo di abituarsi alla sua presenza, per far ritornare l'attrazione tra le particelle dei nostri corpi, per far rinascere la chimica.
Sono un'inguaribile romantica e anche se so che non ci sarà futuro tra di noi, voglio che la nostra prima volta assieme sia speciale. Solo che ho paura che così mi affezioni troppo a lui. È stato difficile dopo il liceo non pensare più a lui, la tentazione di prendere il telefono e chiamargli era grandissima.
Ogni tanto, quando tornavo in paese mi dirigevo verso quello che era stato il suo appartamento nella speranza di vederlo uscire, anche se sapevo che non abitava più là.
Ma in che guaio mi sto cacciando? So che non ci sarà futuro per noi, perché devo farmi del male? Finirà come al liceo, io che gli sbavo dietro e lui dal comportamento indecifrabile. Anche se ora non ha un comportamento indecifrabile, anzi...direi tutt'altro!
Il mio monologo interiore viene interrotto dalla suoneria del telefono dell'agente immobiliare. La donna tira fuori il cellulare dalla borsa scusandosi con noi, corruga la fronte e, preoccupata, si allontana rispondendo.
Un paio di secondi dopo mi ritrovo appoggiata al muro. Edoardo mi guarda con una scintilla negli occhi.
«Ci siamo io, te e un appartamento semivuoto. Che ne dici se riproduciamo qualche scena de "L'ultimo tango a Parigi?"» mi sussurra nell'orecchio.
Le mie gambe si rammolliscono.
Mi dà un bacio sul collo e una serie di scariche elettriche mi percorre il corpo. Un bacio sull'angolo della mandibola, un bacio sul mento. È a qualche centimetro dalla mia bocca, prendo io l'iniziativa questa volta e lo bacio. Edoardo sembra infervorarsi ancora di più e le sue mani iniziano a percorrermi il corpo. Mi sento come se fossi ancora vergine, come se questi fossero i miei primi contatti con un uomo. Senza accorgermene un gemito mi esce dalla bocca e vedo l'incresparsi di un sorriso sulle labbra di Edoardo. Le sue mani si fermano sopra la zip dei miei pantaloni e la aprono. Sobbalzo.
«Ho il ciclo» dico.
«Sul serio?»
«Sono una donna, ce l'ho ogni mese».
«E che sfiga! Proprio ora ti dovevano venire?»
«Ringrazio il cielo che mi vengano puntuali».
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Limiti matematici e d'amore
Storie d'amore«Ti piace il tuo professore di matematica» sentenziò mentre mi andavo vestendo. «No!» esclamai forse con troppa enfasi senza neppure guardarla in faccia. «Tu non me la dai a bere ragazzina. E poi come darti torto? Non è messo per niente male». Le...