Capitolo 4.

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Alessandro

Stavo controllando alcuni pacchi arrivati in agenzia quando ad un certo punto sento il cellulare squillare:
<<Pronto?>>
<<Ciao Ale, mi devi fare un favore>>
Guardai lo schermo del telefono e vedi
che era Mike.
<<Dimmi tutto>>
<<Povresti andare a prendere Ventina davanti scuola, non voglio che vada in treno o prenda l'autobus è diventato pericoloso nei ultimi tempi>>
Solo a sentire il suo dolcissimo nome mi venivano i brividi sulla spina dorsale.

MA A CHE DIAVOLO PENSI ALESSANDRO?! SVEGLIATI!

<<Certo, sarà fatto. Al massimo la riporto un po più tardi a casa, la porto a mangiare qualcosa..no?>>
<<Si si, le farà sicuramente piacere, esce tra mezz'ora. Sei un amico Ale grazie mille>>
<<Di nulla, figurati>> chiusi la telefonata e iniziai a dubitare che le avrebbe fatto piacere andare a mangiare qualcosa "con me", ma okay.

Ero in macchina, davanti a quella scuola gremita di pecoroni che facevano tutti la stessa cosa: fumare e rovinarsi la vita come se non ci fosse un domani; la cercai con lo sguardo ma non la trovavo, proprio quando stavo per scendere dalla macchina e cercarla personalmente vedo una scena che non mi sarei mai aspettato di vedere..
Seduta su un muretto, Valentina era china su di un libro con una sigaretta ancora intatta -che pensai dovesse accendere- sulle labbra. Quella scena mi fece ribollire il sangue, non me lo sarei mai aspettato da lei, come poteva rovinarsi cosi? Lo sapeva Mike? Avrei dovuto dirglielo? Cosa ci faceva lì da sola?
Troppe domande senza alcuna risposta..

Valentina

Finalmente suonò la campanella dell'ultima ora, uscì da scuola e mi sedetti su un muretto per aspettare Giada, la mia migliore amica, che nel frattempo se la stava sicuramente facendo con Antonio -un ragazzo della nostra classe alto, capelli più gialli che biondi (ovviamente tinti), occhi color merda (per essere brutali eh), più ossa che pelle, che si crede "figo" quando non lo è.. Insomma uno sfigato come tutti gli altri- perciò per non annoiarmi (Precisiamo che odio annoiarmi), presi dallo zaino il mio pacchetto di Marlboro light mettendone una fra i denti e poi tirai fuori il mio libro preferito "Colpa delle stelle" continuando a leggere da dove ero rimasta, talmente presa dalla lettura che non mi accorsi neanche di essere stata trascinata giù dal muretto fin quando non mi ritrovai a un palmo dei miei occhi color nocciola preferiti, diciamo..un po' arrabbiati.

Wo wo wo, frena frena Vale. Che cazzo stai dicendo?! "I miei occhi color nocciola preferiti?!" Okay, calma, è stato un errore e lui non ha sentito..

- Vale! Dannazione mi ascolti!? - Cosa? Stava parlando con me?

Si stupida, pensi che ci sia un'altra Vale che lui sta chiamando in questo momento?

Zitta coscenza!

In quel momento mi resi conto che mi stava stringendo il braccio, la sigaretta e il MIO libro erano per terra e tutta la scuola ci stava osservando; lo squadrai dalla testa ai piedi, mi ricomposi e gli chiesi cosa volesse con tutta l'indifferenza che potevo avere. Si guardò in torno e vide che stava dando fin troppo spettacolo, così tolsi il mio braccio dalla sua stretta, presi il libro, la sigaretta e misi in spalla lo zaino, non feci in tempo a tirarmi su che lui mi aveva già trascinata in auto mettendo la sicurezza dopo che fu entrato lui.
Lo guardai di sbiego con un sopracciglio alzato e dissi:
- Non sono una bambina, perché la sicura?
- Qui le domande le faccio io.
- Sì capo. No adesso a parte gli scherzi togli la sicura e fammi scendere devo andare via con Giada.
- Mi dispiace ma tuo fratello mi ha chiesto di venirti a prendere, perciò eccomi qui.
- CHE COSA?! Io devo andare a casa di Giada per studiare!
- Ah sì? E cosa, come ti insegna? A fumare eh?
- Che..?! - ma che diavolo stava dicendo..
- Oh andiamo! Non fare la finta tonta con me. Puoi prendere per il culo Mike, ma non me Valentina.
- Davvero, non capisco cosa tu stia dicendo..
- Ti ho vista con la sigaretta in bocca cazzo! Non fare finta di nulla, ti ho vista! Non pensavo fossi così, non pensavo volessi riempiti i polmoni di catrame come fanno tutti gli altri per credersi grandi, tu non sei così so che sei diversa, che puoi essere migliore. Lo sa Mike? Direi di no vero? E.. - non lo feci neanche finire perche già stavo ascoltando troppo - Punto primo: Se ci hai fatto caso io la sigaretta non l'ho mai accesa
- Ci credo, sono arrivat.. -
- STA ZITTO! OKAY? OKAY. Stavo dicendo, che non l'ho mai accesa perche semplicemente è una metafora, metti tra i denti la cosa che ti potrebbe uccidere ma non gli dai il permesso di farlo; "Colpa delle stelle", mai letto?
Punto secondo: No Mike non lo sa e, se anche fumassi veramente non spetterebbe a te dirglielo;
Punto terzo: Non sono cazzi tuoi. Non sei nessuno per dirmi ciò che devo o non devo fare, men che meno come comportarmi. Non sai niente di me. Tu. Non. Sai. Niente.
Punto quarto: Dovresti conoscere la persona prima di giudicarla e soprattutto imparare ad ascoltare, dare il permesso di parlare; ma siccome non ne sei capace hai solo dato spettacolo davanti a un branco di teste di cazzo che penseranno chissà cosa, hai puntato il dito contro. Ma bravo! Volevi fare colpo con tutte le tue provocazioni e le tue cazzate da "uomo cavernicolo"? Beh, sai che ti dico? Che prima di definirti "uomo" dovresti imparare a guardarti e chiederti chi sei veramente e non giudicare le persone senza conoscerle. Non sperare più di fare colpo perché se prima ci poteva essere una remota possibilità, ora mi sei caduto.
E ora portami a casa." - rimase zitto per tutto il tragitto e non replicò a ciò che dissi, io d'altro canto avevo la testa appoggiata al finestrino a contemplare quel cielo scuro che, piangeva rispecchiando perfettamente il mio umore.
Arrivammo davanti casa abbastanza in fretta, non gli diedi il tempo di spegnere il motore che scesi dall'auto più veloce di Flash in persona e salì le scale dell'appartamento di corsa, mentre, lui dietro di me urlava il mio nome invano; se sperava che sarebbero bastate delle paroline dolci o un semplice "scusa" si sbagliava di grosso (almeno fino a quando non mi sarebbe passata da sola).
Entrai in casa andando dritta in camera mia sbattendo la porta e appoggiandomi subito dopo. Era strano, non avevo mai fatto una sfuriata del genere a qualcuno, men che meno ad un ragazzo, insomma perché reagire così se non mi interessava?
Aprì di poco la porta sentendo che stava parlando con Mike.
- Ale che cosa è successo?
- Beh non era contenta di vedermi.. Ha detto che sarebbe dovuta andare a casa di una certa Giada per studiare.. Piccola discussione comunque, nulla di che.
- Beh, non mi sembrava "nulla di che".
- Sta' tranquillo Mike, sono sicuro che le passerà.
Quell'ultima frase mi ferì, come se non gli importasse nulla! Ma è ovvio che non gliene importa, lui voleva solo una cosa da me come tutti.

Luca
Dopo aver parlato con Ale andai verso la camera di Vale per scusarmi, me n'ero completamente dimenticato; bussai e non rispose nessuno, sapevo che Vale quando era arrabbiata o di luna storta bisognava lasciarla stare almeno qualche minuto, volevo dirle che l'avrei accompagnata subito dopo aver mangiato da Giada. Bussai una seconda volta e ancora non mi rispose, così le dissi che ero io e di aprire la porta, non rispose ancora ed entrai senza il suo consenso, ma in camera non c'era nessuno..

~*SPAZIO ME*~
Ciao ragazzi, mi scuso per l'orario di aggiornamento, ma era l'unico momento libero, come sempre mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, mi piacerebbe vedere più visualizzazioni e voti. Spero che il capitolo non sia noioso e vi piaccia, commentate.
Aspetterò vostre notizie
La vostra Vi 😘

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