Capitolo 12.

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Valentina

Dieci chiamate perse. Dieci! Quella notte non riuscì a dormire; non aveva ne anche mandato un messaggio di scuse o dove spiegasse il motivo della sua improvvisa "assenza".. Avevo un brutto presentimento, il cuore ch'era un macigno e lo stomaco sottosopra che minacciava di rigettare la cena della sera precedente; avevo un senso di paura, se non ansia che non mi piaceva. Decisi di alzarmi dal letto e andare a scuola - Mike mi avrebbe uccisa se avessi saltato altri giorni - e mentre mi preparai mi vennero in mente le parole di Emma... Io mi fidavo di lui e dovevo smetterla di fermi tutte quelle paranoie prima di morire di attacco di panico. Scesi le scale con lo zaino in spalla e sentì lo sguardo di mio fratello addosso.
- Sono contento dell'amicizia che avete tu e Alessandro.. Almeno so che non ci proverebbe come altri idioti dei miei amici farebbero. Ha fatto un miracolo. -
- Che cazzate stai sparando?? - penso di aver avuto un'espressione stra lunata.
- Okay okay - disse alzando le mani in segno di resa - ti lascio stare.. - annuì e salutai, ma quando feci per aprire la porta la mano di mio fratello stringeva la mia e appena mi voltai mi strinse in un abbraccio dolcioso e protettivo. Lo guardai negli occhi, gli sorrisi lievemente e dopo che mi lasciò un bacio sulla fronte uscì di casa.
Nel cortile di scuola vidi Giada che fumava insieme ad uno dei nostri compagni di classe, non mi era venuta a trovare neanche una volta, nessuna chiamata, nessun messaggio... Cercai di non dar molto peso a quelle cose e andai da lei per salutarla, non aspettandomi però uno sguardo carico di rabbia e il muso lungo che aveva sempre quando qualcosa non le andava giù.
- Ehi.. - provai a dialogare.
- Ciao. - okay, qualcosa non andava di sicuro.
- che ti prende?? C'è qualcosa che non va?? - mi stavo preoccupando
- no. Non ho niente. -
- Bhe non mi sembra.. Non ti sei neanche preoccupata di mandarmi un messaggio! - - Che devo dirti! Ho avuto altro da fare.. - queste non erano parole sue - sai anche io ho una vita sociale; il mondo non gira in torno a te Valentina. Svegliati. -
Spense la sigaretta e se ne andò senza aggiungere altro. Ero senza parole.. Ero diventata un peso per lei senza nemmeno accorgermene, ma perché non me ne ha parlato prima!? Abbiamo sempre risolto tutto e ne abbiamo passate di peggiori; speravo di venire qui e trovarmi davanti una persona che non vedeva l'ora di vedermi, una persona a cui mancavo e invece mi sono ritrovata davanti tutt'altro. Entrai nell'Istituto con gli occhi di tutti puntati addosso, mi guardai in torno sentendo parlare sottovoce e le risatine di tutte quelle persone quando passavo, che diavolo stava succedendo?! Decisi di lasciar perdere, sicuramente erano voci stupide che giravano e magari neanche si di me.. Giusto? Entrai in classe e scrissi ad Alex consapevole di non ricevere risposta.

***

Passarono due giorni senza sentire Alex. Due giorni che Giada non mi parlava. Due fottuti giorni in cui la gente parlava e rideva. Mi sentivo oppressa, stanca e confusa.. non mangiavo e vomitavo per il nervosismo, la testa mi girava e l'ansia si faceva via via sempre maggiore. Enzo non si vedeva da un po' in giro ed era strano, molto strano, non si faceva mai scrupoli pur di provocarti. E con le voci che c'erano a scuola ( non avevo ancora sentito quali fossero.. ), non poteva non essere presente.. Lui adorava far girare quelle voci e prendere di mira la vittima.
Quel pomeriggio appena arrivai a casa esausta mi distesi sul letto e mi addormentai, quando mi svegliai ormai era già sera e delle voci familiari - una in particolare - risuonarono dal salotto, scesi e lo vidi seduto sul divano a ridere con mio fratello mentre Emma guardava Jason e Asia giocare; ma dico è normale un comportamento del genere? No..
Vista da fuori sarei potuta sembrare anche ridicola ed esagerata ma uno che si comportava come se nulla fosse successo mi faceva girare altamente i coglioni, chi diavolo si credeva di essere?! Con chi pensava di aver a che fare?! Mi aveva delusa ancora una volta; forse Emma aveva ragione...
Come se avesse sentito i miei pensieri, Emma alzò la testa e mi guardò con aria colpevole e compassionevole - essendo l'unica a sapere la situazione in cui ero capitata e vedendomi star male, mi fece tirare fuori tutto e così le dissi anche ciò che stava succedendo in quel periodo - scossi la testa per farle capire che andava tutto bene, anche se non era cosi.
- Oh vale. - penso che lo fece per attirare la sua attenzione su di me. Le sorrisi per ringraziarla nonostante lei non fosse molto d'accordo con tutto questo.
- La Bella addormenta si è svegliata finalmente!! - Mike era sempre stato un po' il "pagliaccio" della famiglia.
- Già e.. Ehm.. Penso che ritornerò in camera. Non voglio sentire i vostri discorsi da 'vecchi' -
- Beh mangia qualcosa almeno -
- Non ho fame, quando ne avrò mangerò -
- Come vuoi sorellina. Ma avete litigato voi due?? Siete troppo silenziosi rispetto al solito. Posso solo consigliarvi di non rompere la vostra amicizia, anche perché come ti ho già detto piccola, è l'unico che non ci proverebbe mai con te. Mi fido di lui. - a quelle parole Emma fece cadere una costruzione di lego che finì per spargersi sul pavimento, ad Alex venne un groppo in gola e a me le lacrime agli occhi. Andai in camera e a quel punto scoppiai in un pianto quasi disperato; odiavo mentire a mio fratello ed odiavo che Emma dovesse farlo. Odiavo lui perché continuava a farlo con me invece. Mi sentivo presa per il culo. Qualcuno entrò in camera e mi accarezzò lo schiena; avrei potuto riconoscere le mani e il loro tocco sempre. Era così rilassante e così distruttivo.. E i miei ormoni impazziti iniziavano ad avere voglia di lui. Mi girai gli presi le mani tra le mie e lo baciai con foga, ricambiò e fece distendere sopra di lui, gli baciai il collo mentre sbottonavo la camicia ed esploravo con le dita il suo torace.
- Dio.. Vale. -
- Dov'eri? - lo continuai a torturare. In un modo o nell altro doveva dirmelo.. Quale metodo migliore se non quello della seduzione. È così vulnerabile quando lo tocco. Continuava ad ansimare ma non rispondeva. Okay, dovevo passare alle maniere forti; gli misi una mano sul cavallo dei pantaloni e strinsi.
- Perché non mi hai più chiamata? Neanche un messaggio per sapere dove fossi finito.. - gettò indietro la testa e gemette, stava cercando di perdere tempo. - allora?? - iniziai a sfregare la mano sopra i boxer.
- I-io.. Quando sono arrivato a casa mi sono addormentato subito e.. Oh cazzo. - disse a denti stretti.
- Continua. -
- Ho avuto per due giorni il turno di notte... E sai.. Dovevo dormire. -
- E pensi che io ti creda? Neanche un secondo per un fottuto messaggio?? -
- Oh ti prego piccola perdonami, hai ragione ma.. Oddio. -
- Bene, grazie per aver avvertito. - tolsi la mano, mi alzai dal letto e lo guardai con aria scettica mettendo le mani sui fianchi. - MA..!? - mi guardò con gli occhi spalancati e nonostante fosse evidentemente eccitato aveva un espressione triste e colpevole.
- Che cosa hai fatto? Io.. Tu hai cercato di farmi dire la verità seducendomi?! Con tuo fratello di la?! - era visibilmente agitato e spaventato.
- A mali estremi, estremi rimedi. -
- Sei perfida. Ero sempre stanco facendo quel turno e dormivo molto.. -
- Mmh.. - dovevo credergli??
- Credimi. - si alzò dal letto, mi guardò intensamente e mi baciò lievemente.
- Non serve un bacio per farti perdonare. -
- Oh andiamo! So che non mi resisti - Okay okay ragazzi, come potevo resistere ad uno sguardo così?? Al diavolo lui, il suo sguardo e il suo fottuto sorriso. Mi misi a ridere perché la sua espressione era troppo buffa.
-Va bene.. Andiamo a mangiare? -
- Mmh si. Tutto questo mi ha fatto venire fame. -
- Beh, non pensavo fossi capace di una cosa simile. -
- Mi sottovaluti.. - scosse la testa ridendo e uscimmo dalla stanza. Arrivati in cucina, mio fratello fu molto felice di vedere che mi era venuto appetito.
- Allora Ale com'è andata in montagna?? - - Montagna?? - chiesi io.
- Sì sorellina, il nostro caro Alessandro è stato due giorni in montagna. Si è fatto un bella vacanza. -
Mi avevo mentito. Montagna. LUI ERA ANDATO IN MONTAGNA! Mi veniva da ridere. E lo sguardo che Emma mi rivolse, mi fece capire che aveva solo ragione. Lui voleva divertirsi ed io.. Non ero fatta per lui. Avevo un groppo in gola. Mi passò del tutto la fame e quando mi girai verso di lui, non ricambiò ma chinò la testa. Non aveva neanche le palle di guardarmi negli occhi;
- Perché sto silenzio?? - chiese Mike - Vale non penso che lui debba dirti tutto. Si siete amici, ma la vita privata prima di tutto.. -
- No infatti. Hai ragione. - Sentimmo Jason piangere dalla sua stanzetta e la presi come scusa per alzarmi dal tavolo. Mi misi nel letto con lui per farlo riaddormentare quando intravidi Alex accanto alla porta.
- Devo andare.. -
- E perché me lo vieni a dire? -
- Vale..-
- No. Non farlo. Non cercare di giustificarti perché, cazzo non servirebbe a nulla. Mi hai mentito. Perché? -
Non rispose e si tirò indietro i capelli con fare disperato.
Uscimmo dalla stanza dove Jason ormai dormiva e lo accompagnai fuori dalla porta.
- C'è qualcosa che non va? Continui a mentire e nascondi le cose.. Sembra che ci sia qualcosa che ti blocca nel parlare con me..-
- No.. È tutto okay..-
Mi diede un bacio sulla fronte, ma era strano (?). Malinconico direi.
- Perché sembra che tu stia per dirmi addio..? -
Non mi rispose; andò verso la macchina e poi scomparse.
Qualcosa non quadrava.. Pensai che ormai fosse la fine.
Non dormì tutta notte e la mattina non mi sforzai neanche di rendermi presentabile, mi sentivo esausta, ero confusa e la mia mente era in subbuglio. Uscì di casa e mi trovai la macchina di Alex davanti, i miei sospetti erano fondati; qualcosa non andava. Mi fece segno di salire e così feci ma appena entrai restò in silenzio e guardò per tutto il viaggio davanti a sé.
Arrivati nel parcheggio della scuola però, non ce la feci più.
- Okay. Che succede!? - a quel punto mi guardò negli occhi e il sguardo non mi piacque.
- Io.. Non posso più continuare. Non così. Dobbiamo finire tutta questa storia. Dopo le parole di tuo fratello ho capito che non possiamo più stare insieme. È un mio amico e collega di lavoro, e tu sei troppo piccola per me e per la situazione creatasi. Mi dispiace. -
Mano a mano che continuava a parlare sentivo l'aria mancarmi e il cuore esplodere da quanto i battiti erano forti. Scesi dalla macchina come una furia senza guardarmi indietro. Non lo avrei pregato per nulla, ero stanca di dover stare sempre dietro a tutti. Per chi mi accettava c'ero, per chi ormai non ero nulla poteva anche far finta che io non esistessi. Non avrei pregato più nessuno. Entrai in classe e sentì un ragazzo ed una ragazza parlare sottovoce mentre mi guardavano, a quel punto ero talmente incazzata che il primo a subirne le conseguenze fu il ragazzo; mi misi davanti a lui e gli chiesi: - C'è qualche problema? - la ragazza stava in silenzio e lui aveva uno sguardo divertito che mi fece incazzare ancora di più, lo presi dal collo della maglietta e lo tirai verso di me. - Che c'è adesso non hai le palle per parlare!? Mh? Allora cosa si dice in giro? - aveva uno sguardo spaventato e quasi mi fece ridere, era ridicolo.
- Si dice c-che la tua amica sta con quello nuovo e che lei ha detto che sta avendo la sua vendetta. Tutti sanno che tu stavi con lui prima.. - era impossibile. Mi stava mentendo, di sicuro. Lei non era capace di una cosa simile. Per vendetta poi?? Ma che diavolerie erano?? Lo lasciai andare e decisi di constatare io stessa, uscì dalla classe sotto gli occhi di tutti i presenti. Il professore ancora non era entrato e se avessero detto qualcosa non mi sarebbe importato. La chiamai più volte ma non mi rispose, stavo pensando al peggio, credetti d'impazzire.
Arrivai davanti casa sua e vidi uscire di casa Enzo insieme a Giada e lui baciare lei; si accorsero di me, lui si staccò subito e mi guardò con gli occhi occhi spalancati per poi tramutarsi in divertimento e lei invece era era impassibile. Lo aveva fatto veramente.. Non ci potevo credere. Perché!? Lei sapeva cosa io avessi passato, lei sapeva!! Non avevo neanche più lacrime da consumare. Volevo scomparire, non farmi più trovare per un po'. Dovevo stare da sola, pensare e riflettere su cosa fare..
Avevo capito che alle persone a cui tenevo non andavo bene com'ero.
- Dopo tutto quello che è successo?? Seriamente?? Tu stessa mi hai salvata da quella situazione diamine! -
-Vale io... - cambiò espressione. Sembrò quasi si sentisse colpevole. - oddio che cosa ho fatto..? - si coprì la bocca con le mani.
- Già. Che cosa hai fatto? -
Me ne andai sentendo il nome urlato dalle sue labbra.
Decisi di andare nell'unico posto sicuro che conoscessi, il mio rifugio. Almeno lì, nessuno mi avrebbe fatto del male.
Quando arrivai ero stremata, il sentiero era un po' lungo ma ne valse la pena.
Quello che non mi aspettavo, fu di trovare seduto, nel MIO posto segreto, un ragazzo a me sconosciuto.
- E tu chi sei? -

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