Capitolo 7.

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Alessandro

- Dobbiamo parlare - guardai quegli occhi tanto misteriosi quanto belli, quelli che avrei voluto scoprire, quelli che mi stavano facendo impazzire. E le sue labbra, Dio quelle labbra, che avevano dolcemente risposto al mio bacio;  quelle labbra che sapevano di menta e caffè, tra il dolce e l'amaro, le quali avrei tanto avuto voglia di baciare ancora, ancora e ancora.

A che diavolo pensi Alessandro! Non puoi permettersi di perdere tempo!

OH TACI! Non ti ci mettere anche tu.

Lei si fissò nei miei cercando di capire che mossa fare, penso, guardò alla mie spalle, poi me, il suo volto prese una piega molto determinata e mi trascinò fino alla ducati.
- Si può sapere che cosa stai facendo?! - mi rimproverò sotto voce e guardandosi intorno con fare circospetto.. Si vergogna di me!? Non mi pareva vergognarsi mentre mi baciava!
- IO!? COSA STO FACENDO IO!? - STAI SCHERZANDO SPERO. - stavo iniziando a perdere la pazienza.
- No non sto scherzando. -
- Senti sali sulla moto e sta zitta. Prima parliamo, prima risolviamo. - volevo chiudere sta faccenda in fretta.-
Scusa parlare di cosa!? E poi io con te in moto non ci salgo! Mike ucciderebbe prima te e poi me. - alzai gli occhi al cielo
- Mike non lo verrebbe a sapere... -
- Ah! E poi non mi dici di stare zitta! Okay?? Okay. - disse interrompendomi.
- Vale.. -
- Aspetta. Non lo verrebbe a sapere?! Ma sentilo! Non ho mai mentito a mio fratello e non incomincio di certo ora per te. -
- Valentina.-
- E se poi facessimo un incidente?? Io non so come guidi. E quindi Mike lo verrebbe a sapere! Vedi sei uno sciocco! Oppure..-
- VALENTINA DANNAZIONE!!! - Odiavo quando lei mi interrompeva. Quando alzava gli occhi al cielo o sbuffava, è un chiaro segno di disinteressamento e mancanza di rispetto e mi faceva ribollire il sangue. - TU. ORA. SALI. SU QUELLA FOTTUTISSIMA MOTO. -
- Okay okay, calma. Non c'è mica bisogno di urlare.. - prese il casco che le porsi e salì sbuffando, per l'appunto.
- Che fai lì impalato? Prima mi urli contro perché non salgo e adesso stai a fissarmi come un ebete? - le lanciai un'occhiata che se avessi potuto incenerirla, avrebbe dovuto avere sette vite come i gatti.
- Forse è meglio se taci e ti tieni stretta..-
- TI HO GIÀ DETTO DI NON DIRMI DI STARE ZITTA! - rispose urlando mentre accelleravo per farla incazzare.
E forse, in fondo in fondo, quello era solo un modo per averla più vicina.

                                 ***

Ci sedemmo ad un tavolo del bar - ristorante  in cui la portai " Autocarro da Maxi ". Era il mio preferito, aveva i muri dipinti di un rosso ciliegia e tutto l'arredamento era interamente fatto da pezzi di automobili. Persino le classiche sedie erano state sostituite da sedili veri e propri, ovviamente sostenuti sotto. Ordinai per tutti e due , nel frattempo che era in bagno, due bistecche insalata e le patatine per lei sapendo quanto le piacessero. Appena arrivò notando le patatine quasi non le spuntarono i cuoricini negli occhi. Ma ovviamente con lei era impossibile stare tranquilli e da soli perché spuntava sempre qualcuno. E quel qualcuno se avesse parlato  ancora si sarebbe trovato con la faccia tumefatta.

Quanto siamo aggressivi.. Non è che sarai mica geloso??

OVVIO CHE SI.

- Hey bellezza, allora ci sei alla festa? - BELLEZZA!? BELLEZZA!? ADESSO GLI SPACCO LA FACCIA. Okay calmati.. - ma mi stai ascoltando? - NO! NO LEI NON TI ASCOLTA CAZZO! dimmi che non gli rispondi, dimmi che non lo farai..
- Ehm si ti sto ascoltando.. Comunque quale festa? Non ho ben capito. - E LEI GLI RISPONDE DANNAZIONE! Ormai ho le nocche bianche talmente le sto stringendo.
- La mia, scema - MA COME CAZZO SI PERMETTE. MIO DIO, LO UCCIDO. E RIDE ANCHE STO COGLIONE. - E non accetto un 'no' come risposta. -
- E allora perché me lo chiedi se non "accetti" una risposta negativa?! - rispose stizzita e ricalcando con le virgolette, lui invece alzò le spalle e le sorrise.
- Comunque è un NO bello grande. - disse con un sorriso innocente e volutamente falso.
- Posso sempre convincerti.. - 3. 2. 1. E gli..
- Senti Enzo forse non hai capito. Ti ho detto di no. N-O. Chiaro?? Vuoi per caso un manifesto?? Non sprecherei comunque il mio tempo per stampati due lettere. Ne per questo ne per altro. Mettitelo bene in quella testolina da asino che hai. - si tornò a sedere e la guardai sorpreso.

BOOM BITCH! FANCULO IDIOTA.
TORNATENE A CASA!

Una volta da soli mangiammo in un silenzio che, sinceramente, iniziava a mettermi a disagio. Perciò ruppi il ghiaccio andando dritto al punto.
- Perché mi stai evitando? - per poco non si strozzava con l'ultima patatina che stava mangiando. Dio, sta ragazza mangia peggio di me...
Prese un sorso di acqua, mi guardò negli occhi e disse: - Perché tu mi hai baciata? - - Lo sai che non sopporto quando   rispondi.. -
- Ad una domanda con un'altra domanda? Si lo so. Ma se tu rispondi prima alla mia domanda io posso rispondere poi alla tua. -
- Perche prima io? -
- Perché devo essere sicura. - iniziò ad assumere quell'atteggiamento da menefreghista, indossava quella maschera,  diventava fredda e si chiudeva. Lo si poteva notare dalla rigidità che prendeva il corpo e gli occhi poi, diventavano un sigillo; forse neanche se ne accorgeva, ma era come se si mettesse dietro un muro e si nascondesse per proteggersi da qualcosa che qualcuno poteva creare per renderla più "visibile" agli occhi altrui. -Perché mi andava di farlo. - visto che lei non voleva scoprirsi, non lo avrei fatto neanche io per il momento.
- Beh per me vale la stessa identica cosa. Posso non volerti vedere no? -
- Capito. Pago e andiamo? -
- Okay allora aspetto fuori. - era talmente stronza e orgogliosa che pur di parlarmi mi lasciò anche pagare per lei anche se rodeva dentro.
-Dai sali che ti porto in un po..-
- No no io devo andare a casa. Grazie per il pranzo, bella chiacchierata ma devo andare. -
- Bella chiacchierata un cavolo, tu adesso vieni con me e finiamo di parlare, bene. -
- MA SOFFRI DI UN DISTURBO DELLA DOPPIA PERSONALITÀ!? No dico.. -
Scoppiai a ridere perché francamente la situazione era troppo esilarante e la sua faccia troppo buffa. - No vabbè, fatti ricoverare. -
Mettei in moto e, stavolta, la portai nel posto in cui la trovai la sera di quando litigammo per la prima volta;

Mi distesi sull'erba e le feci segno con la mano di venirmi vicino, ma lei mi guardò male, molto molto male.
- Che cazzo stai facendo?-
- Beh visto che almeno qui saremmo stati tranquilli.. -
- No. Tu dimmi che cazzo stai facendo? La menata davanti a scuola, il pranzo, il portarmi qui. Questo è il mio posto e lo è sempre stato! Chi ti ha detto che potevi appropriartene!? Tu non fai parte della mia vita mettitelo bene in testa, quel bacio è stato un errore e rimarrà un errore.- rimasi interdetto. Lei non voleva che io facessi parte della sua vita e considerava il nostro bacio un errore..
La guardai senza parlare perché di parole da tirar fuori stavolta non ne avevo, si voltò e se ne andò via senza spiegare, senza dire nulla ed io da coglione quale ero rimasi a fissarla fino a che non iniziai a sentire una goccia sul viso, guardando il cielo capì che da lì a poco sarebbe iniziato a piovere.

Sei un emerito idiota! Lei è sotto la pioggia chissà dove e tu, ancora qua seduto a fare cosa? Autoccomiserarti? Scemo rincorrila.
Salgo di nuovo sulla moto e  appena finì il sentiero la trovai poco più lontano quasi vicino alla strada principale. La affiancai, si girò mettendomi a fuoco e cercò di aumentare il passo invano. Parcheggiai la ducati vicino al marciapiede e urlai il suo nome sotto la pioggia. La rincorsi ma cacchio se era veloce, ad un certo punto attraversò la strada senza pensare alle conseguenze e per poco un'auto non la investì. Le presi per il polso appena in tempo e la attirai verso di me, ci guardammo negli occhi castano contro nocciala, nocciola contro castano, le guardai le labbra.
- Mi piaci Vale. Mi piaci veramente e non me ne importa nulla se sei più piccola, se non mi vuoi nella tua vita, se quel posto doveva essere solo tuo perché io quel posto io lo voglio condividere con te. Perché in questi giorni in cui mi ignoravi stavo impazzendo. Perché sei riuscita a stravolgere me e la mia vita. Voglio te e ti voglio fino a quando mi vorrai tu. -
Non servirono altre parole, mi guardò negli occhi e poi si fiondò sulle mie labbra appoggiando le mani sul mio volto. Ma la cosa che differenziava quel bacio dal precedente era la disperazione, il bisogno e la voracità con cui le nostre labbra si assaggiavano e si assaporavano, le lingue che danzavano lente e le mani nei capelli che venivano tirati dalla passione presa in quel momento. E nonostante fossimo in mezzo ad una strada, con le macchine che ci sfrecciavano di fianco e i clacson venivano suonati per farci spostare, c'eravamo solo io e lei. Finalmente ero riuscito a conquistarla.

* SPAZIO AUTORE *
finalmente sono riuscita ad aggiornare! Spero vi sia piaciuto un bacione 😘
                  La vostra Vi

Dammi una possibilità Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora