Profumo di fiori.

403 21 4
                                    

CAPITOLO 9.

PROFUMO DI FIORI.

Pov Sana.

Aspettavamo ormai da un'ora buona fuori dalla sala parto. L'intervento di Natsumi era abbastanza semplice, un normalissimo cesareo, ma nelle sue condizioni tutto era sul filo del rasoio.

Akito era appoggiato al muro accanto a me, aveva lo sguardo perso e non riusciva nemmeno a parlare per l'agitazione. Mi avvicinai a lui e l'abbracciai, premendo le labbra sul suo collo, e cercando di fargli capire che c'ero, che anche se non potevo capire fino in fondo ciò che stava provando, poteva aggrapparsi a me.

Aspettammo ancora, stretti l'uno all'altro, con il signor Hayama seduto vicino a noi e le ore passarono lente.

Finalmente, dopo un'infinita attesa, un dottore venne da noi, dicendoci di seguirlo, perchè la bambina era stata messa in incubatrice.

Quando la vidi mi sembrò di vedere l'essere più bello al mondo.

Io, Akito e il signor Hayama rimanemmo interdetti a fissarla, cercando di trovare somiglianze che era ancora difficile intuire, e sembravamo incantati da quel corpicino circondato da tubicini che le permettevano di respirare.

Il dottore aspettò che smettessimo di guardarla per spiegarci la sua situazione medica.

«Essendo nata alla 32esima settimana la bambina ha bisogno di essere supportata durante la sua crescita. I polmoni non sono ancora sviluppati totalmente, quindi non potrà lasciare l'ospedale prima di due, tre mesi.»

Ascoltavamo attentamente le sue parole e, nonostante fossimo preoccupati, sapevamo che la bambina era forte e che, come sua madre, ce l'avrebbe fatta.

O almeno lo speravamo...

«Grazie dottore» esordì il signor Hayama «Penso che mia nipote sarà forte.»

«Lo penso anch'io, quindi state tranquilli. L'unica cosa che dovete fare è pregare per Natsumi. La medicina ormai non può fare più nulla.»

Annuimmo tutti e tre e il dottore strinse la mano ad Akito, congedandosi e lasciandoci soli.

«Ragazzi voi andate a casa, rimango io qui con Natsumi e la bambina.»

Io e Akito seguimmo il consiglio del signor Hayama e tornammo a casa, dove ci addormentammo quasi subito distrutti dalla giornata infinita.

*

Quella piccola mano mi stringeva forte, le mie dita sembravano enormi vicino alle sue ed era forse la sensazione più strana e bella che avessi mai provato.

Era come sentirsi vivi per la prima volta, come fare un tuffo dal trampolino più alto. Era spaventoso ed eccitante allo stesso tempo.

Non ero sua madre, speravo che non ci fosse bisogno di me in quel ruolo, ma comunque volevo creare un legame con lei.

Lei... improvvisamente ricordai che non le avevamo ancora dato un nome, nonostante fossero passati diversi giorni dalla sua nascita.

La guardai attentamente. Quella bambina doveva avere un nome degno della sua purezza.

Somigliava già così tanto a sua madre... era bellissima, un fiore delicato che non sarebbe stato strappato da nessuno, finchè ci saremmo stati io e Akito.

Uscii la mano dall'incubatrice e la annusai, era un odore che mi ricordava il giorno dell'Hanami che avevo trascorso insieme ad Akito.

Era profumo di fiori.

_________________________________

Pov Akito.

Correvo verso l'ospedale, Sana mi aveva chiamato dicendomi di sbrigarmi perchè aveva qualcosa di urgente da dirmi. Speravo si trattasse di mia sorella, pregavo - forse per la prima volta nella mia vita - che al mio arrivo l'avrei trovata sveglia e pronta ad abbracciare sua figlia.

Omnia Vincit Amor.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora