Confessioni

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CAPITOLO 13.

Confessioni.

Pov Akito.

Ci eravamo addormentati come due bambini, sfiniti dalle mille incomprensioni che avevamo affrontato in quegli ultimi giorni ma, avendo lasciato la finestra della camera aperta, il freddo mi aveva infastidito e mi ero svegliato di colpo. Mi alzai per chiuderla bene e ne approfittai per mettere Sana sotto le coperte, perchè aveva la pelle d'oca e non volevo rischiare che si ammalasse, anche se avrei di gran lunga preferito continuare ad ammirare il suo corpo da quella prospettiva.
Addormentarmi dopo fu ancora più difficile, l'improvvisa vicinanza di Sana mi aveva scombussolato totalmente e non riuscivo a pensare lucidamente quando l'avevo a così poca distanza. Mi rendevo conto di essere patetico, la maggior parte dei ragazzi della mia età aveva già il futuro programmato, una ragazza fissa da almeno un paio d'anni, mentre io mi ero ritrovato ad avere sempre storie di poco conto, tutte volte a dimenticare quella ragazzina smorfiosa che mi aveva catturato alle elementari. Quale pazzo rimane innamorato della stessa ragazza per così tanto tempo? Un masochista, sicuramente, ma il problema era che non riuscivo a staccarmi da lei.
Sin da piccolo avevo sperimentato che l'influenza di Sana era sempre stata positiva per me, lei mi spronava, mi costringeva a mettere in discussione me stesso e i miei rapporti, ma anche quando il nostro legame si limitava ad una semplice amicizia io non riuscivo a non pensare a lei in altri termini. Era come una droga, da anni ormai mi ritrovavo a soffrire quando non potevo averne la mia dose giornaliera e in quel momento mi venne da sorridere pensando che invece nell'ultimo periodo sarei potuto andare in overdose. Sana era sempre con me, tranne quando si occupava di Kaori, e la sua costante presenza si era rivelata distruttiva per la mia salute mentale il più delle volte. Nonostante quello, però, mentre la guardavo dormire scordavo improvvisamente tutti i motivi per cui mi faceva uscire di testa e mi ritrovavo a chiedermi perchè ancora fossimo a quel punto di stallo.
Eravamo sposati, solo sulla carta purtroppo, ma comunque il nostro rapporto non poteva essere considerato una semplice affinità creata negli anni. Mi rendevo conto di farle un certo effetto, perchè ogni volta che ci sfioravamo la vedevo irrigidirsi, sentivo i suoi muscoli tendersi fino allo sfinimento e il suo cuore battere all'impazzata. Sapevo che c'era qualcosa tra noi e il fatto che lei non volesse ammetterlo mi feriva, perchè significava che decideva volontariamente di precludersi una storia con me, incasinata per quanto potesse essere, ma comunque un vero rapporto.

Perchè si comportava in quel modo? Cosa la spaventava? Forse il fatto che io potessi tradirla, ma non capivo nemmeno da dove arrivasse quella ferma convinzione. Credeva forse che fossi una specie di dipendente dal sesso e che non sapessi controllarmi? Per poco non scoppiai a ridere, l'unica che non capiva che ero innamorato di Sana da tutta la mia vita era proprio Sana. Tsuyoshi mi aveva avvertito che non sarebbe stato facile farle capire i miei sentimenti e soprattutto farle accettare i suoi, ma non pensavo che sarebbe stato così difficile.

Mi voltai improvvisamente quando notai che Sana si muoveva nel sonno e che, facendolo, si era accovacciata vicino a me, poggiando il viso sul mio petto. Avrei voluto addormentarmi e svegliarmi in quella posizione per il resto della mia esistenza, ma sapevo già che non era così semplice e che non bastava desiderare qualcosa perchè accadesse, quindi abbandonai le mie speranze e cercai di godermi il momento.
Le sue guance erano calde, la sua bocca quasi toccava la mia pelle e io mi sentivo marchiato a fuoco, come se quel semplice contatto potesse portarmi all'autocombustione. Mosse la testa e la sua chioma rossa fu illuminata da un raggio di luna che entrava dalla finestra e mi sembrò di vedere la pura poesia che dormiva affianco a me. Le accarezzai i capelli, sapendo che quell'istante non sarebbe durato a lungo e che avrei dovuto imprimermi nella memoria quel momento.
I desideri spesso non si avverano, e continuando in quel modo io e Sana eravamo destinati a prendere i nostri e gettarli nel primo cassonetto dei rifiuti. Dovevamo trovare un po' di coraggio, qualcosa che spingesse entrambi al limite per poter comprendere veramente che ciò che volevamo era proprio davanti ai nostri occhi. Ma lei era per eccellenza la donna che scappa di fronte ai sentimenti e io non ero di certo la persona più espansiva dell'universo quindi, alle quattro e ventidue del mattino, mi chiesi: saremmo mai usciti da quel circolo vizioso?

Omnia Vincit Amor.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora