Piena.

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Pov Sana.

Io e Akito stavamo aspettando la limousine che ci avrebbe portato alla prima del mio film.
Revenge.
Pensavo che sarebbe stato difficile convincerlo ad accompagnarmi, invece Akito era stato comprensivo e non aveva aperto bocca. Aveva capito che la sua presenza era fondamentale, da una parte per far capire che lui supportava la mia carriera artistica e dall'altra perché io avevo bisogno di lui.
"Hai preso tutto?" chiese Akito mentre mi porgeva la giacca. Annuii, mentre mi stringevo nervosa le mani. Nella mia testa fluttuavano già le pagine di giornale che mi davano il titolo di peggiore attrice dell'anno. Mi ero impegnata così tanto per quel lavoro che immaginare di vedere i miei sforzi vanificati mi torturava.
"Stai tranquilla, Kurata. Non hai motivo di essere nervosa, se non lo sono io." sdrammatizzò Akito, che sapevo essere forse più in ansia di me.
Mi avvicinai e Akito mi circondò con le braccia. "Sei una grande attrice, Sana. Lo sai tu e lo sa il resto del mondo."
Le sue parole mi confortarono e sapere di avere il suo appoggio mi faceva sentire la donna più fortunata del mondo.
Quando la limousine arrivò sciogliemmo l'abbraccio ed uscimmo di casa, dirigendoci al teatro dove sarebbe stato trasmesso il film.
*

Non appena arrivammo, i giornalisti ci assalirono con migliaia di domande, alcune più scomode di altre, ma tutte plausibili. La maggior parte riguardavano il periodo di lontananza che io e Akito avevamo sperimentato e a tutte avevo risposto che il passato non era importante, che stavo cercando di vivere il presente. Ovviamente i giornalisti non erano ancora contenti e, oltre alle urla per una foto, continuarono a farmi domande personali e non.
"Come ti sei sentita nell'affrontare un personaggio così spregiudicato come quello di Miya?"
Sorrisi, finalmente una domanda sul mio film e non sulla mia vita privata.
"E' stata una sfida interessante. Miya e io abbiamo davvero poco in comune, ma ho cercato di entrare dentro di lei in modo da sentire il suo odio, la sua rabbia. L'aiuto del signor Miyazaki è stato fondamentale, perché senza di lui il mio personaggio non sarebbe venuto alla luce così bene. Lavorare con lui è stato stimolante, spero di rifarlo al più presto."
Le guardie del corpo cercavano di spingermi verso l'entrata ma volevo rispondere a qualche altra domanda ora che i giornalisti si stavano concentrando sulla mia recitazione.
Akito se ne stava in silenzio, stringendomi la mano quando mi vedeva in difficoltà, finché un giornalista si rivolse proprio a lui.
"Signor Hayama, ma lei non è geloso nel vedere sua moglie essere così vicina a un altro uomo?".
Akito si rabbuiò per un attimo ma poi si avvicinò al microfono del giornalista e rispose. "Certo che sono geloso, amo mia moglie, e penso che una sana gelosia sia alla base di un buon rapporto. Ma non amerei Sana così tanto se non le permettessi di vivere il suo lavoro a pieno, anche perché so quanto lei abbia sacrificato per arrivare fin qui. Sarei egoista e in realtà non innamorato se la influenzassi nella cosa che la fa sentire viva."
Tutti i giornalisti vicini a noi rimasero in silenzio ad ascoltare quella risposta, le donne avevano un'aria sognante che potevo comprendere benissimo. Ero fortunata ad averlo e il fatto che fosse lì mi faceva sentire la donna più potente del mondo, perciò risposi alle successive domande con sicurezza e fermezza, due qualità che prima di quel momento non mi erano mai appartenute.
Vidi Miyazaki tra la folla sul red carpet e mi avvicinai a lui, lasciando per un attimo la mano di Akito, e lo abbracciai.
Per mesi era stato più che un regista per me, un amico, un confidente, e la mia consacrazione come attrice vera e propria forse la dovevo solamente a lui. Aveva deciso di mettermi al primo posto su tutti, persino sul suo film quando avevo scelto di non parteciparvi più. Avevamo avuto una chimica durante tutte le riprese che non avevo mai avuto con nessun altro regista e sapevo che per lui era lo stesso. Rispondemmo a qualche domanda insieme, lui mi fece più complimenti di quanto fossi stata capace di contare e prima ancora che me ne accorgessi mi aveva definita la sua musa. Ero così lusingata che non sapevo come rispondere ad una frase del genere, perciò mi limitai ad abbracciarlo nuovamente e a ringraziarlo a bassa voce.
Quando non ero più riuscita a tenere a bada i bodyguards eravamo stati costretta ad entrare e a lasciare i giornalisti all'esterno. Ce ne sarebbero stati altri all'interno, ovviamente, ma quelli che occupavano le prime file del red carpet erano sempre quelli più feroci.
Akito mi rivolse uno sguardo dolcissimo, sapevo quanto odiava quelle situazioni ma era lì per me e quella era forse la dichiarazione d'amore più grande che avrebbe mai potuto farmi.
Prima della visione del film ci fu un breve rinfresco, ma ne io ne Akito mangiammo nulla, forse per il troppo nervosismo.
Quando ci accomodammo nella sala della proiezione mi ritrovai seduta tra Miyazaki e Akito. Li presentai, visto che prima di quel momento non avevo potuto a causa della troppa calca.
Akito sembrava addirittura felice di conoscerlo, cosa che mi lasciò interdetta perché mi sarei aspettata un ordine perentorio di non lavorarci mai più visti gli abbracci sul red carpet e il nostro approccio piuttosto fisico.
Invece finalmente forse stava mostrando la sua parte migliore, quella che per amore avrebbe messo da parte qualsiasi cosa, persino la gelosia.
"Nervosa?" chiese Akito prendendomi la mano. Annuii, non riuscivo a parlare, avevo la bocca secca e le labbra mi si attaccavano l'una all'altra come se stessi masticando della carta.
Hayama mi prese la mano e la strinse forte nella sua e io mi beai di quel contatto, cercando di canalizzare tutte le mie paure in quel punto di unione.
"Andrà tutto bene." si limitò a dirmi Akito. Non sapevo come ma, grazie a quelle parole, mi tranquillizzai. Aveva anche capacità miracolose scaccia ansia, avrebbero dovuto renderlo tascabile.
Cercai una posizione comoda su quella poltroncina, accavallai le gambe e sistemai la giacca. Avevo deciso di indossare un vestito a ruota stile anni '50 di colore rosa molto chiaro, con delle decoltè abbinate e un po' di punti luce nella borsa. Tutto sommato avevo un look abbastanza elegante senza strafare.
Rimanemmo in attesa che tutti prendessero posto, avevo visto non pochi volti noti e mi ero stupita di non vedere Naozumi. Mi sarebbe piaciuto che ci fosse stato.
Le luci si spensero all'improvviso e gli ultimi ritardatari fecero un po' di confusione nel sedersi frettolosamente prima che il film iniziasse. Mi tremavano le gambe, fortunatamente ero seduta altrimenti mi sarei ritrovata lunga per terra in meno di un minuto.
"Inizia.". Akito mi rivolse un sorriso smagliante, poi la mia immagine arrivò sul gigantesco schermo.
Era arrivato il mio momento.

Omnia Vincit Amor.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora