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Quando ormai ho finito di pranzare e ho lavato i piatti mi ricordo di dover ancora finire quelle dannate pulizie di primavera.
Prendo ancora il solito straccio e i soliti prodotti e salgo di sopra.
Apro la porta e rieccomi davanti quell'enorme libreria.
Devo ammettere che mi fa uno strano effetto, non entravo in questa stanza da un po', escludendo questa mattina certo
Mi avvicino, le mensole sono abbastanza impolverate. Prendo uno straccio e piano cerco di spolverarle. La polvere vola dappertutto e finisco per fare una cosa come tre starnuti di fila, quindi urto contro una mensola e faccio cadere un libro. Mi giro di scatto per vedere quale libro fosse, è il mio libro. In quel libro ho cercato di scrivere una storia, ovviamente autobiografica. La mia storia dopo l'incontro di Ben. Ci sono scritte cose molto importanti della mia vita.
Non ho mai avuto il coraggio di pubblicarlo, anche se di occasioni ne ho avute diverse!
Lascio perdere quello che era il mio vecchio intento e raccolgo il libro dal pavimento. Mi accomodo su una poltrona, soffio leggermente sulla copertina impolverata.
Lo apro e inizio a leggere:
«Ricordo ancora quel giorno, non potrei mai dimenticarlo come non potrei mai dimenticare lui. Mi ha cambiato la vita.
Quel giorno era uno come tanti, non sapevo cosa sarebbe successo, non potevo saperlo!
Stavo camminando per le strade di Modena, vidi un ragazzo rincorrere un qualcosa di peloso. "Ma è pazzo?" pensai. Si, lo pensai ma non potevo sapere cosa sarebbe accaduto. Non potevo sapere che presto, molto presto, avrei perso la testa per quel 'pazzo'.
Era intento ad inseguire quella cosa, non mi notò nemmeno più di tanto, come non notò le altre persone intorno. Mi venne addosso facendomi quasi cadere ma la sua presa fu rapida e mi prese poco prima di una futura caduta.
"Capperino fritto è scappato!" urlò
"Cosa?" chiesi confusa "Cosa stavi inseguendo?"
"Stavo inseguendo un gattino, volevo coccolarlo, era tenerissimo!" e detto ciò mi guardò ed io mi persi completamente in quegli occhi ghiaccio, semplicemente perfetti "Comunque sono Benjamin Brian Mascolo, ma chiamami un po' come ti pare. Piacere"
"Piacere" riuscii a dire appena quella parola che già i miei pensieri erano di nuovo rivolti ai suoi splendidi occhi, perfetti e luminosi.
"Ehm, quindi il tuo nome dovrò tirartelo fuori con le pinze?" disse scherzando
Non gli avevo ancora detto il mio nome, che stupida. Ma sapete, quelle due pozze ghiaccio mi avevano fatto perdere la testa. Mi avevano stesa sul colpo.
"Giusto scusami, sono Vanessa. Vanessa Bianchi" risposi abbassando lo sguardo imbarazzata
Quella fu la mia prima figuraccia ma ne seguirono molte altre. Davvero molte altre.
Colpa mia e di quei suoi bellissimi occhi glaciali.»
Ho gli occhi lucidi, non credo di riuscire a leggere oltre per oggi. Lo porterò in camera, forse ne leggerò una pagina al giorno.
In effetti ricordo ancora tutto, lo ricordo come se fosse ieri. Perché certe cose non si dimenticano facilmente, certe cose ti segnano e diventano indelebili.
Come inchiostro nero sulla pelle, tatuaggio permanente...

Un Cuore In Due ||Benji&Fede||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora