Shock

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L'acqua calda scivolava sulla mia pelle come una carezza morbida

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L'acqua calda scivolava sulla mia pelle come una carezza morbida. Chiusi gli occhi assaporando meglio quella sensazione di pace e tranquillità. Will era ancora a letto, che dormiva beato come un bambino piccolo. Era ormai tardo pomeriggio quando Brit mi chiamò per chiedermi di incontrarci al bar vicino alla libreria, da sole.

A quanto pareva voleva parlarmi di qualcosa.
Che fosse successo qualcosa? Mi strinsi nelle spalle facendo passare lo shampoo sulla pelle.
L'odore di vaniglia mi incendiava i sensi, facendomi rilassare. Uscì dal bagno coprendo il corpo con l'unico asciugamano che c'era, uno cortissimo che non lasciava spazio all'immaginazione.

Uscì andando verso l'armadio della mia camera, provando a non fare rumore per non svegliare il suo riposo. Scelsi un paio di pantaloncini neri e una maglietta lunga, che copriva il sedere, arrivando fino alle cosce. Presi i capelli in una coda e uscì prendendo il cellulare. Da casa mia al bar non c'era molta distanza, così andai a piedi con le cuffie nelle orecchie.

Il caldo che c'era nell'aria mi faceva venire il nervoso. Il calore proprio non lo reggevo.
In lontananza vidi una chioma bionda girata di spalle, che sorseggiava una bevanda fresa.
Sorridendo tolsi le cuffie e mi avvicinai al tavolo. Feci il giro e mi sedetti davanti a lei.

- Cosa c'è Brit? Tutto a posto? - provai a rassicurarmi sul suo stato emotivo. Alzai la testa verso la ragazza che stava venendo a prendere le ordinazioni. Presi un bicchiere di milkshake alla fragola accompagnato da un tramezzino al prosciutto e formaggio. Avevo saltato tutti i pasti della giornata precedente e quelli di oggi.

La sua espressione non era delle migliori.
Iniziai ad agitarmi sul posto in attesa che parlasse. - Er, credo di essere incinta - disse a bassa voce, abbassando la testa. Rischiai di sputare il contenuto del bicchiere che stavo bevendo. La guardai sgranando gli occhi. Stava scherzando, vero? Non poteva essere seria.

Con il dorso della mano mi pulì la bocca ancora shoccata. Cercai poi di darmi un contengo per non metterla ancor più in agitazione. Appoggiai il bicchiere sul tavolo per non rischiare di farlo cadere. - Ne sei sicura? - non riuscì a non far trasparire l'agitazione nella mia voce. Ero ancora sotto shock.

Sperai tanto che fosse uno stupido scherzo di cattivo gusto. Alzò lo sguardo verso l'alto e scosse la testa sconsolata. La vidi sull'orlo delle lacrime, così, decisi di andare da lei per abbracciarla. - Può anche essersi trattato di uno sbaglio. Sai che quei test non sono affidabili - sorrisi provando a consolarla.

- Loro sì, ma la ginecologa no. -
Sospirò mettendosi le mani sugli occhi. Povera la mia piccola Birt. - Brian lo sa? - domandai stringendola tra le braccia. La sentì scuotere la testa negando. - Di quanto sei? - non volevo proporle di prendere la via dell'aborto, volevo solo saperlo per curiosità.
Si staccò bevendo un po di acqua. - Alla sesta settimana - soffiò con disperazione. Povera.

- Hai preso la pillola? - mi informai. - Si, ma ho preso degli antibiotici quando mi è venuta la febbre - spiegò pensandoci su. Ecco spiegato il motivo. - Gli antibiotici annullano gli effetti dalla pillola - sussurrai a bassa voce, riflettendo ad alta voce. Era davvero una brutta situazione.

Passione + Possessione = Atomica EsplosioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora