15.

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oggi il sole riscaldava la giornata.
gli uccellini cantavano ed harry era sempre più felice.
il motivo? lei si era mossa.

aveva mosso due dita, mentre lui la teneva per mano. i medici all'inizio pensavano che fosse tutto frutto della sua immaginazione ma, con dei controlli ben accurati, poterono valutare che in fin dei conti i valori cerebrali erano cambiati, o una cosa del genere.
harry non ascoltò molto le parole dei medici, troppo preso dall'euforia.

in questo momento era andato al bar a prendere un cappuccino e un croissant alla cioccolata, ignaro di ciò che succedeva nella camera della ragazza.

brooklyn si era svegliata, aveva aperto gli occhi e ora guardava spaesata la stanza e l'inserviente che puliva. la anziana signora appena si accorse di lei corse fuori a chiamare i medici, che arrivarono dopo cinque minuti.

«salve signorina, sono il dottor sullivan e questo è il mio specializzando, niall horan.» la ragazza guardava il biondino e il moro con paura.

continuava a chiedersi cosa ci faceva lì e perché era ancora viva.
«se non le dispiace vorremmo visitarla.» il ragazzo biondo si avvicinò a lei per controllarle la pressione e i parametri vitali, che poi segnò nella sua cartella.

i controlli continuarono per un pò, nel mentre che harry mangiava la sua colazione.

«ciao» un ragazzo non troppo alto con gli occhi azzurri fissava il riccio dall'alto. «sono louis tomlinson, volevo dirti che quello dove sei seduto è il mio posto caro.» disse con tono stizzito.
harry alzò di scatto la testa, il croissant a mezz'aria.

«come scusa?!» disse alzando un sopracciglio, non era in vena di scherzi ora come ora.

«ehi ehi, calmo. stavo solo scherzando, mio dio. volevo chiederti se potevo sedermi qui, visto che i tavoli sono tutti occupati.» ridacchiò il ragazzo per poi sedersi sulla sedia libera.

«tieni, ti lascio il tavolo libero. io devo andare dalla mia rag-amica» lasciò il tizio al tavolo e perscorse il corridoio che lo separava da brooklyn. prima di girare a destra però si scontrò contro qualcuno.

«mi dispiace, scusami tanto» un ragazzo moro con gli occhi scuri lo fissava dispiaciuto. «stavo correndo dalla mia fidanzata, sai sta per partorire e-e non so perchè te lo stia dicendo...i-io mi dispiace..»

«tranquillo, non è successo nulla.» lo rassicurò harry, lasciando uscire un sospiro di sollievo al moro.

«meno male, io sono liam e resterei volentieri qui con te, ma devo correre.»

«sono harry e si, auguri per il bambino.» liam sorrise e corse nella direzione opposta a quella del riccio, che in questo momento si stava chiedendo chi altri avrebbe dovuto incontrare oggi.

entrò nella stanza dove i due medici, il dottor sullivan e niall controllavano la ragazza.

«oh mio dio, brooklyn?!» la ragazza girò lo sguardo verso harry e rimase incantata da tanta bellezza.

11:11 p.m.→h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora