Non dirlo neanche per scherzo

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(POV'S FRED)
Io, George e Lee Jordan avevamo appena lasciato cadere dei gavettoni con la vernice colorata giù da una finestra del dormitorio, colpendo in pieno alcuni ragazzi dei Serpeverde che rientravano per il coprifuoco.
-E' sempre un bello poterli sfottere senza che se ne accorgano- esclamò tra le risate Lee.
La serata trascorreva tra scherzi e risate come sempre, fino a quando Lee non crollò dal sonno sul letto, lasciando me e George ad un discorso molto profondo.
-Ne sei sicuro, Freddie?
-Sì, ne sono sicuro.
-Cosa te lo fa pensare?
-Georgie, la frase "Vorrei stritolarti e spezzarti ad una ad una le ossa per poi lasciare i tuoi resti sui profondi abissi del lago Nero" si traduce solo con un "sono innamorata pazza di te". E' ovvio.
Lui alzò scettico le sopracciglia: -Anche se chi dice la frase è Angelina?
-E' molto più che ovvio, è elementare.
-Elementare?
-Elementare.
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, fino a quando lui non scoppiò a ridere. Io risi con lui, nonostante non conoscessi il motivo per cui lo faceva.
-Di che ti ridi, scemo?
-Tu... tu non dormirai sta notte, dico bene?
Come era riuscito a capirlo?!
-Dici... dici bene ma, come...?
-Stavi sorridendo.
Sì, ero sdraiato sul letto con le mani incrociate dietro la testa e sorridevo da solo. Sorridevo da quando se ne era andata Raphina, lasciandomi solo appoggiato a quella parete.
-Sta notte la vedo, George. Sta notte mi spiegherà tutto.
-Tutto tutto?- si alzò a sedere sul letto di scatto.
-Solo una parte del tutto. La parte che abbiamo visto oggi, per essere precisi.
Qualche attimo di silenzio bastò a far sì che si creasse un sorriso malizioso sul viso soddisfatto del mio gemello. Automaticamente, sorrisi anch'io, capendo di cosa volesse iniziare a parlare.
-Pensi che succederà qualcosa sta notte?
-Lo spero ma... magari sì, magari no. Comunque vada, sto per rivederla, di conseguenza non ci sono ragioni per non essere contento! Io intanto faccio tutto quello che mi sono messo in testa di fare per conquistarla, e seguendo questo presupposto, non può andarmi così male.
Quel bastardo aspettò qualche secondo prima di rispondere: -Non può andarmi così male, le ultime parole famose.
-Ma sentilo!- gli scaraventai addosso il mio cuscino, lui fece lo stesso e andò avanti così finché uno dei nostri due cuscini non finì in faccia al povero Lee.
-Ma che... Ragazzi, vi pare l'orario adatto per fare la lotta con i cuscini?
Io e mio fratello ci ficcammo rapidissimi sotto le coperte, fingendo che niente di tutto quello fosse accaduto.
-Dormite, psicopatici!

Di dormire non se ne parlava neanche, il massimo che potevo fare era chiudere gli occhi, girarmi dall'altra parte, riaprirli, e rigirarmi di nuovo dall'altra parte. Il tutto mentre ascoltavo il respiro regolare di George premere rumoroso sulle lenzuola.
Dopo ben quasi un'ora di rivoltamenti, spostamenti e rotolamenti (che a confronto la carne che si usa per fare la cotoletta non ne sa niente) finalmente arrivarono le 22:45, quindi decisi di farle una sorpresa e presentarmi qualche minuto prima vicino al suo dormitorio.
I ragazzi non potevano salire fino ai dormitori delle ragazze in verità, specie se quei ragazzi erano di un'altra casa. Ma grazie a Dio, per me e per George, questa regola contava meno di niente. Conoscevamo ogni singolo passaggio segreto del castello, e questa era la ragione per cui trovavamo sempre il modo di non farci beccare da Gazza.
Attraverso tali passaggi (molti dei quali si trovavano dietro ad alcuni quadri) giunsi in meno di cinque minuti nei sotterranei.
-Dove credi di andare, signorino?- mi disse il contadino di un quadro che mi avrebbe condotto dritto al dormitorio delle Serpeverde.
-Giuro che è per una buona causa, Frank. Sta volta è per una nobile causa- cercai di calmarlo alzando le sopracciglia e gli indici.
-Non è mai nobile se si tratta di te! Sei un Weasley, dannazione!
-Shh! Non hai intenzione di tacere, quindi, eh? Beh, allora sono costretto a fare così- sapevo che avrebbe opposto resistenza, così mi sono organizzato portandomi del nastro adesivo in tasca.
-Scusa vecchio mio. Dopo sistemiamo tutto, ma adesso vado di fretta. Ci si vede!
Attraversai il passaggio nel muro dietro di lui, e in un batter d'occhio spuntai fuori da una parete del dormitorio delle ragazze. Io e George avevamo scoperto quel passaggio necessitando di fare uno scherzo geniale a Pancy Parkinson. Dico solo: liquirizie di Silente nel letto. Lo scherzo si è già spiegato da solo.
Aspettai un'altra ventina di minuti di fianco alla sua porta (scoperta grazie alla mappa del malandrino presa in prestito da Harry... senza permesso, ma comunque in prestito). Avrebbe già dovuto essere fuori da un po', in teoria, ma di lei neanche l'ombra. O il suo essere femmina le concedeva almeno trenta minuti di ritardo, o non aveva intenzione di incontrarmi. Le ipotesi erano due.
Ad un certo punto la porta finalmente si aprì piano, e ne uscì lei, senza che fosse invisibile.
Stava controllando se la via a destra fosse libera, ma non si aspettava di trovarsi la mia bella faccia sorridente sulla sinistra.
Le cinsi le mani alla vita e le strinsi, facendola sobbalzare proprio come quel giorno alla foresta proibita. Poi soffocò un grido, si voltò e mi tirò un pugno sulla spalla.
-Ma sei deficiente?! Lo sai che stavo per morire, vero? Hai idea di quante cose brutte mi sono passate per la testa in questo momento?- io continuavo a soffocare il mare di risate che avevo dentro -Dio, TI- mi tirò un altro pugno -DOVREI- e un altro -UCCIDERE- e un altro ancora -FRED WEASLEY!- e poi l'ultimo sul petto.
-Ahi! Ma guarda quanto sei violenta! Ho paura di questo tuo lato oscuro, Moore.
-E fai bene perché ho intenzione di soffocarti durante il sonno, rosso!
-Se è la pena che devo scontare per farti arrabbiare, ne vale assolutamente la pena- le dissi guardandola e sorridendo malizioso.
Arrossì notevolmente ed abbassò lo sguardo, poi sbuffò. Rossa dalla timidezza, nera dalla rabbia... Mi piaceva da impazzire quando le sue stesse emozioni si contraddicevano. Era così buffa e dolce... risi di nuovo.
-E' meglio che ce ne andiamo, se ti vedono ti fanno nero.
-Più nero dei tuoi capelli no, però.
-Hai intenzione di prendermi in giro per il resto della serata? Perché non ci metto né uno né due a tornare dentro.
-Non lo faresti, mi adori. E anche se lo facessi, ti impedirei di farlo.
-Ce ne andiamo o no?- chiese strizzando gli occhi per l'impazienza.
-Sicuro! Ma senza brutti scherzi di invisibilità. Altrimenti non è più divertente.
Ci avviammo verso l'uscita del dormitorio, e una volta fuori, lei vide il quadro con la bocca tappata dallo scotch.
-Com'è successo?
-Beh... lui non voleva collaborare!
Il contadino del dipinto emetteva versi agonizzanti soffocati dal nastro.
-Liberalo adesso, dai.
-Non ce n'è alcun bisogno, sta benissimo anche così! Vero vecchio Frank?
Lui scosse la testa guardando Raphina, che si voltò verso di me con l'ennesima occhiataccia assassina.
-Visto? Sta una meraviglia. Adesso andiamo, A lui ci penseremo dopo.
Lo lasciammo lì, avviandoci per i desolati e silenziosi giardini del castello.
-Perché dobbiamo stare proprio fuori?
-Gazza non controlla il giardino quasi mai, e comunque c'è una certa atmosfera magica qui fuori, a quest'ora. Non credi?
-A me mette ansia.
Lasciai cadere la testa all'indietro e risi di gusto.
-Che c'è? Non ho detto che non sia bello. Lo trovo bellissimo, mi piace la notte. Mi ci rivedo molto, è solo che non so se sono in grado di...
-Fermati- la bloccai con le braccia -Ti piace, allora non deve farti paura. Capito?
-Una cosa può sia piacerti che farti paura.
-Stai descrivendo l'effetto che ho su di te o sbaglio, serpentina?- mi avvicinai a lei con aria di sfida, ma sorprendentemente lei rise e mi spinse via.
-Ma piantala! Non ti stanchi mai di essere così pieno di te, Fred Weasley?
-Potrei chiederti la stessa cosa sul fatto dell'essere invisibile, Raphina Moore!- le risposi sorridendo comprensivo.
Riprendemmo a camminare, quando finalmente sembrava giunto il momento di parlarne nonostante si trovasse in imbarazzo.
-Allora... pozione dell'invisibilità, eh? E dov'è che l'hai presa? Non sapevo ne esistessero in giro.
-Non esiste, infatti-
Le chiesi con lo sguardo di darmi spiegazioni, quindi mi accontentò.
-Mio padre, con un suo assistente che ora è morto, fabbricava e sperimentava nuovi tipi di pozioni, non ancora in commercio.
-Wow.
-Ne aveva prodotte alcune che stavano fruttando un bel po', ma questa... questa decise di farla avere solo a me. Perché mi serve troppo e c'è bisogno che la sua esistenza rimanga un segreto per far sì che io continui ad usarla.
Il mistero era finalmente stato svelato, o almeno uno dei tanti.
-E a che ti serve?
-Non te lo posso dire- sbuffò.
-Ha a che fare con Malfoy, dico bene?
-Sì, ma non solo... ecco, una parte dei motivi sono legati a Draco ma, ad ogni modo, mi sono abituata ad usarla perché nella situazione in cui sono, e che non posso spiegarti, mi torna utile essere invisibile. E poi non è male, non farsi vedere.
-Sì, può essere utile in caso di necessità, ma quando si tratta di vivere ti toglie l'essere la persona che sei. Dubiti della tua stessa esistenza, come fai ad abituartici?
-A me sta bene così, Fred. Io vivo lo stesso.
-Ma vivi male, Raphina, è come essere da soli su un altro pianeta... E' molto triste.
Rallentammo un po' il passo, non scambiandoci nemmeno uno sguardo.
-Mi piace che gli altri non mi vedano... Non si perdono niente. E comunque, così posso nascondere a tutti le mie "parti sbagliate".
A quel punto la guardai, nonostante continuasse a tenere la testa bassa: -Perché, quali parti sbagliate avresti?- intanto ci fermammo vicino ad un albero dai lunghi rami.
-Beh, parecchie... Beh forse non sono da definire "parti sbagliate", piuttosto... noiose.
-E cioè?- dissi ridendo e sedendomi con un salto su di un ramo.
-Beh, non ho niente di interessante, non c'è nulla di speciale in me. Sono semplicemente una persona, che si comporta da persona... senza avere alcun dono, né alcun talento, né alcuna caratteristica particolare per cui distinguermi. Sono... la normalità in persona. La monotonia, la quotidianità. Ecco cosa sono.
-Vuoi scherzare?- la guardai sconcertato -Tu sei tutto il contrario di quello che hai detto!
-Cosa?
-Tu sei... sei uno spettacolo, sei arte allo stato puro!
-Cosa?!- aggrottò le sopracciglia incredula.
Saltai giù dal ramo e continuai a spiegarle: -Tu sei la persona più interessante del mondo, sei curiosissima di tutto! Come puoi dire di essere solo una persona?!
-Lo dico perché...
-Non dirlo neanche per scherzo- la interruppi subito.
Lei si guardò intorno, ancora stupita dalle mie parole dette con tanto entusiasmo: -Cosa ti fa dire che io sia interessante? Non ho mai fatto niente di che da quando ci siamo conosciuti sul treno.
-E quello che hai fatto nella foresta proibita, lo chiami niente? Mi hai stupito quel giorno, e sai perché?
Alzò le sopracciglia e disse di no con la testa.
-Perché vuoi far sempre credere a tutti di essere niente, ma è bastato un solo motivo che ti facesse incuriosire un po', per far sì che la vera Raphina Moore uscisse allo scoperto.
Aveva uno sguardo impassibile, e all'improvviso arrossì.
-Guardami, anzi, guarda me e George. Di sicuro non siamo dei poeti o dei sentimentali, anzi, direi che siamo le persone più imbecilli e imprudenti della scuola, con un tasso di idiozia che supera di gran lunga la media, ma credimi, sappiamo riconoscere l'arte quando la vediamo, e tu ne hai un mare dentro. Tu sei un opera d'arte, Raphina Moore.
La guardavo sorridente da sopra il ramo e sembrava essersi fatta più piccola di quanto voleva far credere. Guardava in basso, con le guance rosse, e lasciava che il ciuffo nero di capelli le scendesse su tutto il viso per nasconderla dal mio sguardo.
Scesi di nuovo, mi avvicinai a lei e le alzai il viso, scoprendolo dalla ciocca nerissima che lo copriva. Esitò qualche secondo prima di guardarmi dritto negli occhi, mentre io le spostavo il ciuffo con l'altra mano dietro un orecchio. Inclinai la testa e rimasi sorridente.
-Le opere d'arte non vanno coperte, però. Di solito le espongono nei musei.
Riuscii a strapparle un sorriso e a farle cadere una lacrima sulla guancia.
-E soprattutto non piangono! Non ti azzardare a piangere o ti butto giù dalla collina, serpentina, ti avverto!
-Ma non ci riesco! Mi hai detto... quelle cose... sono felice, non so cosa fare se non piangere!
-Allora ridi! Ridi a crepapelle, ma senza coprirti la bocca sta volta. Voglio vedere un'opera d'arte che ride, serpentina. Coraggio, fammi vedere che sai fare!
A quelle parole si lasciò andare e rise come non mai, si piegò e rischiò di cadere a terra.
-Senza ammazzarti, possibilmente!- risi con lei e la aiutai a tenersi in piedi -Non puoi farla finita adesso, altrimenti non sentirò più questa risata, Raphina Moore! L'ho sentita per troppo poco, non puoi privarmene subito!
La serata passò così, passeggiavamo per il giardino ridendo e ballando come due bambini, fino a quando non decise che si era fatto troppo tardi e che era ora di rientrare.
-Shh, se Gazza ci sente...
-Penserà che siamo ubriachi, reggiti in piedi, serpentina!
Alle due e mezza della notte ci trovavamo davanti alla porta della sua camera.
-Dio, è tardissimo...
-E' stato divertente però. Dovremmo rifarlo periodicamente!
-Dormirò sì e no quattro ore se non te ne vai subito, dai!
-Portami con te. Ti assicuro che non dormirai nemmeno quelle quattro ore che ti rimangono!- le dissi sorridendo malizioso.
Lei mi allontanò con la mano: -Idiota! Vattene, prima che ti veda qualcuno!
-Va bene! Va bene! Me ne vado. Ma prima voglio fare una cosa...
Mi avvicinai pericolosamente a lei, ancora con il sorriso da deficiente sulla faccia; sentii il suo brivido di imbarazzo farle accapponare la pelle e le lasciai un bacio sulla guancia. Poi staccai le mie mani dai suoi fianchi e mi allontanai guardandola.
-Vi auguro una buonanotte, Madame Moore- le dissi con un elegante inchino.
-Anche a lei, Messere Weasley- rispose imitandomi.
Rientrò in camera sorridente, il sorriso più bello e sincero che avesse mai fatto.
Io mi diressi verso il passaggio segreto, intenzionato a sistemare le cose con un certo quadro testardo.

Angolo autrice
Okay, sono giunta alla conclusione che non ho il dono della sintesi.
Questo è l'ultimo così lungo, lo giuro😊❤✋

T'insegnerò a sognareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora