Comportamenti insoliti

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(POV'S FRED)
Lei non è venuta quella sera. E nemmeno quella dopo, né quella successiva a quella dopo e neppure dopo una settimana. Nella sua stanza non c'era, e nella mappa non risultava quando usava la pozione dell'invisibilità. Compariva solo in quelle ore in cui evidentemente non faceva effetto, ma si allontanava sempre e si nascondeva. Trovarla sembrava impossibile.
Da quando non la vedevo più, provavo dei sentimenti strani. Cose non avevo mai provato in tutta la mia vita, con nessun'altra ragazza.
Infondo sapevo sin dall'inizio che sarebbe stato tutto un po'diverso con lei, a partire dal fatto che con lei ho voluto iniziare io. Di solito non mi importava granché di chi fosse la ragazza con cui stare, e soprattutto era la suddetta ragazza a farmi notare che mi veniva dietro, poi toccava a me farmi avanti. Stavo con persone alla cazzo, tanto per essere chiari. Mi ci mettevo, mi divertivo, mi sentivo coinvolto per un po', poi loro improvvisamente venivano illuminati dalla risposta divina e tutto d'un tratto capivano che non ero la persona giusta per loro. Ed io, d'altro canto, non ci perdevo niente.
Ma alcune volte mi scaricavano in modo brutale e allora mi vendicavo. Nessuno scherzo terrificante o umiliante, anzi, le ignoravo completamente. Assoluta indifferenza, era quello che si meritavano. Sì perché io a loro non ci tenevo più di tanto, ma mi impegnavo comunque, le rendevo felici e anche se quando era finita non me ne fregava più niente, io il cuore ce l'avevo messo.
Anche io, come ci si aspetterebbe, ho mollato delle ragazze. Potrei stare qui a dire i loro nomi ma non servirebbe a niente, perché il nome era l'unica cosa che le differenziava l'una dall'altra.
Fotocopie. Ragazze che VOLEVANO essere uguali e che detestavano chi si distingueva da loro. Che ci stavo a fare con persone del genere? Erano capaci di farmi sentire le cose solo fuori, dentro non sentivo niente. Zero.
E anche con loro, una volta finita, si alzava il muro dell'indifferenza. Le faceva inviperire, sembrava che se avessero potuto, mi avrebbero avvelenato il pranzo, e questo mi faceva impazzire dalle risate.
Come biasimarle? Chiunque non ama essere ignorato. Con una sola eccezione. Raphina Moore.
-Alla torre di astronomia hai controllato?
-Ho controllato ovunque, Georgie, è evaporata. E poi è quasi sempre invisibile. Per trovarla servirebbe un miracolo.
Mi guardava mentre me ne stavo rannicchiato sulla scrivania, mezzo stordito, con i capelli arruffati e molto più in disordine del solito. Mi si mise vicino e mi posò una mano sulla spalla: -La troverai, Freddie. Ne sono sicuro.
Mi alzai e lo abbracciai a lungo. Non mi aveva tirato su di morale, non aveva ritrovato la mia Raphina. Ma come al solito, era riuscito a farmi sentire meglio, con poche e semplici parole. Con un tentativo di non farmi lasciare la speranza.
Quando ci staccammo, lui si mise a piegare dei panni, e nel frattempo continuava a cercare di rassicurarmi: -Magari ha solo bisogno di riflettere; le ragazze li hanno spesso quei momenti in cui sono arrabbiate con il mondo intero, poi sono tristi, e per non trovare rogne con chiunque preferiscono isolarsi. In quei giorni le infastidisce anche la loro ombra, sono terrificanti.
-Sì, hai ragione. Si chiamano "giorni del ciclo".
Scoppiò a ridere ed io lo seguii a ruota.
-Beh allora forse è meglio così, Freddie! Forse è meglio che non la vedi... oddio, non respiro più...- continuava a singhiozzare e poco ci mancava che gli scendessero le lacrime, e lo stesso valeva per me, che mi ero accasciato sul letto a ridere come un pazzo assieme a lui.
-Ma quanto siamo deficienti, Freddie?

In una giornata qualunque, tra una monotonia e l'altra, la professoressa McGranitt convocò la maggior parte degli studenti Grifondoro per una ragione a noi sconosciuta.
-Non è che è venuta a sapere che siamo stati noi a dipingerle il cappello di rosa e ora vuole giustiziarci pubblicamente, vero?
-Tu incrocia le dita e inizia a pregare- consigliai al mio gemello con un certo tono d'allarme.
In un grande salone illuminato dalle tante finestre, la professoressa aveva diviso i ragazzi dalle ragazze, quindi io e George ci posizionammo in piedi dietro a tutti i maschi.
Ci spiegò di un ballo tradizionale chiamato "Ballo del Ceppo" che si sarebbe svolto ad Hogwarts la sera della vigilia di Natale, sottolineando più e più volte, il fatto che non avremmo mai dovuto cercare di rovinarlo altrimenti lei avrebbe rovinato noi, in parole povere.
-Balbettante bambocciona banda di babbuini.
-Balbettante bambocciona banda di babbuini.
-Balbettante bambocciona ban...
-Signor Weasley, vuole avvicinarsi, per favore?- intervenì la mitica Minerva rivolgendosi a Ronald.
Presto li vedemmo volteggiare insieme al centro della sala, accompagnati dalla musica e dai nostri applausi e fischi di approvazione.
-Troppo facile provarci con le belle ragazze.
-Il vero uomo si bomba la McGranitt!
-Vai così, Ronnie!
-Hey, voi due- Disse Harry richiamando la nostra attenzione e frenando la nostra serie di battute -Non glielo farete dimenticare mai, vero?
Scuotemmo lentamente la testa -Mai!

T'insegnerò a sognareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora