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(POV'S RAPHINA)

-Il pezzo grosso? Davvero devo parlare con lui?
-Beh, io temo di non avere il coraggio di tornare là fuori per dirgli che il signorino si è rifiutato di parlare con "il pezzo grosso"...
Silente non vedeva l'ora di poter salutare quell'uomo, ma ovviamente non poteva mettere a nudo la sua giusta dose paura nei suoi confronti di fronte ad uno studente... Fred afferrò comunque il concetto, si schiarì la voce e si precipitò fuori dalla porta con l'aria di chi esce a fare affari.
A noi, dentro quella piccola stanza bianca e malinconica, non restò altro da fare che guardarci negli occhi e tacere con imbarazzo. Finché Tiger non smorzò maldestramente la tensione:
-Io ho un gatto rosso a casa e ti assicuro che è molto più carino di voi due.
George resse il suo sguardo stupidamente convinto: -Ne dubito fortemente
-Almeno lui non ha i capelli che lo fanno sembrare una ragazza.
-Hai ragione Tiger, il tuo gatto è molto più bello di me e Fred.
Il ragazzino sorrise ignaro del sarcasmo, gongolò fuori dalla stanza e non si fece più vedere.
George fece segno di avvicinarmi a lui per potermi sussurrare qualcosa: -Si è appena prenotato per uno scherzo da paura, il buon vecchio Tiger.
-Ah sì?- gli sorrisi e lui mi fece l'occhiolino con convinzione.
Aspettammo su per giù altri due minuti e mezzo, dopodiché Fred fece ritorno nella stanza e disse al preside che Lucius lo stava attendendo per porgli i suoi saluti.
Silente si dileguò e rimasi sola con quelle due faine.
George decise di affrontare quel silenzio ingombrante: -Allora... come volete chiamarlo il gatto?

Fred non mi disse assolutamente nulla, non raccontò neanche due parole di quella chiacchierata col diavolo. Una volta finiti i controlli delle infermiere su George, mi disse che doveva portarlo in giro, tirarlo su, passare del tempo con lui ed io risposi che era la cosa giusta da fare, ovviamente. Mi avrebbe parlato il giorno seguente o che so io. La situazione non era così critica, credo. Ora che suo fratello era tornato tra noi, pensai che per Fred tutto potesse tornare ad avere un verso, la positività tornava ad invadere la sua dolce personalità astuta. Tutto si sarebbe aggiustato o quasi. Quasi tutto avrebbe ripreso ad essere bello, sereno.

In realtà a quel pazzo venne in mente la malsana idea di venirmi a svegliare nel cuore della notte per parlare delle nostre faccende. Stavo per tirargli uno schiaffo quando lo vidi sul bordo della mia camera con il fiatone alle 3 e mezza del mattino.
-Moore... non ti ho.svegliato, vero?
-Vuoi farti espellere o cosa?
-Posso entrare?- era davvero senza fiato, quasi si piegava in due per cercare un po' di respiro.
-Non è il caso, non sono da sola stanotte...
Corrucciò la fronte e rimase interdetto: -Ah, wow, non pensavo di essere così facilmente rimpiazzabile, che batosta...
-Fred! Ma cosa...
-Ho anche i capelli rossi! Cosa puoi volere di più da un uomo, eh?
-Stai zitto! Le ragazze dormono.
Fece capolino dalla porta e verificò la cosa di persona: -Ah... beh, potremmo stringerci, io non occupo molto spazio in un letto singolo...
-Buonanotte Fred- lo salutai glaciale e feci per chiudere piano la porta, senza guardarlo.
Lui si sporse verso di me e bloccò la mia intenzione con una mano: -Guarda che Lucius mi ha detto tutto di te e tuo padre.
Mi sentii venire a meno. Avevo il sangue fermo nelle vene.
-Di cosa diavolo parli, Weasley...
-Lo sai benissimo.
Era serio, accidenti. Era maledettamente serio.
-Moore, Cristo santo, chiudi quella dannata porta, per la miseria!
-Ma con chi diavolo parli, con i quadri?!
Le due oche mi costrinsero ad uscire dalla stanza poiché la fioca luce della candela di Fred stava chiaramente urtando il loro stramaledetto sonno di bellezza.
-E' impossibile! Lucius non può raccontare a nessuno quello che fa, rischierebbe di finire dietro le sbarre o che so io.
-E' una cosa terribile, io voglio darti una mano.
Stavo andando nel panico. Lui mi guardava in modo così sincero, così buono. Andava in contro ad un tale rischio di cui poteva solo immaginarne le gravi conseguenze.  
-Non dire una cosa del genere, non puoi farci niente. Devi restarne fuori.
-Ma io voglio aiutarvi a trovare una soluzione, possiamo farce...
-Ci abbiamo provato, Fred. Non c'è un modo per spezzarla che non metta in pericolo entrambi. Sono fatte così, le maledizioni. O ci convivi, o muori, o sei abbastanza forte da rinunciare alla parte più importante di te per salvarti.
Mi ascoltava con estrema attenzione, era più concentrato che mai in quel momento.
-Quindi... qual è quella parte a cui non vuole rinunciare tuo padre?
Mi sforzai di non gettare neanche una lacrima, feci solo un sorriso simile ad una smorfia e sperai con tutto il cuore che lui potesse capire.
Sgranò gli occhi e spalancò le labbra:
-Tu!
Continuavo a fissarlo quando lui volse lo sguardo sulla fiamma della candela per ribadire il concetto altre duemila volte, sembrava il ragazzo più sconvolto del pianeta mentre ripeteva quelle frasi: -Tu devi morire... per salvare lui... tu devi morire...- aveva un'irrefrenabile espressione inorridita su tutto il volto. Lo interruppi per precisare:
-Per mano sua. Deve essere lui ad uccidere la persona che più lo ama, altrimenti il sacrificio sarà vano, come quello di mia madre.
Annuì con lentezza, continuando a fissare la candela: -Tua madre... che è successo a tua madre?
Come poteva mancargli quel pezzo della storia? Non aveva senso, a meno che Lucius non avesse voluto salvaguardare il suo onore morto e sepolto ormai da secoli.
-Non te l'ha detto?
Lo vidi in difficoltà, allontanò il suo viso e pensai stesse fingendo della naturalezza poco credibile: -Pro... probabilmente me l'ha solo accennato, devo averlo dimenticato. Se tu potessi rispiegarmelo...
Era strano, poco convincente. Decisi comunque di accontentarlo, quindi iniziai a riassumere:
-Lucius ha fatto ammazzare mia madre, in poche parole.
-Che?!
-Si è suicidata credendo di poter salvare mio padre... Malfoy, quando lo ha maledetto, non ha specificato che la persona che più lo amava doveva morire per mano della persona maledetta per spezzare tutto. Ce lo ha detto dopo, te ne rendi conto?
Fred scosse le mani, agitò la piccola fiamma: -Quest'affare non durerà a lungo...
Alzai le spalle, sollevata al solo sapere che quell'odiosa spiegazione stava finalmente volgendo al termine, così come quel flusso insopportabile di ricordi spiacevoli che avevano ripreso a navigare imperterriti nella mia testa: -Non importa. Il resto lo sai già immagino, anche se non riesco a capire perché te lo abbia voluto raccontare.
-Oh andiamo, chi sarebbe così stolto da credere a una simile cretinata, Moore. Ti facevo più arguta di così, serpentina...
Lo guardai con l'intenzione di fulminarlo in un istante, digrignai i denti e strinsi i pugni: -Mi hai ingannata...
-Alla fine il colore del gatto l'ho scelto io, a quanto pare.
Sorrideva beffardo, beffardo e idiota. Non potevo credere di esserci cascata così facilmente, mi sentivo una bambina.
-Hai messo su questa sceneggiata solo per farti raccontare tutto... Levati dalla mia vista, prima che inizi a gridare...
-Ho solo due domande da farti- beh, avrei voluto sputargli in un occhio e dirgli che le sue stupide domande poteva mettersele in quel posto, ma mi tappò la bocca con un dito prima ancora che iniziassi a protestare, quel farabutto -Perché Lucius ha maledetto tuo padre? E in cosa consiste questa maledizione?
Tolse l'indice dalle mie labbra e gli diedi un piccolo schiaffo: -Per un debito. Lo ha maledetto perché non ha saldato un vecchio debito, e la maledizione... quella è difficile da spiegare. Non influisce in alcun modo su mio padre finché lui continuerà a servire in tutto e per tutto Malfoy. Deve obbedirgli come uno schiavo... non hai idea...
-E cosa succede se smette di farlo?
Fred iniziava a sentire la paura, ad avvertire i tremiti. La fiamma sempre più corta e debole di quel che restava della candela, vacillava come scossa da folate di vento.
-Diventerà un mago malvagio. Non sarà più in grado di controllare la sua sete di morte, obbedirà solo alla persona che lo ha maledetto. Potrebbe perfino conficcare un coltello nel cuore di chi lo ha amato per tutta la vita, non lo vedresti battere ciglio.
Fred annuì ancora più sconvolto, ancora tremolante, tentava una sicurezza che al momento non gli apparteneva affatto.
-Capito... perché quello schiaffo?
-Se ti ho fatto male sei proprio una femminuccia.
-Non mi hai fatto male, ma ammetto che ne merito uno abbastanza forte da farmi discretamente male, per come mi sono comportato...- lo guardai sorridendo mentre si massaggiava la guancia dove lo avevo colpito.
-Chiederò a George di dartelo.
-E adesso? Che si fa con Malfoy?- portò la mano aperta all'altezza del ginocchio -Quello piccolo, dico...
Mi avvicinai rapidamente a lui ed iniziai a baciarlo tenendo tra le mani il suo viso magro. La candela si spense.
-Niente. Ne starai fuori. Lo farai per me, Weasley.
Piantai i miei occhi dentro i suoi e lui rabbrividì di colpo, dolcemente. Sapevo di fargli uno strano effetto ogni volta che il mio sguardo riusciva miracolosamente ad affrontare il suo, tanto vicino quanto intenso.
-Come desiderate, mia regina. Sono al vostro servizio.
Il suo sorriso, decisamente più rassicurante e convincente delle sue parole, mi baciò teneramente la fronte. Poi si dileguò attraverso il suo dannato passaggio segreto, lasciandomi a contemplare l'immensità di preoccupazioni e di paure nate da quelle stupida conversazione che avrei voluto dimenticasse al più presto, per il bene di entrambi.

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