Noia esistenziale

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(POV'S FRED)

Trovai davvero sorprendente la mia straordinaria nuova capacità di stare a letto tutto il giorno senza fare nulla dalla mattina alla sera quando né George, né Lee, né Raphina potevano occupare le mie giornate. Mi stavo afflosciando, e la mia routine quotidiana era diventata qualcosa di monotono e tragicamente snervante dal punto di vista psicologico: mi alzavo, facevo colazione con poco e niente, andavo a trovare George per poi tornare nel suo letto, successivamente pranzavo e quando ero fortunato non rimettevo nulla di quello che avevo assunto, poi tornavo a trovare George e infine di nuovo letto, cena, George e dolce dormire. Una volta conclusasi la giornata, il fatto che Hogwarts era da tempo priva di scherzi, colori e risate, pesava inevitabilmente sul mio stomaco indebolito dalla freddezza di quel periodo. Sentivo un vuoto mai conosciuto prima, credetti di avere un mostro che mi stava lentamente e silenziosamente divorando dall'interno. Era soffocante.

Certi giorni mi capitava di restare in piedi e girovagare per il castello senza motivo. No, no, mi correggo. Mi comportavo da bambino e non sopportavo minimamente l'imminente presenza di Lee tornato dalle brevi vacanze con i suoi genitori. Da quando si era ristabilito ad Hogwarts  passava, com'è ovvio che fosse, molto in tempo in camera a crogiolarsi per ottenere qualche mia pietosa attenzione. Non gli avrei mai dato quella soddisfazione, avevano fatto del male a mio fratello, lui e quell'altra sgualdrina. Solo al pensiero dell'inizio di quella terribile nottata mi si accapponava la pelle, il sangue smetteva di scorrere.

Fatto sta che un giorno di quelli, durante un'apatica e fredda passeggiata sotto di un porticato del castello, mi parve di vedere una chioma disordinata di capelli neri volteggiare e svoltare l'angolo di un corridoio, quindi affrettai il passo e la seguii fin dove l'avevo vista sparire, ma una volta girato nella sua stessa direzione, la ragazza era sparita. Come volatilizzata.

-No... non può essere... non è che ha usato...

-Fred!

Mi voltai scostandomi i capelli dal viso con stizza, sempre più convinto del fatto che l'assenza delle due persone più importanti della mia vita, mi stava facendo visibilmente uscire di testa.

-Fred, tutto a posto? Mi sembri turbato...

-Angelina, ragazza dagli incorruttibili valori morali... tu sì che sei perspicace, ragazza mia!- la guardai fingendomi stupito, riposi nuovamente le mani in tasca e mi mossi nella direzione opposta.

-Ti ho visto correre dietro al nulla, è normale che mi preoccupi.

-Oh, ma come sei gentile ad aiutare il prossimo. Dovrebbero essercene di più di donne altruiste come te in giro.

-Fred, per favore, fermati.

Mi voltai senza togliere le mani dalle tasche, la guardai con indifferenza e senza dire una parola. Sembrava più rilassata dopo la notte di fuoco passata con il suo nuovo amichetto, il che mi rese più disgustato di quanto non lo fossi già.

-Parliamone, ti va?

Scossi la testa e risposi con pacatezza: -No

-Fred! Ti prego! Ti supplico!

-La mia pazienza se ne sta volando via più velocemente di quanto non lo abbia già fatto la tua dignità.

-Oh, Cristo santo! Ancora con queste frecciatine, Weasley?

-La freccia di Lee ti piaceva di più?

-Idiota!

-Sgualdrina.

Me ne andai con un sorriso beffardo stampato in volto. Se la meritava tutta quella cattiveria, anzi... si meritava uno scherzo. E prima o poi, io e George glielo avremmo servito su di un piatto d'argento, parola mia.

T'insegnerò a sognareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora