Compagnie nella notte

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(POV'S FRED)
-Avete sentito?- chiese mia sorella interrompendo le nostre danze.
-Io non ho sentito niente- George le rispose con noncuranze mentre io lo tenevo impegnato in un walzer decisamente squallido.
-Nemmeno io sorellina. Cominci a sentire le voci, Ginny?
-Non ho sentito niente neanche io- disse Raphina con un tono leggermente preoccupato.
-Shh! Se smetteste di muovervi come cavallette con il Parkinson magari riuscireste a sentire qualcosa!
-Sorellina, hai iniziato troppo presto a drogarti.
-Potevi almeno aspettare di raggiungere la maggiore età- appoggiai George senza degnare di uno sguardo la mia fantasiosa sorella irascibile.
Poi lo avvertii forte e chiaro, ruppe la notte in mille pezzi, frantumò ogni allegria appena trascorsa. Vetri s'infrangevano in lontananza seguiti da urla e versi indistinti, completamente incomprensibili e dannatamente rauchi.
-Ecco, sentito?! Era di questo che stavo parlando! - Ginny gridò con euforia, strattonando freneticamente il braccio della mia bella Raphina.
-E' vero, l'ho sentito anche io sta volta. Voi no?
-Uhm...- mi limitai ad alzare le spalle per poi osservare la risposta di mio fratello, che nel frattempo se ne stava appeso al mio collo con le sue lunghe braccia per fare il cretino e usarmi come palo per la lap dance... era anche piuttosto credibile, devo dire...
-Ma che state dicendo? Non si è sentito proprio un bel nien...
A quel punto un grido più rauco e più acuto del precedente, lacerò le tenebre come un coltello affilato:
-A ME LE CAROTE FANNO SCHIFO. GLIELE METTO NEL CULO LE CAROTE, OH Sì
Tutti quanti ci guardammo circospetti e George aggrottò le sopracciglia stupito: -Okay, questo l'ho sentito.
-Andiamo a vedere, dai!- Ginny partì come un razzo nella direzione da cui provenivano quei rumori sempre più caotici e assordanti. Noi altri la seguimmo a ruota, iniziando a proporre ipotesi ridicole sull'artefice di quella confusione insopportabile.
-Questo è Silente che fa la checca isterica con la McGranitt dopo che lei gli ha pestato il piede per la terza volta di fila- iniziai io, lasciando spazio alla fantasia perversa di mio fratello per continuare.
-No, è una voce troppo rauca. Questo è Hagrid ubriaco. E' così palese...
-Non può essere lui, era impegnato con la gigantessa fino a poco fa... e poi perché dovrebbe parlare di carote, scusa?
-E perché mai dovrebbe farlo Silente, allora?!
-Perché a Silente piacciono le carote. Lo sanno tutti, anche se non vuole che si sappia in giro.
-Ma Hagrid potrebbe aver parlato della Sua stessa carota, che ne sai tu?
-Hai ragione. Certo che Hagrid deve avere una carota enorme.
-Sì, è vero. Sono d'accordo.
-La piantate di fare schifo per l'amor del cielo?! Siete da rinchiudere!- Raphina si voltò di scatto durante la corsa frenetica verso la nostra meta sconosciuta, urlandoci queste esatte parole. Quanto mi piaceva quando si arrabbiava perché dicevo cose disgustose. Sapevo che avrebbe riso come una matta se non si fosse sentita in dovere di interrompere una conversazione che stava leggermente finendo tra le più perverse e malate  conversazioni mai dette prima.
-Ci siamo quasi ragazzi...- Ginny rallentò ed iniziò a camminare lentamente con uno sguardo circospetto. Era l'inizio della foresta proibita, più buio e più lugubre di ogni altra notte, o almeno così ci sembrava.
Erano entrambe assorte e concentrate sull'obiettivo, quando mi venne la malata idea di continuare a parlare della smisurata carota del caro e vecchio Hagrid, senza un vero motivo preciso.
-Sarà immensa.
-Mastodontica.
-Continuate a parlarne ed io taglierò la vostra.
L'attenzione di tutti e quattro fu catturata non dalla buffa minaccia di Raphina, ma bensì da due figure indistinte vaganti tra i tronchi degli alberi. Ci avvicinammo lentamente, scrutando incuriositi prima il corpo che si agitava tra un tronco e l'atro, poi quello che se ne stava seduto a terra a ridere placidamente.
-Non dirmi che sono...- lasciai la frase incompleta a causa dello stupore e ci pensò mio fratello a proseguirla altrettanto sbigottito:
-Malfoy.
-E Pancy Parkinson.
-Oh no... - Raphina indietreggiò di qualche passo, accostandosi a me con aria impaurita, così le cinsi un fianco.
Ginny socchiuse gli occhi e si sforzò di cogliere il particolare più bizzarro della scena: -Ma sono bottiglie quelle che Draco sta lanciando contro l'albero?-
Distogliemmo lo sguardo dalla ragazza seduta comodamente a terra e ci soffermammo sul biondino che correva avanti e indietro tra i tronchi gridando a squarciagola frasi sconnesse e canzoni stonate:
-Hanno bevuto...- dissi avviandomi verso quei due individui.
George mi si accostò immediatamente: -È uno scherzo?! Hanno solo quattordici anni, per l'amor del cielo.
-Fred, no...- Raphina rimase indietro, supplicandomi con il suo sguardo, di dileguarci il prima possibile.
-Hanno bisogno di aiuto, Serpentina!- mi voltai e le dissi così, dopodiché corse da me e mi sfiorò la mano come fosse in cerca di aiuto, in cerca di protezione.
Le accarezzai il dorso della sua, continuando a camminare in direzione di Pancy Parkinson.
-Come te la passi, signora Malfoy?
George tentò un approccio diretto del tutto privo di tatto e sensibilità, per il quale ottenne in risposta una fragorosa risata seguita da un potente conato di vomito.
-Non ha detto che sta male- dissi rivolgendomi a George con un tono troppo onesto.
Lui annuì in segno di approvazione, mentre mia sorella mi passò accanto fulminandomi con un occhiata, poi parlò a Pancy senza nascondere l'indignazione:
-Che squallore... siete ubriachi fradici!
-Ubriachi... ma dai! Hanno quattordici anni! Com'è successo? Troppo succo di frutta, ragazzi?
-George, non...-  avevo appena dato un'occhiata dietro a quel tronco massiccio, scoprendo una cassa con qualche bottoglia di vetro che Malfoy non aveva ancora scagliato.
George sbarrò gli occhi: -Wow... siete delle fottute spugne, voi due.
-Fred, dobbiamo andare via.
-Ancora un secondo- non riuscivo davveri a comprendere il motivo dell'agitazione che Raphina si portava appresso da quando avevamo scoperto chi fossero i due soggetti. Mi sforzavo di capirla, ma niente. Mi sentivo piuttosto impotente di fronte alla sua illogica angoscia...
-Oh, ma guarda chi si vede- improvvisamente Draco apparve ciondolante alle nostre spalle -cosa ci fate qui? Eh, fatine?
-Fatine? Facciamolo bere più spesso, vi supplico- dissi guardando George che scoppiava in lacrime dalle risate.
-Sì, fatine... oh, ecco guardate- ad un tratto il biondo si chinò a terra, strappo frettolosamente qualcosa, si tirò su con un balzo e porse ciò che aveva raccolto a George:
-Guarda! Un mazzo di fiori per te!- poi si sporse verso di me -Ed uno per te!- aggiunse con un sorriso a trentadue denti.
George si sforzò di fingersi serio: -Per noi? Oh, grazie, Dracolino.
-Come sei dolce- aggiunsi con uno sguardo da ragazzina innamorata.
-Dolce... sì, sì. Dolce un cazzo, cercavo proprio te, signorino- esclamò il ragazzo indicando il petto di George e mantenendo un sorriso.
-Volevi chiedermi di ballare?
-No no no. Allora, chi dei due... chi dei due è Fred Weasley?- una volta pronunciato il mio nome con la tipica accadenza da ubriaco, si fece più serio ed cercò di mantenere i piedi ben saldi a terra.
-Oh, beh, forse ti riferisci a...
-Sei troppo lento...- afferrò una bottiglia di vetro ancora intatta e la scaraventò a terra con la prepotenza di un tiranno: -Ho chiesto, chi è dei due Fred Weasley?!
Calò un silenzio glaciale. Un silenzio che George ed io fummo molto felici di riempire con un piccolo trucchetto per distrarre il piccolo ubriaco dalla sua nuova ossessione da ubriaco:
-Lui è Fred Weasley.
-Non è vero, è lui Fred Weasley.
-Aspetta, ma tu cercavi Fred o George?
-Ha detto George mi pare.
-Io ammazzo tutti e due nel caso non vi decidiate. Fate voi- Draco sorrise perfido ancora un'ultima volta, poi tornò serio, pronto a scatenare l'inferno: -Oppure avevo detto bene prima e tu sei Fred!
Accadde tutto troppo velocemente. Nessuno fece in tempo a muoversi, a tirare su il fiato, a realizzare cossa stava accadendo. Draco, in meno di un secondo, aveva già estratto la sua bacchetta e aveva appena lanciato uno schiantesimo molto potente contro il petto di mio fratello. Una scintilla, una piccola esplosione. George scaraventato a terra con gli occhi chiusi ed un espressione ingenua.
Gridai a squarciagola ed estrassi la bacchetta anch'io, pronto a ricambiare il favore a quel verme, che nel frattempo si stava allontandando traballante per nascondersi dietro un albero.
Non posso descrivere la furia di quel momento, fu allucinante. Lo bombardai di schiantesimi, uno dopo l'altro. Preso, mancato, mancato, preso, e di nuovo mancato... si rialzò in piedi ogni volta e finalmente giunse a nascondersi dietro ad un tronco.
Il petto stava per esplodermi, la rabbia aveva pervaso ogni parte del mio corpo, ma ripensai a George. Sdraiato a terra, lontano da me. Lasciai perdere quella bestia di Malfoy e corsi da mio fratello, che nel frattempo era diventato gelido come il marmo.
Credetti di non avere più i polmoni. Aveva il viso pallido e le labbra bianche.

Angolo autrice
Buonasera❤ scusate se ho tardato ad aggiornare (pt. 27781826)
Ad ogni modo spero vi piaccia❤ vi do il permesso di frustarmi e di seppellirmi viva se tardo così tanto anche con il prossimo capitolo :)

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