Serpeverde alle prese con l'amore

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(POV'S RAPHINA)
Io e Fred non eravamo una di quelle coppie che, pur di avere una relazione accattivante ed eccitante, mantenevano la cosa segreta fino al Natale di due anni dopo. Noi ci tenevamo per mano senza vergogna molte volte, tranne quando c'era George che fingeva di vomitare a causa nostra. Avremmo passato ore e ore appoggiati ad un muro di Hogwarts, stretti in un abbraccio pieno di affetto e felicità. Ogni tanto lui mi alzava la testa e mi fissava dall'alto, consapevole del fatto che, guardare una persona negli occhi per troppo tempo, mi metteva non poco a disagio. Quindi mi faceva arrossire, rideva, io fingevo di arrabbiarmi e di andarmene e lui mi rincorreva per prendermi in braccio e farmi girare, terminando quell'adorabile scenetta con un bacio plateale. Imparai presto a fargliela pagare per tutte le volte che mi stuzzicava facendomi il solletico a lezione oppure in biblioteca: la vendetta consisteva nel fare un dispetto a George, lasciargli un biglietto con su scritto "Chiedi spiegazioni al gemello col deficit", farlo incazzare, per poi farlo sfogare a suon di botte e fatture su suo fratello, che puntualmente tornava da me in ginocchio e mi stringeva la mano per complimentarsi dell'ottimo piano malefico.
Si poteva dire che le cose procedevano bene, tutto sommato. Eravamo così felici quando stavamo insieme... il pensiero che Malfoy potesse dividerci e rovinare tutto mi stringeva lo stomaco tutte le notti, da sveglia e nel sonno. Ma, fortunatamente, quello stangone coi capelli rossi sapeva sempre come farmi distrarre. Draco era l'unica persona che non doveva venire a sapere niente di niente, nonostante sospettasse la nostra storia sin dall'evento della Foresta Proibita di molto tempo prima.

Nel tardo pomeriggio di una giornata piovosa, io, i due gemelli, Ginny ed Hermione Granger ci trovavamo nella biblioteca del castello, alle prese con i compiti.
Mentre George discuteva con la riccia a proposito di come insegnare Erbologia alla sorella minore, Fred scriveva qualcosa davanti a me su di un foglietto strappato.
-Che cos'è?-
-SHHHH- mi zittì subito la bibliotecaria.
Lui tenne lo sguardo basso, aspettò che Madama Pince se ne andasse e fece scivolare quel foglio verso di me, ridendo sotto i baffi con uno sguardo curioso.
Su quel pezzo di carta erano state disegnate in modo penoso due persone, un ragazzo ed una ragazza, vestiti in modo elegante che danzavano al centro di una sala piena di luci. In alto c'era scritto: "Chi sono questi due?"
Chiunque avrebbe capito dove voleva andare a parare il rosso. Ma decisi di farlo "soffrire" ancora per un po'...
Gli ripassai il foglio, dove sotto la sua domanda avevo scritto non proprio la risposta che si aspettava: "Silente e la McGranitt <3"
Lui si piegò sul tavolo per soffocare il rumore delle risate, poi si rialzò, disegnò qualcos'altro e mi ridiede indietro il foglio. Al ragazzo era stata aggiunta una barba folta e kilometrica che gli si avvolgeva attorno alle gambe, mentre la ragazza ora aveva un insieme di righe in faccia, che stavano a rappresentare delle rughe, ed un cappello esageratamente lungo sulla testa. Alla destra di questa coppia fenomenale stava disegnata anche un'altra coppia, insieme alla scritta gigante: "E questi?"
Ghignai e scrissi la risposta: "Tu e Alicia Spinnet <3" .
Gli passai il foglio ancora una volta e lui lo lesse con un'espressione scioccata. Si affrettò ad aggiungere qualcos'altro e lo fece strisciare sul tavolo perché me lo potessi riprendere.
Il ragazzo di quella coppietta ora portava un secchio tra le mani, dove all'interno era stato disegnato qualcosa che doveva per forza essere vomito.
A sinistra della McGranitt e Silente, c'era una terza nuova coppia, composta da due ragazzi particolarmente simili a me e a Fred. Sopra di loro alloggiava minacciosa la scritta "BADA A QUELLO CHE SCRIVI"
Soffocai a fatica le risate, dopodiché modificai il disegno affinchè potesse assomigliare a quello che avevo in mente, scrissi la risposta sotto il suo sguardo da finto arrabbiato e glielo passai un'ultima volta, curiosa di sapere quale sarebbe stata la sua reazione alla frase "Hagrid e tua madre <3"
Sconvolto, spalancò gli occhi e la bocca, accartocciò quell'opera d'arte e me la lanciò in testa, mentre io mi coprivo la bocca con le mani per non fare troppo rumore a furia di ridere.
-Che cavolo fai, Fred?!- sussurrai vedendolo alzarsi in piedi e prendermi le mani per tirarmi su dalla sedia.
Mi accompagnò dietro ad alcuni scaffali della biblioteca, si guardò attorno e una volta confermata la nostra privacy mi diede un bacio stranamente lungo e passionale.
-Ma buongiorno.
-Hagrid e mia madre? Come ti è venuto in mente, vigliacca?!
Risi più forte, attirando malauguratamente l'attenzione della bibliotecaria su di noi.
-E comunque non hai indovinato.
-Fred, ti prego, puoi fare meglio di così!
-Per questo siamo qui!
-Fred, arriva Madama Pince, andiamocene...
-Voglio chiedertelo per bene!
Quell'arpia della bibliotecaria ormai era quasi arrivata da noi, quindi decisi di sfruttare la pozione di mio padre e rendermi invisibile.
-Ehi! Così non vale, non sei corretta!
Sono sempre stata attratta dalle sue maniere galanti e semplici allo stesso tempo e dalla disinvoltura di cui era dotato in ogni situazione gli capitasse. Quel mix di contraddizioni che mi è sempre piaciuto tanto... mi stava facendo innamorare a poco a poco, con dolcezza.
Dopo che si era voltato e voltato più volte per tentare di prendermi, mi fermai alle sue spalle, in attesa di altre sue reazioni.
-Va bene, l'hai voluto tu. Pronta?
Alzò le mani come per dire di avermi avvertita, poi cominciò ad abbassarsi, con un sorriso di sfida insistentemente costante sul volto:
-Io vado, eh. M'inginocchio...
Lo stava facendo. Lo stava facendo davvero, non ci volevo credere...
-Raphina Moore, vuoi venire al ballo con me?
Quella richiesta, così tenera e così sincera nella sua semplicità, mi stava facendo commuovere.
-Signor Weasley! Per tutti i santi del mondo, cosa diavolo sta combinando?!
-Oh, buonasera Madama Pince, come va?
-Shh! Sei in punizione, mio caro!
-Ma devo chiederle una cosa importante!
A quel punto ricomparvi alle sue spalle, abbracciandolo al collo e sussurrandogli un sonoro "Sì" nell'orecchio.
Gli diedi un bacio mentre ancora si trovava inginocchiato davanti a me, così Madama Pince ci guardò indignata: -Tanto in punizione ci vai lo stesso.

Dopo quell'intenso pomeriggio di studio, salutai tutti e me ne tornai nel dormitorio dei Serpeverde, dove una sorpresa poco piacevole mi stava aspettando.
-Moore, dove diavolo sei stata? Ti ho cercata dappertutto, mi hai fatto perdere un mucchio di tempo.
Distolsi lo sguardo da quello severo di Draco, mi grattai la nuca e nascosi la felicità che mi pervadeva dopo l'invito di Fred.
-Sono stata in biblioteca, non ho fatto altro che compiti su compiti fino ad ora.
Il suo sguardo nutriva dei dubbi riguardo alle mie parole, ma sembrava essere assorto in problemi ben più importanti della mia credibilità. Mi trattava diversamente dal solito, o meglio, sorvolava su tutto ciò che, generalmente, di me lo infastidiva.
-Va bene, non mi interessa. Devo chiederti un favore adesso. Devi fare una cosa per me.
-D'accordo, dimmi.
Strinse gli occhi e tirò fuori le parole con un'insolita difficoltà:
-Pansy Parkinson, quella gallina parlante, mi sta ancora più appiccicata di prima da quando ci hanno parlato di quello stupido ballo da fare a Natale. La situazione sta degenerando.
-Vuole che la inviti al ballo?
-Vuole anche che io la sposi e che le dia cinque figli, ma lasciamo perdere quest'ultimo dettaglio.
Mi morsi il labbro per trattenere un sorriso, mentre lui andava avanti a raccontare: -Il punto è... che se non invito lei, sono costretto ad andarci da solo, perché una volta rifiutata lei, mi si appiccicherebbero anche tutte le sue amiche idiote, e comincerebbero a litigare per me. Insomma, un incubo.
-Da spararsi.
-Esatto. Quindi, devo portarmi dietro una ragazza che non mi sia d'impiccio per tutta la sera, ma che nel frattempo non mi faccia fare la figura dell'idiota davanti a tutti. Mi sono spiegato
-Certo. Vuoi che ti aiuti a trovare una ragazza.
-Non proprio, ci devi venire tu con me. Così quelle galline mi lasceranno in pace una volta per tutte.
Cosa?! Ma che aveva quel ragazzo al posto del cervello? I bruchi morti?
-Draco, ma stai scherzando? Ci sono centinaia... di ragazze che vorrebbero venire al ballo con te, perché devo per forza venirci io?
Fece un espressione disgustata, poi mi spiegò: -Perché sono tutte delle oche insopportabili, mi annoierebbero per tutta la sera.
-Io, invece?
-Tu mi sei utile, mi porterai da bere quando te lo chiederò, sarai silenziosa, mi lascerai in pace con i miei amici, e la cosa più eccitante è che non hai scelta.
Rise con uno sguardo perfido, poi si girò dall'altra parte e si diresse verso il dormitorio dei ragazzi.
-Veramente sono già stata invitata, Draco.
Si bloccò sul posto, non battè ciglio e mi rispose: -Bene... rifiutalo. Tanti saluti e buonanotte.
-Ho già detto di sì.
Fermò la sua camminata ancora una volta, voltandosi con la fronte corrucciata e gli occhi increduli: -Hai detto di sì? Come ti è venuto in mente?
-Ma io non sapevo che tu mi avresti invitata, anzi, obbligata!
-Dovevi immaginarlo, oppure... non lo so, ma adesso devi dirgli di no, muoviti.
-Non posso.
-E perché no?!
-Perché non voglio!
Quelle tre parole lasciarono spazio ad un silenzio che sembrò durare centinaia di anni, e che scavò un vuoto stranamente inquietante sia dentro me che in lui.
Abbassò il tono della voce e iniziò a non guardarmi più negli occhi: -Chi è questo... tipo?
Esitai un momento prima di rispondere, con la voce che mi tremava spaventata tra le labbra: -Fred Weasley.
-Weasley, Ahah! Il tuo amico, Weasley!
Non dissi niente, non sapevo come agire, non sapevo come calmarlo... sembrava avesse uno strano veleno al posto del cuore, quel ragazzo.
-Quindi ci vai con lui.
-Sì, ti ho detto.
-E invece no! Perché te lo proibisco!
-Non puoi farlo!- mi avviai di corsa verso le scale del dormitorio femminile, intenta a terminare quell'assurda conversazione in quel preciso istante. Ma lui mi rincorse, infuriato e in preda a delle grida laceranti.
-Sì che posso! Ricordati che mi basta raccontare queste cose a mio padre per far sì che tuo padre abbia il destino segnato!
Mi voltai di scatto e con uno sguardo truce: -Non venirmi a parlare del vincolo... non puoi tirarlo in ballo quando non c'entra niente!
-Vuoi vedere che c'entra? Se tu non verrai al ballo con me, io dirò a mio padre...
-Cosa?! Cosa gli dirai, che non sai trovarti una ragazza da solo e che per averne una devi costringerla? Tu puoi lamentarti di me solo nel caso in cui io non faccia il mio dovere nei tuoi confronti, e si dà il caso che continui a farti tutti i compiti e a portarti tutti i libri che vuoi nonostante la mia relazione con Fred. Quindi... vedi di non abusare del vincolo, o quella che racconterà tutto questo a tuo padre, sarò io...
Finalmente ci guardavamo negli occhi, entrambi incattiviti da una situazione che ci metteva fin troppo alle strette. Serrava con prepotenza i pungi e i denti, più inviperito di quanto avrei mai potuto immaginare. Ma nonostante tutta quella rabbia stesse pervadendo ogni centimetro del suo corpo, nello sguardo si notava una contrastante ombra di dolore, dolore che si manifestava giacendo sul bordo degli occhi, come una lacrima che non voleva saperne di scendere giù.

Angolo autrice
Grazie a chi sta leggendo questa storia😊💕

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