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Il giorno seguente andai da Sasha, era da un po' che non la vedevo e avevo proprio voglia di raccontare tutto quello che era successo, bussai alla porta e mi aprii la sorella che mi disse:
< Ciao Alexis è da un bel po' che non vieni a trovarci, ci stavamo preoccupando, se l'amore ha quest'effetto preferisco di gran lunga state sola. Scherzo, Sasha sta sotto la doccia vieni che ti offro una tazza di the.>
Entrai, la casa era molto accogliente, la cucina era molto ampia e arredata in stile moderno con tonalità chiare, il salone aveva al centro un grande divano a forma di L in pelle nera di fronte al quale vi era una tv piatta attaccata al muro, sul lato destro si trovava una libreria piena zeppa di libri, sicuramente appartenevano al padre dato che era professore di letteratura all'università, un uomo molto colto e rispettabile. Mi sedetti su una sedia in cucina e dissi:
< Tua mamma non c'è ? Mi spiace per non essere stata presente ma ho un buon motivo e vorrei condividerlo con voi>
< Non vedo l'ora di scoprirlo allora, mamma e' a lavoro ma a breve sara' di ritorno, intanto che the preferisci limone, frutti rossi, arancia e cannella.>
< Li berrei tutti, però se devo proprio scegliere mi prendo quello alla cannella grazie.>
Mise il bollitore sul fuoco, ben presto ci raggiunse anche Sasha che appena mi vide mi abbraccio' calorosamente dicendo:
< Mi sei mancata sai, non sparire per così tanto tempo, la prossima volta non ti perdonero' così facilmente, ma guardati, sei raggiante, non ti ho mai vista così, hai gli occhi a forma di cuore>
< Mi sento veramente bene, oserei dire divinamente, non riesco a smettere di sorridere ma adesso vi dico che cosa mi è capitato ieri sera.>
Gli dissi tutto, mentre parlavo mi guardavano stupite, non si aspettavano certo che esistevano ragazzi in grado di fare gesti così romantici ed eclatanti, solo nei film forse, alla fine del racconto si congratularono per l'inizio della mia storia e mi augurarono ogni bene. Intanto il the si stava raffreddando, non ero riusciva ancora ad assaggiarlo perché avevo fretta di parlare, misi due zollette di zucchero di canna al suo interno e lo assaggiai, era squisito, d'un tratto mi squillo' il cellulare, sul display comparve la scritta AMORE e risposi :
< Pronto, amore>
<Ciao piccola, dove sei?>
< Da Sasha, avevo voglia di vederla, tu dove sei>
< Sto con un paio di amici, se vuoi passo a salutarti perché mi trovo vicino casa della tua amica>
< Per me va benissimo ma devo chiederlo anche a lei, ti richiamo, a dopo.>
Dissi a Sasha:
< Era lui, mi ha chiesto di poter passare per salutarci>
<Va benissimo per me, facciamo una bella cosa, adesso mi preparo e andiamo a farci un giro>
< Perfetto, fai venire anche tua sorella, mi è tanto simpatica>
< Ok allora, vieni in camera con me così mi fai compagnia.>
Entrando nella sua stanza  sembrava di varcare una soglia che dava su un mondo magico perché sulle pareti era dipinta una foresta, con alberi, uccelli ed elfi, quel magnifico lavoro lo aveva eseguito personalmente perché  disegnare era una vera e propria passione per lei, aveva anche frequentato l'Istituto d'arte per perfezionare il suo talento, aveva un dono naturale. Al centro della stanza c'era un letto a baldacchino a una piazza e mezza e alla sua destra si trovava una cabina armadio spaziosa. Ammiravo spesso quel paesaggio suggestivo sognando di vivere al suo interno, io non sarei mai riusciva a creare dal nulla quella meraviglia, una voce mi distolse da quel sogno ad occhi aperti, era Sasha che mi avvisava che era pronta per uscire. Stavamo per uscire quando arrivo' la madre, lavorava come infermiera presso una casa di riposo per anziani, la salutai dicendo:
< Ben arrivata, come è andata a lavoro?>
< Bene, non mi posso lamentare, è faticoso perché hai molte responsabilità, però mi gratifica il fatto di poter aiutare le persone, come mai da queste parti?>
< Volevo vedervi, come ho detto prima a le tue figlie, mi sono ufficialmente fidanzata e sono al settimo cielo>
< Sono molto felice, spero che questo ragazzo sia all'altezza>
<Lo spero anche io, adesso dobbiamo proprio andare, ci aspettano.>
La salutai e andai a prendere l'auto, presi il telefono e chiamai Alessandro:
< Amore siamo pronte, dove ci incontriamo?>
< Al centro commerciale dove ci siamo visti per la prima volta>
< Ok, tra dieci minuti sono li.>
Avviai il motore dell'auto e partimmo per la destinazione stabilita, accesi lo stereo e si udirono le note soavi di una canzone a me nota perché mi era stata dedicata da lui

The Infinity Story # Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora