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L'indomani ricevetti una chiamata, era la mia amica, voleva vedermi urgentemente, non mi aveva detto il motivo quindi mi preoccupai, poteva essere successo qualcosa di grave, mi vestii in fretta e furia e uscii di casa. Lei mi aspettava fuori il cancello di casa, aveva un aria euforica, perplessa parcheggiai e mi avvicinai a lei. Mi fece un largo sorriso e disse:
< Ciao, indovina?>
Ero molto titubante, risposi:
< Non saprei proprio>
< Mi sono fidanzata!>
Mi infuriai, non per la notizia ma per il modo in cui me la diede, gli dissi:
< Tu mi hai fatto correre da te perché mi hai spaventata moltissimo, potevi dirmelo prima al telefono!>
Il suo sguardo si era rabbuiato, non si aspettava di certo questa reazione, mi disse:
< Scusami, non ti ho detto nulla perché volevo parlatene di persona, non è una cosa da dire al telefono>
Mi addolcii perché in fondo non era una cattiva notizia, la abbracciai dicendo:
< Sono felice per te, ma non è un passo avventato? Ti avevo detto di andarci molto cauta>
< Lo so ma a me piace tanto, in questi ultimi giorni abbiamo parlato un sacco, ci siamo detti ogni cosa e per questo non voglio perdere tempo>
< Io invece ho passato una giornata sensazionale ieri, gli ho anche confessato che lo amo>
< Entrambe abbiamo grandi novità e abbiamo una storia, non è fantastico?>
< Oserei dire superlativo>
< Voglio festeggiare, ti offro la colazione>
< Mi pare il minimo dopo lo spavento che mi hai fatto prendere.>
Andammo in un bar aperto da pochi mesi, si trovava in un piccolo centro commerciale al primo piano, aveva ampie vetrate che davano sulla strada principale, dei tavoli di legno con delle panche e il bancone era di marmo grigio, aveva un ampia scelta di pasticcini, cornetti, torte, una vera leccornia. Mi presi un bel cappuccino schiumoso e un cornetto con marmellata e mandorle, lei prese invece un the con biscottini. La portai di nuovo a casa, prima di andare via gli dissi:
< Grazie per aver offerto tu, la prossima volta pago io>
< Ma figurati, è un piacere>
< Tienimi sempre informata sull'andamento della tua relazione, poi magari ci mettiamo d'accordo per un uscita>
< Ne parlo con Gianluca, ma credo che sarà felicissimo della proposta>
< Anche Alessandro credo, ora vado via perché devo portare mamma a fare spesa>
< Ciao sorellina>
La salutai e andai a prendere mamma, la portai al supermercato e comprammo l'acqua, pane, latte, pasta insomma quasi tutto il negozio, non era una spesa ma una scorta, mi riempiva sempre il bagagliaio, fortunatamente non avevo una macchina piccola, altrimenti non sapevo proprio dove sistemare tutto, gli dissi:
< Mamma, ma devi sfamare un esercito>
Lei mi guardò storto, poi si mise a ridere e mi rispose:
< In casa non deve mai mancare nulla>
< Sicuramente hai ragione ma è troppo.>
Ancora non avevo ricevuto nessuna chiamata da Alessandro, pensai che era un brutto segno, di solito mi dava il buongiorno, decidi si non cercarlo, non volevo passare come una fidanzata che soffoca il proprio ragazzo e lasciai perdere. Nel pomeriggio tardo mi scrisse:
"AMORE SCUSAMI MA SONO STATO TROPPO INDAFFARATO, MA FIDATI, MI FARÒ PERDONARE, CI VEDIAMO ALLE 9, TI AMO TANTO."
Risposi:
" ALLA BUON ORA, CREDEVO CHE TI FOSSI DIMENTICATO DI ME, NON TE LA CAVERAI COSÌ FACILMENTE, SONO MOLTO ARRABBIATA. A STASERA. "
Chissà cosa avrà fatto per tutto il giorno, volevo scoprirlo assolutamente, quel suo sms mi mise un angoscia tale da non poter pensare altro che a lui, non riuscii a cenare, avevo lo stomaco chiuso, sono una persona che pensa subito male per ogni cosa, tragica era il mio secondo nome, troppo spesso invece ero troppo emotiva, un difetto che avrei voluto eliminare per vivere serenamente. Per la serata decisi di indossare un completino intimo di pizzo bianco, un abito nero stretto in vita da una cinta, la collana che mi regalararono al mio ultimo compleanno, calze autoreggenti color carne e stivali bianchi con tacco a spillo il tutto accompagnato da una pochette nera con paillettes, trucco leggero con un tocco di eyeliner sugli occhi, rossetto chiaro e mascara. Volevo sbalordirlo, anche se non se lo meritava, ero veramente sexy, mi avrebbe portato di sicuro in qualche locale e decisi che sarebbe stato opportuno vestirmi così. Alle nove meno cinque mi chiamo' dicendo:
< Principessa, il suo principe è arrivato>
< Arrivo subito>
Ero ancora furibonda, uscii da casa, appena lo vidi sorrisi, tutto quel malessere, quello sgomento fu spazzato via alla sua vista. Era veramente bello, camicia bianca rigorosamente stretta, giacca e pantaloni neri, un figurino, si avvicinò, mi prese la mano e la bacio'. Mi tremavano le gambe, mi guardò e disse:
< Wow, che splendida creatura>
< Anche tu sei divino, come mai così elegante?>
< Ti ho detto che mi devo far perdonare>
< Giusto, non provare a sparire di nuovo>
< Assolutamente no, adesso andiamo.>
Stranamente mi portò a casa sua, mi accorsi che tutti dormivano, era accesa solo una luce in una dependance che prima di allora non avevo notato, mi accompagnò sulla soglia ma prima di entrare mi disse:
< Adesso ti bendo, ti fidi di me>
< Ciecamente>
Mi copri' gli occhi e mi disse:
< Aspetta qui un attimo, torno subito>
Sentii il rumore di una porta che si apriva poi silenzio assoluto, tesi l'orecchio per captare un suono ma nulla, all'improvviso mi prese la mano e mi condusse all'interno, a stento riuscivo a camminare perché con i tacchi era difficile coordinarmi senza vedere dove mettevo i piedi. Mi fece sedere e si mise alle mie spalle, mi sciolse la benda e disse:
< Spero ti piaccia>
Vidi tante candeline colorate accese in ogni angolo della stanza, sul cucinotto, su un tavolo, intorno al divano e sul mobile con la tv, per terra c'erano tanti petali di rosa, mi alzai e mi girai lentamente, lo vidi con un mazzo di fiori profumati, ero esterrefatta, prese un telecomando e d'un tratto aleggio' nell'aria una musica soave. Mi porse il mazzo di fiori e andò in cucina, apri' il frigorifero e prese una bottiglia di spumante, la stappo', si avvicinò a uno scaffale e prese due calici, verso' la bevanda e mi diede un bicchiere, disse:
< Alla nostra salute>
< A noi>.
Bevvi un sorso, riposi il bicchiere e dissi:
< Sei perdonato>
< Oggi non mi sono fatto sentire perché stavo preparando tutto questo per noi, non ho avuto tempo e poi mi avresti scoperto sicuramente, non sono un tipo da segreti>
< Sono senza parole>
< Non dire nulla>
Ero stupita, non avevo nessun aggettivo per descrivere cosa provavo, un misto tra gioia, dolcezza, tenerezza, senza perdere alcun tempo volevo dimostrargli l'effetto che mi fece la sua sorpresa baciandolo appassionatamente, lui rispose al mio bacio abbracciandomi forte, gli tolsi la giacca e gli sbottonai la camicia, lui preso alla sprovvista rimase immobile per qualche secondo, poi mi tolse la cinta e la ripose su una sedia, mi sfilai il vestito e mi disse:
< Sei veramente uno schianto>
Aveva gli occhi pieni di desiderio, si spoglio' completamente, ero in parte imbarazzata ma avevo voglia di fare l'amore con lui e non ebbi incertezze. Mi appoggio' delicatamente sul divano e consumammo la nostra prima volta insieme. Rimasi tra le sue braccia per un lungo periodo mentre mi accarezzava le guance, eravamo solo io e lui e tutto il resto scomparve improvvisamente nel nulla.

The Infinity Story # Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora