Arrobyn

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La Fortezza non poteva certamente essere paragonata ad un semplice locale o villa, ma più ad una roccaforte o a un castello. Le alte e imponenti mura circondavano il palazzo principale, affiancato a sua volta da due torri strette e dal tetto appuntito. Il colore grigio-pietra rendeva l'intera struttura maestosa, salda ma anche intimidatoria. Sam entrò dal ponte levatoio senza nemmeno dover avvisare le guardie che ormai lo conoscevano molto bene, e si diresse all'interno dell'edificio.

Era stanco e dolorante, dopo un'intera notte trascorsa a lottare contro delinquenti, ma prima di poter raggiungere le sue stanze doveva consegnare la pergamena ad Arrobyn. Camminò nel freddo corridoio di pietra che conduceva allo studio del suo capo e arrivato chiese il permesso di entrare alla sua guardia più fidata: Grincio, un uomo basso, dal viso rovinato e segnato dagli anni, ma molto forte e sapiente dell'arte militare. Gli aprì la porta senza problemi ma si lasciò sfuggire un ghigno. Strano, Arrobyn non era mai disponibile senza avergli dato un preavviso. Attraversata la porta, a Sam sembrò quasi di camminare nel buio, ma dopo tutte le volte in cui era stato in quella stanza, ormai sapeva esattamente dove si trovavano tutti i mobili: le spesse tende bordeaux erano tirate e non lasciavano passare minimamente la luce dall'ampia finestra, mentre davanti a lui vi erano le solite due sedie da ricevimento sul tappeto persiano di grandissimo valore. Al centro della stanza troneggiava l'ingente scrivania in mogano che copriva le gambe e gli stivali marroni di Arrobyn. Quell'uomo godeva di un grandissimo rispetto ed era conosciuto da tutti, ma ciò che colpiva di più in lui era la sua giovane età. Intorno ai trentacinque anni, era già l'uomo più potente di tutta Aderlan. Aveva i capelli neri e scompigliati, quasi a coprire gli occhi magnetici dall'iride nera, mentre il viso lungo e affilato lo rendevano affascinante ed allo stesso tempo gli conferivano un aria dura e severa. Le spalle erano larghe e possenti, come anche il suo corpo magro e agile. Idossava pantaloni verde bottiglia ed il solito cappotto lungo e marrone che gli fasciava il petto. Era appoggiato alla grande scrivania e fissava diversi fogli e lettere sparse come se stesse cercando un pezzo mancante...
Da lui Sam aveva appreso tantissime cose, sia riguardo al combattimento ma anche alle strategie, alle capacità di sopravvivenza e resistenza. Rispetto a lui aveva ben diciassette anni di differenza. Arrobyn lo aveva accolto nella sua Gilda sin da piccolo, ovvero da quando sua madre lo aveva abbandonato perché non era nelle condizioni di poterlo mantenere. Lei sparì una notte, presa dal dolore e non tornò mai più per il proprio figlio.
La Gilda era la personale associazione di Arrobyn che comprendeva diversi assassini ben addestrati e assolutamente segreti. Nessuno fra popolo, politici o fanteria conosceva i loro volti o sapeva della loro esistenza, ma si spiegavano tutti i casi di faide o furti dando la colpa ad alcuni ladri o forestieri...
Sam faceva parte di essa già dall'età di otto anni e non aveva mai conosciuto altro mondo all'infuori di quello. Aveva accettato la decisione della madre ed ora osservava il mondo attraverso quei suoi occhi così diversi dal suo capo, verdi ed intensi. Aveva i capelli biondi, corti ed il corpo perfetto, proporzionato e potente, grazie anche a tutto l'allenamento che faceva. In quel momento ogni parte del corpo gli doleva ma non voleva darlo a vedere a quell'uomo che ora si trovava davanti a lui, nella luce fioca.

"Siediti Sam, e dimmi immediatamente cosa hai ottenuto"

Sam CortlandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora