"C'è altro che ci puoi dire?" Chiese Arrobyn, mentre continuava a camminare innervosito davanti a Sarah. Stava tentando di non far esplodere tutta la sua rabbia e irritazione, ma alla ragazza sembrava mancasse poco."Lo giuro sulla mia vita..." rispose Sarah, per quella che le sembrava la migliardesima volta "...Non so altro."
"Va bene..."Disse Arrobyn, alzando la voce e trasformandola in un ringhio bassissimo "...allora dovremmo farci bastare il nulla che hai riferito." Con queste ultime parole Arrobyn concluse l'interrogatorio e uscì dalla porta di ferro della buia e piccola stanza, sbattendola rumorosamente dietro di sé.
Sarah era sfinita e solo in quel momento si lasciò sfuggire un lungo sospiro. Già da diverse ore si trovava in quella angusta stanza, con solo un tavolo e una sedia di ferro arrugginita, sulla quale era seduta. Una fioca lanterna bruciava, illuminando le pareti in pietra e macchiate di schizzi neri... quello doveva essere molto probabilmente sangue e chissà cos'altro. Beh... non per altro quella era la stanza degli interrogatori e torture a castello.
Ormai non riusciva più a rimanere ferma su quella sedia, ma era anche spaventata dall'idea di uscire da lì, perché aveva ancora davanti agli occhi le immagini di ciò che aveva visto poco prima nella Sala da ballo: caos ovunque, tende strappate e vetri rotti; le due guardie vicino alla porta erano state sgozzate e le aveva scorte accasciate davanti al portone principale, in posizioni scomposte; diversi invitati erano stati accatastati in un angolo della stanza perché assassinati nella rivolta, ed in quel momento i loro vestiti non le erano più sembrati così belli e sgargianti... Chissà come Arrobyn sarebbe riuscito a nascondere l'accaduto, o almeno giustificarlo per non lasciar parlare troppo la gente in paese e lasciar diffondere la notizia... Forse aveva pagato gli invitati, e probabilmente aveva sedato la loro paura momentanea aggiungendone altra, magari con minacce ulteriori. Infondo si sa che la paura immobilizza le vittime e le domina. Ed inoltre un'altra cosa la preoccupava e non poco: aveva appena mandato a monte un evento fondamentale per il prestigio del Re degli Assassini di Aderlan, portandolo così ad avere un evento tutt'altro che celebrativo... Cosa ancora non aveva spinto Arrobyn ad ucciderla proprio non riusciva a capirlo! Nell'interrogatorio che Sarah aveva appena concluso con lui, lo aveva osservato ed aveva percepito un istinto omicida in ogni suo singolo movimento, sguardo o frase uscita dalle sue sottili labbra. Le aveva chiesto se sapesse qualcosa di quegli uomini, se si aspettava anche lontanamente un evento simile o un motivo del loro manifestarsi, ricevendo in risposta poco e niente: Sarah gli aveva spiegato della sua conoscenza del conte Ellington e della sua falsa identità che aveva sempre mantenuto all'interno del castello fino a quel momento, ed in fine che Ridrick la rivoleva con lui a Radenoff, per ragioni ancora sconosciute. Sarah però aveva ricevuto solo domande, ma nessuna informazione riguardo a quello che era successo durante il combattimento o durante il suo interrogatorio, ed ora moriva dalla voglia di voler scoprire tutto...
I suoi pensieri furono interrotti nel momento in cui la porta sfregò a terra nell'aprirsi: Celaena e Sam, ora entrambi in tuta da combattimento, fecero accesso nella stanza. Sam si appoggiò al muro con una spalla in un angolo della stanza, mentre Celaena aveva appoggiato le mani sul tavolo al centro di essa, guardando Sarah dritta negli occhi. L'Assassina era impassibile e sembrava che tutta la compassione provata verso Sarah pochi giorni prima fosse svanita completamente. Il suo volto era duro e scoperto dai capelli, che erano intrecciati nell'usuale treccia bionda.
"Allora Sarah... Altro da dire?" Chiese Celaena irata, mantenendo la voce bassa e decisa.
Sarah spostò lo sguardo su Sam per ricevere un minimo di sicurezza o aiuto, ma vide che il ragazzo stava fissando il pavimento con i capelli abbassati sugli occhi, come se non volesse intromettersi o essere interpellato. Si concentrò di nuovo su Celaena e le rispose: "No, ho già detto tutto ad Arrobyn e credo che lui vi abbia riferito ogni particolare, perciò non vedo perché debba dire altro o ripetere tutto per la millesima volta."
"Siamo qui per evitare che Arrobyn ti trafigga con un palo dentato, anche se non mentirei nel dire che vorrei tanto avere io di farlo: ci fidavamo di te, e tu invece hai combinato tutto questo casino. Hai idea delle conseguenze? E poi perché ci hai voltato le spalle in questo modo?" Chiese Celaena, senza lasciar trapelare un minimo di dispiacere, ma rimanendo fredda come una roccia.
"Voltato le spalle?! Io non ne sapevo assolutamente nulla! Come facevo a sapere che vi eravate fatti sfuggire da sotto il naso un infiltrato a castello e che per di più lui stesso vi stava dando consigli politici?" Sarah ora si era alzata dalla sedia e aveva portato le braccia lungo i fianchi con le mani chiuse a pugno, per evitare di colpire Celaena nel suo bel viso: "Ho scoperto tutto ciò solo questa sera parlandone con l'infiltrato stesso, perciò è inutile che Arrobyn incolpi me della sua sbadataggine!"
Celaena spostò violentemente il tavolo con una mano e lo scaraventò a terra, arrivando a meno di un centimetro di distanza dal volto di Sarah: "Attenta a come parli ragazzina! Sai che potrei ucciderti da un momento all'altro oppure infliggerti talmente tanto dolore da implorarmi di ucciderti immediatamente!"
"ORA BASTA" La voce di Sam riprese le due ragazze, che si allontanarono l'una dall'altra. Celaena si mise a camminare in cerchiò nella stanza per scaricare la rabbia, mentre Sarah si era riseduta e portato le braccia al petto, incrociandole sotto al seno. "Ad ogni modo" proseguì il ragazzo "partiremo domani."
"Domani?!" Sarah era sconcertata: non solo non aveva terminato l'allenamento, ma peggio ancora credeva che dopo quella sera la avessero cacciata o addirittura uccisa... ed invece le stavano proponendo un'alleanza.
"Si. In realtà ormai è troppo tardi, dal momento che sono stati i nostri avversari a fare la prima mossa ma non possiamo rischiare di perdere altro tempo. Ridrick potrebbe tornare dalla residenza estiva al suo palazzo in città prima del tempo previsto, specialmente dopo che il conte Ellington riporterà l'informazione di quello che è successo sta sera. Dobbiamo agire in fretta, e tu dovrai indicarci la strada più sicura all'interno del palazzo per arrivare alle stanze di Ridrick." Sarah non sapeva cosa rispondere a quelle dure parole impostele, perciò continuò ad ascoltare in silenzio il ragazzo: "Partiremo domani sera, perciò hai mezza giornata per preparare il tuo equipaggiamento necessario per un mese, circa. Celaena ti aiuterà in questo."
"NO" Risposero le due ragazze contemporaneamente girandosi verso Sam.
Quest'ultimo rispose: "Smettetela di comportarvi così: prima di tutto siete alleate, assassine, e solamente dopo questo vi sono i rapporti personali. Celaena... mi meraviglio di te e del tuo comportamento infantile." Concluse Sam, con un ghigno tronfio.
"Aspetta..." intervenne Sarah "... lei viene con noi??"
"Si amore, anche a me dispiace, tranquilla." Rispose acidamente Celaena, guardandosi le unghie della mano sinistra.
"Si Sarah, lei verrà con me, te e Matt. Anche lui verrà con noi in missione; credo ci sarà molto utile." Per la prima volta dopo diverso tempo, Sam la guardò negli occhi e lei riuscì a percepirne una nota di... dispiacere, paura? Non riuscì a capire esattamente, ma annuì alle parole del ragazzo e sbuffò allo stesso tempo.
"Beh... Sarà una gita divertente." Concluse Celaena con un finto sorriso che mostrava i suoi denti perfetti e bianchi, mentre apriva la porta e faceva cenno a Sam e Sarah di uscire da quella stanza infernale.
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Sam Cortland
FantasyCostretto ad obbedire al re degli assassini di Aderlan, Sam Cortland conduce una vita pericolosa e piena di duro allenamento per poter mantenersi in vita, ma senza mai perdere le meravigliose qualità che lo rendono un uomo dolce e giusto. È con gra...