Il Muro

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"ATTENTA!" La voce di Sam avvertì appena in tempo Sarah, che abbassandosi riuscì a schivare una lama a scatto che le arrivava dal lato sinistro, mirando al fianco. Non sapeva più nemmeno quante ne avesse già schivate... 
Superata quella ennesima prova, si rialzò e si fermò un attimo per analizzare la situazione: aveva già affrontato diversi ostacoli  ed ora si trovava quasi a metà percorso, o almeno credeva, in quanto non prestava molta attenzione agli ostacoli oltre a quello che aveva davanti.

Era stremata ma fino ad ora era riuscita a non sbagliarne nemmeno uno. Sam non faceva altro che urlarle contro, per spronarla a continuare o per avvisarla di qualche suo ipotetico sbaglio. Un po' come due o tre ostacoli prima, in cui aveva rischiato di amputarsi una mano o di cadere faccia a terra perché era caduta in un buco che non aveva visto! Si divertiva però nel sentire la tensione e agitazione nella voce di quel ragazzo, forse infondo ci teneva a lei... oppure si sarebbe sentito in colpa se si fosse ferita, perché gli ostacoli li aveva pensati e creati lui stesso! Si, molto probabilmente era per questo motivo e non per il primo.
Ma non aveva alcuna intenzione di ferirsi o di fallire, quindi tornò a concentrarsi guardando davanti a se. Ora si trovava davanti ad un pannello di legno liscio e scivoloso, molto largo e alto all'incirca tre metri. Doveva oltrepassarlo, ma non c'era alcun appiglio e nemmeno un qualcosa che le permettesse di darsi la spinta.

"Hai detto di saper correre ed anche velocemente. Bene, che ne dici di mostrarmelo" Le suggerì Sam.

"E cosa c'è dietro? Rischierei di spezzarmi una gamba dall'altra parte!"

"Tu datti la spinta correndo, e poi vedrai cosa ti aspetta dietro di esso appena sarai in cima."

Sarah fece diversi passi indietro per prendere terreno e studiò mentalmente la velocità che avrebbe dovuto acquistare durante la corsa e inoltre capire a che punto saltare verso l'alto. Partì quasi subito e iniziò a correre il più velocemente possibile, tanto che quasi non sentì più l'attrito sul terreno erboso. A pochi metri dal muro saltò, utilizzando tutti i muscoli del suo corpo. Allungò le braccia e con le mani cercò di aggrapparsi al bordo superiore per poi fare leva ed alzarsi. Ma appena appoggiò le mani, scivolò e cadde pesantemente a terra.
Non ci era riuscita! Si girò verso Sam e vide che un angolo della sua bocca era sollevato e che stava ridendo sommessamente. Vedendolo, Sarah sentì la rabbia prenderle lo stomaco. L'adrenalina che la aveva abbandonata nella caduta ora era tornata e le diede la forza di rialzarsi. Tornò dove si era posizionata inizialmente per la corsa. Non vi era riuscita per poco, ma sapeva che il suo fallimento non era dovuto solo alla corsa o al salto sbagliato. Riguardò Sam, che continuava a sogghignare a braccia conserte, facendo tirare tutti i muscoli di esse e del petto.  Aveva anche il mento sollevato, in segno di sfida.

Ad un tratto le venne in mente l'ammonizione che le aveva dato poco prima: le aveva detto di stare attenta alle lame! Tornò all'ostacolo precedente e raccolse da terra quattro fra i pugnali che poco prima aveva schivato. Si diresse nuovamente al muro di legno ed iniziò a lanciare i pugnali contro di esso, conficcandoli saldamente. Tornando al posto di partenza, riguardò Sam: puro stupore era inciso sul suo volto e tutto il divertimento di prima era svanito, sia dalla bocca che dai suoi occhi verdi. Bene, la reazione che si aspettava era proprio quella! Questa volta, calcolò la distanza di corsa più corta e caricò nuovamente. Corse senza contegno e poi, davanti alla parete saltò cercando di aggrapparsi ai manici delle lame. Strinse i due pugnali conficcati più in alto con le mani e poggiò i piedi sui due più in basso. Appena riprese fiato, si fece forza con le braccia alzandosi sempre più vicina al bordo della parete. Ormai a piedi penzolanti, riuscì con una mano ad afferrare il bordo. Questa volta ci era riuscita! Spinse il corpo verso l'alto con l'altra mano  ancora sul pugnale, ma questo uscì dal legno e le causò un lungo taglio nella mano.

"Sarah!" Sentì la voce di Sam allarmata alle sue spalle ma cercò di rimanere concentrata. Dondolò per allungare la mano ferita al bordo e dopo alcuni tentativi riuscì ad afferrarlo. Il sangue ora le stava colando su tutto il braccio ma non le importava: doveva arrivare fino in cima. Con tutta la sua forza in corpo e provando ad aiutarsi anche con i piedi, si spinse in alto. Si appoggiò al bordo con i gomiti e poi alzò le gambe, riuscendo a sedersi in cima al muro.
Ce l'aveva fatta! Ora era seduta, con le gambe penzoloni all'apice del muro di legno  a corto di fiato e sfinita. Solo allora poté finalmente vedere  ciò che vi era oltre ad esso: nulla. Non c'erano più ostacoli. Solo il bellissimo prato verde si estendeva davanti ai suoi occhi e questo voleva dire una sola cosa: la sua prova era finita, e vi era riuscita... da sola.

Si voltò sorridente verso Sam. Lui non era più nella sua posizione precedente ma ora aveva le braccia leggermente sollevate in avanti come se volesse aiutare qualcuno. Era a bocca aperta, con gli occhi spalancati  in segno di incredulità. A quanto pare non se lo aspettava proprio. 

"Davvero notevole"

Sarah spostò lo sguardo sulla ragazza che pochi metri più indietro di Sam aveva appena parlato. Indossava una divisa in pelle nera, con due spade incrociate sulla schiena e pugnali in ogni singolo passante dei pantaloni attillati e della giacchetta, sempre di pelle nera. Ai piedi aveva degli stivaletti neri con il tacco, molto semplici ma anche adatti alla corsa. I suoi capelli biondi erano raccolti in una treccia laterale, mentre i suoi occhi erano seri e fissi in quelli di Sarah.

"Devo dire che Sam sta facendo davvero un ottimo lavoro con te" disse Celaena avanzando vicino  al ragazzo e posandogli una mano sulla spalla. Ora lo stupore di lui aveva abbandonato il suo sguardo, che era invece rivolto a Celaena, duro e soddisfatto.

"No, io non ho fatto nulla. È  stata bravissima da sola."

"Molto bene allora..." rispose Celaena "Che ne dite di fare una pausa ora? E inoltre tu devi essere medicata mi sembra."

"Si forse è meglio" disse Sarah, scendendo lentamente dal muro su cui era rimasta tutto il tempo dall'arrivo di Celaena. Solo ora si era ricordata della ferita e che in effetti cominciava a farle male... Era rimasta basita quando Celaena le aveva fatto i complimenti e perciò voleva dire che aveva visto tutta la sua prova! Insomma, lei era l'assassina migliore di tutti i tempi e non si sarebbe mai aspettata degli apprezzamenti da parte sua! Solo quando le aveva detto di scendere era riuscita a tornare alla realtà e quindi a sentire anche il dolore che il taglio le dava alla mano. Ormai il braccio era ricoperto di sangue...

Celaena si rivolse di nuovo a lei: "Ti accompagno io in infermeria. Sam tu sei libero per oggi, ordini di Arrobyn. Ah, e in oltre ti stava cercando Matt. Era nelle scuderie poco fa, forse puoi trovarlo ancora lì" il ragazzo le salutò con un sorriso e se ne andò, lasciandole sole "Forza andiamo, abbiamo alcune cose di cui parlare io e te."

Celaena mise un braccio sulle spalle di Sarah ed insieme si diressero in infermeria.

Sam CortlandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora