Forza

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"Ahi!"

"Oh scusami" disse Celaena, mentre avvolgeva della garza intorno alla ferita già disinfettata nel braccio di Sarah. "Eppure sei una assassina... non dovresti far vedere agli altri che soffri, specialmente per un taglietto simile"

"Bhe si... hai ragione" rispose lievemente Sarah. Era seduta su una alta brandina nell'infermeria del castello con le gambe a penzoloni, dal momento che non toccava nemmeno terra. Sembrava una bambina che veniva medicata dalla sua maestra alle scuole elementari, ma in questo caso invece di una dolce maestra, davanti a Sarah c'era una letale assassina. "Che sbadata sono stata... ho mollato la presa proprio quando stavo per farcela"

"Non essere troppo severa con te stessa." La rimproverò Celaena "Sei all'inizio di un addestramento, e sbagliare è normale. Anche se comunque quello che hai fatto oggi è stato davvero sbalorditivo! Persino Sam lo ha notato."

"Dici?" Chiese Sarah, con un lieve rossore sulle guance.

"Ahaha si, sono sincera! Lo conosco molto bene e durante la tua prova era molto teso e preoccupato che ti facessi male. Ma sono sicura che sia fiero di come hai affrontato la prova quest'oggi, e sono anche piuttosto certa che ne sia rimasto sorpreso..."

Sarah sperava Celaena avesse ragione. In fondo non aveva sbagliato nulla proprio perché voleva dimostrare a Sam quanto valesse veramente, e per far si che lui si fidasse di lei... Sapeva però che avrebbe dovuto fare ben altro per dimostrare il suo valore davanti a quel ragazzo. Ma perché ci teneva così tanto?! Non capiva...

"Celaena... posso farti una domanda?" 

"E questa è una, vai pure con la seconda." Mm... simpatica la ragazza.

"Quanto tempo hai impiegato a diventare una perfetta assassina?"

Celaena alzò gli occhi verso quelli di Sarah e la studiò in viso. Strinse ancora di più la fasciatura al braccio, chiuse la garza con una forcina e poi tornò a guardare Sarah. "Qui non si parla di tempo, ma di volontà" Celaena si voltò di spalle e salì sulla brandina affianco a quella di Sarah, per posizionarsi di fronte a lei, con le braccia tese lungo ai fianchi. In quella posizione, l'assassina sembrava quasi più umana ma i suoi occhi erano pieni di ghiaccio, come sempre.  Incrociò le gambe sotto al lettino e iniziò a parlare: "Vedo che sei spaventata, e ad essere sincera ti capisco. Da subito ho dedotto che la tua vera volontà non era quella di voler diventare una assassina o avere a che fare con tutto ciò. Il tuo atteggiamento, le tue espressioni, il tuo approccio con le persone ti tradiscono, facendo intendere che nulla di questo mondo ti ha mai sfiorata, turbata o cambiata. Ti sei sempre disinteressata dei rischi che noi assassini corriamo e perciò ti sei limitata a guardarci da lontano. Per tantissimo tempo ti è bastato portare avanti e indietro pezzi di carta con sopra riportate alcune istruzioni, magari della spesa da fare per un grande padrone come Ridrick. In questo modo non hai mai affrontato personalmente i rischi che vi erano all'interno di quel castello, ma li hai lasciati da parte, aspettando che altri li portassero a compimento per te. Ma bisogna anche dire che sei sempre stata all'interno di un ambiente pericoloso perché non hai mai avuto altra scelta, vero?" Sarah era immobile, paralizzata e per questo non riuscì a rispondere, permettendo a Celaena di continuare il suo discorso: "Bene, proprio come pensavo. Prima ho detto che ti capisco per un motivo, non per rincuorarti. Proprio come te io non ho avuto scelta. A soli sei anni i miei genitori vennero uccisi ed io scappai di casa. Arrobyn mi trovò e raccolse come uno straccio dalla sponda di un fiume e mi portò a vivere con lui nel suo palazzo, qui a castello. Da quel momento diventò come un padre per me, ma appena vide che fui in grado di tenere in mano una spada, lui iniziò ad addestrarmi e a farmi capire quale sarebbe stato il mio destino. Ed allora capii che tutti i legami affettivi che si erano instaurati fra noi due erano terminati... o forse mai esistiti.  Molto presto dedussi il mio unico e forzato percorso nella vita: diventare un'assassina per la Gilda di Arrobyn e dipendere da lui solo. E proprio qui viene il bello, mia cara Sarah: se sei costretta a seguire una sola via, se non hai scelta o possibilità, allora cerca di eccellere. Nulla ti vieterà mai o deciderà da parte tua quanto brava tu possa essere o se riuscirai mai a distinguerti. Tutt'ora Arrobyn mi tratta come la sua preferita perché io stessa sono riuscita a farmi ben volere da lui e a portare a termine tutti i compiti da lui assegnatimi. In questo modo ora posso permettermi più libertà di chiunque altro in questo posto. Ho trasformato una costrizione in un bene per me. I piedi in testa siamo già riuscite a farceli mettere una volta, non permetteremo che questo succeda una seconda, non lo credi anche tu, Sarah?" Celaena abbozzò un sorriso e poi scese dalla branda. Si avvicinò alla minuta ragazza, che ora teneva il volto verso il basso e coperto dai suoi capelli sciolti. Quando la vide sussultare, capì che stava per piangere. Si avvicinò a lei e si abbassò, chinandosi, per vederla meglio in volto. Gli occhi delle due ragazze si incontrarono, quelli di Sarah pieni di lacrime e quelli di Celaena comprensivi. Da tantissimo tempo l'assassina non vedeva manifestarsi così chiaramente dei sentimenti, tanto che persino lei si stava facendo trasportare. La somiglianza che univa quelle due ragazze però, era davvero sbalorditiva. "Ascoltami" continuò Celaena "Voglio che tu venga da me, nel caso avessi bisogno di aiuto, ma devi anche promettermi che dovrai imparare o almeno provare ad essere forte. Mai far vedere agli altri che sei debole, mai."

Sam CortlandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora