[Elena]
Goccia dopo goccia ogni mio problema sembra svanire. Fuori piove, come del resto dentro di me. Le mie emozioni sembrano voler combattere a tutti i costi. La rabbia prende in giro la paura che a sua volta combatte contro la tristezza. Ed eccola, la felicità. L'avranno sicuramente nascosta in un angolo del mio cuore o chiusa a chiave in un posto così segreto da esserselo dimenticati pure loro, in modo che la mia vita sembri noiosa e senza un preciso scopo.
Eccomi, seduta sul pavimento congelato del mio salotto. Sono qui, con le ginocchia strette al petto e le guance rigate di lacrime, tutto il trucco sbavato che cola sugli zigomi, finendo così ai bordi delle labbra. Gli auricolari collegati al mio mp3 nero carbone mi scivolano ogni due minuti, pure loro si rifiutano di stare con me.
Sembrano passati anni dal mio trasferimento a Roma, in tre mesi ho trovato una sola amica, la migliore che abbia mai avuto. Faccio molta fatica a relazionarmi, soprattutto dopo la morte di mia madre. Ho iniziato a tenere tutti i casini, i pensieri dentro di me. Mi sono racchiusa in quella piccola corazza che mi avvolge come una coperta. Simile a quella con la quale mia nonna mi raggomitolava quando ero più piccola e volevo giocare con lei. Nonostante fosse stanca, dopo una lunga giornata passata pulire casa e cucinare, pure un piccolo gesto bastava a rendermi la bambina più felice del mondo. Una capriola sul suo grande letto profumato di rose e lavanda, una passeggiata al parco di fronte casa sua... Si sforzava sempre, nonostante tutti gli acciacchi, le malattie, la fatica. Voleva assicurarsi della mia felicità. Mi faceva godere di tutto l'affetto che aveva ma che non era riuscita a dimostrare a sua figlia, ovvero mia madre. Una donna piena di affetto ma incapace di dimostrarlo. Troppo lavoro la rendeva tesa e ogni volta che tornava a casa, mentre mi precipitavo incontro a lei con alcune bambole, mi iniziava ad urlare contro, costringendomi così, con la gola serrata e le lacrime salate agli occhi, di abbandonare l'ingresso e dirigermi in camera mia.
Una stanza piccola con le pareti bianche, tende sul rosa antico e un lettino gigantesco.
Le uniche cose che mi tenevano compagnia a quei tempi, erano i miei pastelli colorati e i miei peluche. Passavo interi pomeriggi della mia infanzia a dipingere, giocare ed andare con Elisa a lezioni di canto.
Elisa era la mia migliore amica quando abitavo ancora nella città che consideravo "casa", ovvero Verona. Eli era bellissima, aveva occhi grigio-azzurri, con i capelli castano chiaro, era alta e leggermente più robusta di me. L'ho sempre invidiata, aveva dei genitori che le volevano bene per quello che era. I miei non erano affatto così o almeno, in sedici anni di vita non me lo hanno mai dimostrato.
Lo ricorderò per sempre...Lo odio, non posso costringere la mia mente a eliminare quello che mi turba.. Questi ricordi mi rimarranno impressi nella memoria,come inchiostro sulla pelle.Ma sciao
Spero vi piaccia... È la mia prima storia...Se non calcoliamo la FanFiction orrenda che poi ho eliminato... Facciamo finta di niente, ok? Se vi piace non esitate dal mettere una stellina o/e lasciare un commento con scritto come e dove potrei migliorare. Grazie per aver aperto questa storia :)
✨Erica✨
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Se passo, scendi?
RomanceVi è mai capitato di proteggervi nella vostra corazza, essendo distaccati da tutto e con tutti?Distruggendo legami perché l'orgoglio è più importante di un'amicizia o di una relazione?Si può salvare una persona chiusa in se stessa come Elena, la pro...