Capitolo 9

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                   [Elena]
Prendo la chiave, apro la porta e mi dirigo in camera mia.
«Ele devo parlarti.» Dice Lorenzo mentre entra nella mia stanza.
«Dimmi»
«Vedi, Claudia mi ha proposto di andare in vacanza in montagna con lei e i suoi genitori, non ho potuto rifiutare. Puoi chiedere ad Azzurra se ti ospita questo sabato e questa domenica? Non vorrei che papà ti uccida mentre sono via..»
«Chiedo ma non penso dirà di sì, non hanno altri letti o divani per ospitare un'altra persona.»
«Ho chiesto se potevi venire pure tu ma mi hanno detto che non...»
«Lory, tranquillo, ci penso io, so badare a me stessa»
«Non vorrei demoralizzarti, ma l'ultima volta che hai detto così, hai quasi mandato a fuoco la cucina per preparare un the...»
Sbuffo e alzo gli occhi al cielo
«La smetti di ricordarmelo ogni volta?» gli ribadisco spazientita.
2:00 di mattina. Sono sul balcone a ammirare il cielo. Magari anche mamma, sta guardando giù è starà pensando a me. Lo spero, mi manca troppo, non mi capacito ancora del fatto che siano passati 6 anni.
«Perché sei sveglia a quest'ora?» sento mormorare dietro di me.
«Non ti riguarda Patrizio» ribadisco a denti stretti. Non l'ho mai chiamato "papà". Non ce la faccio, è mio padre, ma dopo aver lasciato mia madre due volte per poi essere tornato ogni tre mesi con le ennesime inutili scuse, non lo considero mio babbo.
«Che c'è, non vuoi bene a tuo padre?» mi domanda venendomi lentamente incontro allargando le braccia.
«Tu non sei mio padre, da te ho preso solo il colore degli occhi e quello dei capelli»
«Non mi sembra di avere i capelli bianchi»
«Finiscila»
«Non penso che tua madre sia contenta di come sei diventata»
«Smettila» grido mentre le lacrime iniziano a scendere sugli zigomi.
«Mi domando come tua nonna abbia avuto il coraggio di stare con te, hai un carattere pessimo....» afferma guardandomi negli occhi con un'aria di sfida.
«Finiscila Patrizio» urlo.
«Che sta succedendo!» grida Lorenzo mentre entra sul balcone strofinandosi gli occhi ancora assonnati.
«Stavo ricordando a Elena come vanno le cose»
Non dico niente, mi limito a correre in camera mia chiudendo la porta a chiave.
Imbevo i batuffoli di cotone con lo struccante e tolgo piano piano la linea di eye-liner. Metto il pigiama, raccolgo i capelli con uno chignon e vado a dormire.
La sveglia suona con l'orribile cantilena che ho impostato come suoneria, sono costretta ad alzarmi. A quanto pare sta funzionando mettere la sveglia sul comò, mi tocca spegnerla per forza e in questo modo devo alzarmi... Azzurra sa il fatto suo, adoro i suoi consigli, funzionano sempre.
Dopo essermi lavata, vestita, faccio lo zaino, prendo le cuffiette collegate al telefono e mi incammino verso scuola.
«Ehm... Chi si rivede! Buongiorno» dice Fabio mettendosi accanto a me.
«Ehi» sussurro.
«Tutto ok?»
«Non proprio, ho litigato con mio padre. Non mi va di parlarne» ribadisco allungando il passo.
«Va bene» sospira.
«Ora devo andare... Sono già in ritardo, ciao..» mento mentre inizio a correre.
«Ciao» risponde mentre guarda l'orologio.
Arrivata al muretto dove mi siedo sempre, vedo lo stesso gruppetto di ieri, quello che parlava e mi seguiva con lo sguardo. Sembra lo stiano rifacendo. Ci sono ragazze e ragazze in questa scuola, proprio me devono guardare? Non mi piace essere al centro dell'attenzione. Si, mi sono tinta i capelli ma non per essere la troia di turno, l'ho fatto per altri motivi... Penso che questa cosa, arrivata a questo punto, non la capirà mai nessuno a parte Azzurra e Lorenzo e forse anche quello lì, Fabio. È l'unico ragazzo qua a scuola che si è reso conto della mia esistenza.
«Ele!!» esclama la mia migliore amica correndo nella mia direzione.
«Azzurra» ripeto.
«Come stai?»
«Ehm... Bene perché?»
«Ah.. Non credere di farmela franca, ti ho visto mentre parlavi prima con Fabio!!»
«Mi ha salutato, non ha detto niente, poi, non lo conosco neppure.. Ora che ci penso, posso chiederti un favore?»
«Spara»
«Potrei venire a dormire da te questo sabato e questa domenica?»
«Perché scusa?»
«Mio fratello è via e non vuole che mio padre mi uccida»
«Proverò a chiedere, non ti assicuro nulla»
Suona la campanella e ci dirigiamo in classe.
Erica

Se passo, scendi?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora