Capitolo 10

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[Elena]
«Ciao Ele, ti mando un messaggio oggi pomeriggio se i miei vogliono» mi dice Azzurra allontanandosi con Samanta.
Annuisco e scendo le scale per arrivare all piano terra. Scendo i quattro gradini e mi dirigo verso il cancelletto per incamminarmi verso casa.
«Ma chi si vede!» grida Fabio venendomi in contro.
«Fabio» dico tranquillamente.
«Ehi che succede?» mi chiede lui.
«Niente, perché?» mento sfoggiando un falso sorriso.
«Ti vedo strana...» mormora.
«Nono, sto bene»
«Sicura?» mi domanda squadrandomi da testa a piedi.
«Si» affermo allungando il passo.
«Domani sera sei libera?»
«Ehm... Penso di sì, perché?»
«C'è la festa di compleanno di Elisa, una delle ragazze più popolari di questa scuola, ha invitato alcuni ragazzi e ragazze e per entrare devono portare con se chi vogliono. Ho pensato che fare nuove amicizie potrebbe aiutarti un po' con tutto...»
«No grazie, non mi interessa avere e nuove amiche...»
«Va bene, fammi sapere»
Non ho intenzione di andarci, odio le feste, il rumore, l'alcol, le ragazze viziate o cose del genere. Preferisco passare una serata da sola sotto alle coperte a rimpilzarmi di cioccolata di ogni forma e sapore.
Arrivata dal parrucchiere comincia subito il delirio. Boccette mischiate a  contenuti di altre boccette con quello di alcune bustine. Tutto questo per avere dei capelli diversi.
Dopo alcune ore sono pronta per tornare a casa. Pago e mi incammino verso la fermata del bus che come al solito è in ritardo. Evviva...
Dopo quindici minuti il bus color arancio si scorge in lontananza.
Salgo sul mezzo, convalido il biglietto e mi vado a sedere in fondo, più isolata possibile dalle vecchiette che parlano della signora del quarto piano. Sfilo gli auricolari dallo zainetto, li collego al telefono e faccio partire la riproduzione casuale. Monsoon dei Tokio Hotel. Quanti ricordi.
Tornata a casa mi dirigo verso la mia camera e decido di chiamare Azzurra. Al terzo squillo mi risponde.
«Oh, che c'è?» chiede lei dall'altra parte dello schermo.
«Mi serve un consiglio..» dico a malincuore. Il mio orgoglio è troppo, sono troppo sicura di me, dovrei smetterla, tutti sbagliano, ma a me non va giù il fatto di essere così incapace dal chiedere aiuto a qualcuno.
«Spara» si sente già il suo tono di voce entusiasta e desideroso di gossip dell'ultima ora sulla mia vita.
«Fabio mi ha proposto di andare con lui domani sera alla festa di compleanno di Elisa. Ci vado?»
«Ovvio, che aspetti? Allora, domani vengo da te con alcuni vestiti e trucchi, voglio sistemarti io, diventerai una stella.» grida quasi rompendomi il timpano.
Mi attacca in faccia senza neanche sentire la mia risposta. Perfetto.
Il giorno dopo, a ricreazione mi dirigo verso la classe di Fabio.
«Dov'è Fabio?» chiedo a una ragazza appoggiata alla porta.
«Oh, poverina, la pecora nera ha perso il pastore» mi risponde lei ridacchiando.
«Come prego?»
«Alle macchinette» dice sbuffando e spostando gli occhi da un'altra parte.
Ma chi è questa? Come si permette? Non mi conosce neanche. Spero non ci sia anche lei alla festa di stasera, già odio le feste, se poi si aggiunge questa qui... Vorrei evitare di essere derisa da tutti per essermi ridotta ad andare a delle feste delle viziate di città.
Arrivo davanti ai distributori. Appena lo vedo gli vado incontro.
«Allora per stasera?» domanda sorridendo.
«Ci sono»
«Magnifico, sono da te per le 19:00?»
Annuisco e dopo averlo salutato mi dirigo verso la porta della mia classe.
Dopo tre ore suona per fortuna la campanella. Azzurra mi viene incontro
«Sarò da te per le 15:00» mi informa proseguendo poi per la sua strada.
Giusto il tempo di mangiare e cambiarmi. Chi me lo ha fatto fare...
Arrivata a casa corro in camera e cerco di rimediare al disastro che ho combinato stamattina smistando tutto l'armadio per trovare una maglia grigia. Panni ovunque, sulla sedia, sul letto, scrivania. Sembra che sia esplosa una bomba dentro questa camera. Dopo aver terminato mancano cinque minuti alle tre del pomeriggio. Il tempo per andare a prendere il mio mascara e l'eye-liner dal bagno e appoggiarli sulla scrivania. Li perdo sempre. Sono i miei unici trucchi, non uso nient'altro. Rispetto Azzurra non ho nulla. Lei ha fondotinta su fondotinta, correttori, ombretti... Sembra debba andare a una festa di carnevale conciata così. Per fortuna usa un fondotinta del suo colore di carnagione, sennò avrebbe la faccia di un colore e il collo di un altro. Cosa che non sembra interessare alla più vanitosa della classe. Lucrezia. Nonostante questo Azzurra riesce sempre ad essere in orario e perfetta.
Suona il citofono. Apro e appena esce dall'ascensore rimango a fissarla sbigottita mentre porta due sporte di carta piene di vestiti  e lo zainetto, pronto a esplodere, con tutti i trucchi.

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