Capitolo 8

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[Elena]
«Oddio, scusa... Non volevo... Avevo la testa tra le nuvole, scusa ancora...» Dico balbettando e arrossendo. Mi alzo e gli passo la mano per farlo alzare.
«Ti sei fatta male?» Mi chiede prendendomi la mano e togliendomi dei sassolini sulla pelle. Ritiro di scatto la mano, mi viene spontaneo.
«Scusami ehm.. Faccio da sola..»
Annuisce e mi sorride.
«Andiamo?» Mi domanda mentre si pulisce le mani sui suoi jeans neri.
Ci incamminiamo, c'è un silenzio agghiacciante.
«Quindi... Tuo padre ti odia?» Mi chiede guardandomi negli occhi.
«Esatto. Non so il perché, mi odia e basta.»
«Tua madre non fa niente?»
«Mia madre è morta..»
«Oddio mi spiace tantissimo, scusa non lo sapevo e..»
«Tranquillo, ci sono abituata ormai.. Come vanno invece i tuoi rapporti con la famiglia?» Chiedo sperando mi  risponda "Bene".
«Con i miei va tutto bene, ma con mio fratello non tanto.»
«Perché?»
«Essendo più grande di me, a volte, se si arrabbia mi picchia»
«Ti capisco..» Dico sospirando
«Cosa? No, non dirmi che..» Si ferma e mi guarda mentre continuo a camminare.
«Queste cose non le sa nessuno a parte Azzurra e mio fratello quindi ritieniti importante. Si... Mio padre mi picchia, non con uno o più schiaffi... Pestandomi...»
«Ecco cos'era quel livido sulla spalla..»
«E tu come lo hai visto?» Alzo leggermente la voce.
«Mentre sei caduta su di me, la maglia essendo larga si è spostata leggermente...» mi dice sorridendo.
Arrossiamo tutti e due.
Arrivati in pizzeria, entriamo e andiamo a ordinare.
«Non ci sono tavolini, dove la mangiamo?»
«Sugli scalini qua fuori?» Propongo
«Affare fatto»
Dopo aver parlato un po', e aver finito la pizza, guardo il display del mio telefono 18:15. Posso tornare a casa.
«Io dovrei andare, grazie per oggi» dico alzandomi.
«Aspetta ti accompagno, se per te non è un problema..»
«Ehm... Va bene» Non riesco a dirgli di no, questo potrebbe essere un problema. Ho paura di ferirlo, sembra un ragazzo molto fragile...
Durante il tragitto mi parla di un film che dovrebbe uscire in questi giorni, da come lo descrive sembra essere molto bello. È un  horror, ho sempre amato film di questo tipo. Da piccola li guardavo e riguardavo anche se poi la notte non chiudevo occhio.
Arrivati alla porta d'ingresso dell'edificio noto che la macchina di mio padre, fuori nel parcheggio,non c'è.
«Io vado, grazie mille per le "quattro chiacchiere"» dice Fabio imitando le virgolette con le dita.
«Grazie a te per avermi salvato da quello» rispondo girando la chiave nella serratura.
«Domani sei libera?» mi chiede sfregando la punta delle scarpe per terra.
«Domani devo andare dal parrucchiere.. Magari un altro giorno...»
«Ehm.. Okey va bene, fammi sapere» Aggiunge sfoggiando un sorriso.
Ci salutiamo e mentre varco con un piede la soglia dell'ingresso lo sento riavvicinarsi. Mi giro e lo vedo venirmi in contro.
« Ho dimenticato di dirti una cosa...»
«Sentiamo» Chiedo appoggiando la spalla alla porta aperta.
«Canti veramente bene» aggiunge e poi si rincammina per superare il cancello
«Grazie» rispondo.
Entro nell'edificio e per la seconda volta nel giro di tre mesi, decido di usare l'ascensore pur abitando al primo piano. Sono sfinita.

                                          Erica

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