Capitolo 16

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                        "Elena"
No. Non anche lei. La distanza. Quei fottutissimi chilometri che ti strappano l'anima. Quelli che ti fanno rinunciare a tutto. Gli stessi che sgretolano le relazioni. Io non farò mai come Stefano, non andrò in America per andare a vivere con lei. Non posso riabbandonare tutto come ho fatto solamente tre mesi fa. Non ho così tanti soldi e forse neanche il coraggio di intraprendere un'avventura di questo calibro. Dovrei lasciare qui quelle poche persone che per me vogliono dire tanto. A partire da Stefano, Lorenzo, Fabio... Persino Noemi che in qualche modo sta cercando di aiutarmi a demolire quel piccolo muro che ho costruito attorno a me.
Sono per strada e sto correndo verso casa. Non voglio né vedere né parlare  con nessuno, desidero solo stendermi nel mio letto e sfogarmi piangendo. Non risolverà nulla ma in qualche modo mi fa stare bene. Lucas è ancora fuori casa, però con lui non c'è Noemi. Appena gli sono passata davanti mi ha guardato in un modo strano, sembrava persino preoccupato. Per fortuna, è rimasto fermo e non ha iniziato a corrermi dietro e chiedermi che cosa ho fatto.
Ho bisogno di fare un bagno caldo e ho voglia di parlare con Stefano.
Arrivata all'appartamento entro e mi precipito in bagno. Lascio scorrere l'acqua per farla diventare calda e intanto mi svesto. Mi strucco. Si, lo so, non ha senso struccarsi prima di fare il bagno ma ho sempre fatto così e nulla mi farà cambiare.
Lucas, devo conoscerlo meglio in questi giorni, non so perché ma in qualche modo mi piace... Non so nemmeno io cosa pensare. Una parte di me vorrebbe stargli lontano, l'altra invece vorrebbe passare tutto il tempo ad abbracciarlo. Sicuramente non ricambierà ma devo scoprirlo. Non mi interessa se in cambio non ci parleremo più. Devo saperlo, in modo da evitare di farmi seghe mentali. Nessun ragazzo mi ha mai colpito. Solo lui. Da piccola pensavo di piacere a Stefano ma ho capito subito che mi considerava solo come un'amica. Cambiava ragazza ogni due settimane ed io dovevo aiutarlo... Inizialmente mi dava fastidio ma poi ho smesso di darci peso. Mi voleva solo come amica... E in qualche mese ho smesso di pensare di piacergli. Lucas no, è diverso. Fabio ha detto che è una persona orrenda ma io non lo penso veramente, insomma mentre era abbracciato a Noemi sembrava dolcissimo, quando sono andata a casa sua con Stefano, non sembrava cattivo, anzi, tutto il contrario. Poi è anche parecchio carino. Questo conta poco in una relazione, ma devo ammettere che è perfetto.

Sono stata a riflettere sotto l'acqua calda per un'ora e adesso è tornata fredda. Sono un disastro, in ogni senso. Inizio a cantare a squarciagola con voce sottomessa dal pianto. Penso che Lorenzo sia a casa, ho visto il suo zaino in salotto, a meno che non sia andato in giro con i suoi amici. Mentre spalmo il balsamo sui capelli sento suonare il campanello. Perché la mia vita fa così schifo?
«Lorenzo vai tu!» urlo sperando che sia a casa. 
«Okay» grida lui da camera sua.
Devono essere i suoi amici. Quindi devo correre subito in camera per non farmi vedere struccata e mezza svestita. Magnifico. Dopo essermi insaponata anche il corpo esco dal box doccia e mi infilo l'accappatoio giallo. Si, giallo, me lo ha comprato mio padre. Non mi conosce per niente. Sembra tutto silenzioso, chi è entrato? Vado velocemente in camera mia e appena mi chiudo la porta alle spalle vedo qualcuno steso sul mio letto. Lucas?
«Che ci fai tu qui!» Urlo mentre indietreggio andando a sbattere sulla porta.
«Che hai fatto? Perché piangevi?» mi domanda mettendosi a sedere sul materasso.
«Fammi vestire»
«Va bene» esclama rimanendo immobile sistemandosi le mani sui suoi bellissimi occhi.
«Intendo dire: esci, non rimanere sul letto con le mani davanti agli occhi» dico alzando la voce.
«Ah, in quel senso. Va bene, fai veloce» ridacchia mentre scompare dietro la porta.

Dopo essermi vestita gli apro la porta.
«Cosa vuoi? Non sono in vena di parlare ora» lo informo.
«Perché sei corsa via piangendo, cosa è successo?» chiede impacciato andandosi a sedere sul mio letto.
«Lucas, vattene...»
«Non mi stacco da questo materasso  finché non me lo dici» dice sorridendo.
«Ti prego, vai vi...»
«No, dai, siediti qui» afferma accarezzando la stoffa della coperta «devi fidarti di me»
«Me ne vado io allora» si, lui mi piace ma non posso.
«Elena dai, perfavore»
«Perché?» chiedo sedendomi accanto a lui.
«Cosa?» si vede benissimo che sta cercando di nascondere la felicità.
«Perché sei qui?» domando sospirando. 
«Ti ho visto correre mentre piangevi e mi chiedi persino il perché?»
«Ma perché ti interessa?»
«Tu rispondi a me ed io rispondo a te» non riuscirà a raggirare la domanda, prima che vada via lo verrò a sapere.
«Ehm...» Non vorrei spiegarglielo ma devo, ho bisogno di essere aiutata da qualcuno «Tu lo sai che io mi sono trasferita da poco qua a Roma, ho trovato finalmente un'amica che mi apprezza per quello che sono, ho trovato Fabio, Stefano si è trasferito qua solo per me e ora che avevo sistemato tutto, Azzurra parte per l'America. Mi sono arrabbiata e sono corsa via» confesso lasciando che le lacrime prendano il sopravvento. 
«Ah, ehm, non devi fare così, troverai altre amiche, c'è Noemi, Elisa, Rebecca...»
«Non capisci vero? Non hai mai perso una persona importante per te? Non è facile! Non è facile dimenticarsi qualcuno a cui si vuole bene!» gli grido allontanandomi. 
«Ho tre anni in più di te Elena, certo che ho perso molte persone, ma sono ancora qui, e sto andando avanti nonostante il dolore che mi lacera l'anima»
«Tu, tu non.... Vai via!» lo imploro.
«Va bene» rimango delusa da quella risposta, non me l'aspettavo «Rimango ancora un po'» dice alzando gli occhi al cielo.
Non ce l'ho fatta, sto piangendo di nuovo con le gambe strette al petto.
«Vieni qui» sussurra avvicinandosi con le braccia aperte. Affondo nel suo abbraccio come poco fa ha fatto... Noemi! Non posso, stanno insieme, non posso approfittarne. Mi stacco come se qualcuno mi avesse appena svegliata da un bellissimo sogno.
«Che c'è?» mi chiede allarmato.
«Noemi non sarà content...» cerco di formulare una frase di senso compiuto.
«Le andrà bene» mormora ristringendomi al suo petto.
Mi sento meglio. Forse dopotutto ricambia l'affetto...
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Erica

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 16, 2017 ⏰

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