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Darlene - The Lumineers

***

Paige

"Prossima fermata: Piccadilly Circus."

La voce registrata mi distrasse dal libro che stavo leggendo sul sedile scomodo della metropolitana. Stranamente quella mattina non c'era il solito caos che di norma mi dava un pessimo buongiorno. Ripresi a leggere cercando di non badare agli spintoni che ricevevo da tutte quelle persone che, per potersi sedere, dovevano simulare scontri da rugby con chiunque si parasse loro davanti.

-Jane Eyre?-

Alzai gli occhi e notai con la coda dell'occhio che un ragazzo mi si era appena seduto accanto e stava allungando lo sguardo sul libro che avevo in mano.

-E' davvero una bella storia,- riprese, distraendomi ancora una volta. -Almeno se sei interessato a quel periodo dell'Ottocento con carrozze, cavalli, storie d'amore tragiche e tutto il resto...-

Sospirai sperando che la finisse lì e tornai a immergermi fra le righe del romanzo. Era evidente che, soprattutto al mattino, la mia propensione al fare nuove conoscenze con estranei incontrati per caso sulla metro fosse piuttosto scarsa.

Ma era anche evidente che quell'estraneo non se ne curasse minimamente.

-Uh, questo è il punto in cui il signor Rochester torna a casa portando con sé quella donna per fare ingelosire Jane!-

Dovetti cedere: rialzai il capo per guardarlo accigliata, ma mi accorsi che si era chinato più vicino per poter leggere insieme a me.

-Ti serve qualcosa?- chiesi scettica.

Soltanto quando mi guardò e mi fu possibile osservare più attentamente quel viso, capii chi avevo accanto.

E non era un qualunque estraneo incontrato sulla metro.

-Mi ritengo offeso che tu non mi abbia ancora riconosciuto.-

Ma certo che lo avevo riconosciuto: era Trent.

Detestai subito quel sorriso finto e subdolo, ma non potei evitare di fissarlo, perché istantaneamente ebbi un'illuminazione.

Trent era lo stesso ragazzo che, alla festa a casa di Liam, mi aveva preso per la maglietta invitandomi - o quasi - a ballare. Al ricordo dello schiaffo che gli avevo lasciato sulla guancia destra, quasi mi venne da ridere. Fui soltanto un po' dispiaciuta che lui fosse stato troppo ubriaco per ricordarselo.

-Ti ho riconosciuto invece,- dissi e tornai a leggere, ignorando la sua presenza.

-Certo. D'altra parte è difficile dimenticarsi di uno come me, dico bene?-

-L'importante è crederci.-

Lo sentii accennare una risata.

-Sei infastidita perché ieri non ti ho lasciato suonare con il tuo ragazzo, per caso?-

Socchiusi il libro tenendo il segno con una mano e mi girai verso di lui.

-Harry non è il mio ragazzo e no, non sono infastidita per quello, quanto per il fatto che non riesca a leggere tranquillamente perché un insolente non vuole smettere di parlarmi nell'orecchio.-

-Guarda che posso svelarti come finisce,- mi disse alzando le sopracciglia, lo sguardo divertito.

"Piccadilly Circus. Prossima fermata: Leicester Square."

La metro frenò di colpo, facendo tremare l'intera vettura. Tentai di stabilizzarmi sul sedile, ma un signore, in piedi davanti a me, mi spintonò prepotentemente e mi fece cadere il libro di mano. Sbuffando con impazienza, sperai con tutta me stessa che nessuno lo calpestasse, quando con la coda dell'occhio vidi Trent alzarsi e, dopo essersi accucciato, raccoglierlo e richiuderlo.

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