Quella notte, così come la precedente, chiudere occhio fu un'impresa impossibile: rimasi tutto il tempo a fissare il soffitto in cerca di risposte. Di lì a poche ore sarei partita per Holmes Chapel ed ero fiduciosa che sarei riuscita a scoprire qualcosa in più in merito a tutta quella storia.
Ha detto che preferiva restare con la sua famiglia in Inghilterra.
Una terribile agitazione mi corrodeva lo stomaco. Era come se il destino mi stesse remando contro, ponendomi di fronte un ostacolo sempre più alto, e saltare si stava facendo difficile. Ogni volta mi affaticavo e affrontare il successivo era quasi impensabile. Quella volta ero esausta e sarebbe stato ancora più complicato raccogliere le energie per compiere il prossimo salto.
Spesso mi sembrava che il soffitto si abbassasse fino a schiacciarmi la cassa toracica impedendomi di respirare, così chiudevo gli occhi e quando li riaprivo vedevo che era sempre al solito posto, a metri sopra di me, e tiravo un sospiro di sollievo.
Con le braccia sotto alla mia testa, la coperta che mi copriva metà corpo, i capelli spettinati e dispersi sul cuscino e il pigiama a tenermi calda, guardavo il vuoto, quando qualcuno suonò improvvisamente alla porta. Mi misi a sedere nel letto, pensando che probabilmente si trattasse di un'allucinazione. La sveglia segnava le quattro del mattino.
Sì, devo essermi sicuramente sbagliata.
Stavo quasi per distendermi di nuovo, quando il suono si presentò per la seconda volta e mi fece alzare di scatto. Così, con il cuore a mille, andai cautamente verso la porta.
-Chi è?- chiesi titubante, sbirciando attraverso l'occhiello.
Era troppo buio per sperare di vedere qualcosa, ma potei giurare di vedere la sagoma di un ragazzo, lì fuori.
Venni attraversata da brividi mentre riconoscevo la forma delle spalle, l'altezza, i capelli disordinati, le braccia che scendevano sui fianchi con le mani nelle tasche.
Aprii velocemente la porta e quasi mi scesero lacrime per la gioia e la sorpresa di rivedere quei fantastici occhi verdi.
-Paige, io...- cominciò a dire, guardandomi con uno sguardo sconsolato e lucido sotto alla luce tenue della luna che s'intravedeva dalla finestra; ma io lo bloccai abbracciandolo, per sentirlo fra le mie braccia e per non lasciarlo andare più via.
Risentire il suo odore, la consistenza dei suoi ricci in contatto con il mio viso, le sue spalle larghe e il suo collo pallido fu come vivere il miracolo in cui avevo sperato.
-Harry, non lasciarmi mai più.-
Annuì e mi circondò i fianchi con le braccia stringendomi, senza badare al dolore che ci recavamo a vicenda, perché valeva la pena provarlo in quella situazione.
-Paige, non volevo farlo, io... volevo proteggerti, ma non ce l'ho fatta. Non ce l'ho fatta...-
-Shh,- lo guardai e poggiai un dito sulle sua labbra umide per le lacrime e rosse, più rosse del solito.
Si avventò sul mio viso e mi baciò in modo aggressivo, come se per quella volta volesse avermi tutta per sé e non volesse lasciarmi andare. Mi toccò i fianchi e conficcò le dita nella mia pelle, ma non m'importava. Poi le sue mani scesero fino alle mie cosce e le afferrò con forza, tirandomi su e facendomi sbattere contro il muro, ma non m'importava. Mi prese il labbro inferiore fra i denti e mi fece uscire il sangue. Ma non m'importava.
-Non posso credere che tu sia qui...- dissi con il fiato corto.
I suoi occhi mi guardarono e li sentii lontani. Dopo sorrise. Non dolcemente, piuttosto in un ghigno meschino, che m'irrigidì momentaneamente.
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Brave
Fanfiction"Il dolore rende deboli, non fortifica. E per mascherare questa debolezza si cerca in tutti i modi di fingere di poterlo combattere, inutilmente." La storia di come Paige e Harry s'incontrano fino a innamorarsi. Ma non sarà così semplice fra stori...