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Tomorrow's Song - Ólafur Arnalds 

***

Quella pioggia leggera si trasformò inaspettatamente in un temporale con tuoni e lampi sgargianti, tanto forti da costringere sia me che Harry a correre verso casa. Il mio vestito era diventato uno straccio interamente intriso d'acqua.

-Aspetta, ho le chiavi.-

Harry mi bloccò dal suonare il campanello, tirando fuori le chiavi dalla tasca dei jeans totalmente fradici. I suoi ricci erano bagnati e l'acqua gli gocciolava davanti agli occhi, mentre si mordeva il labbro inferiore. Lo osservai aprire la porta prima di entrare nell'ingresso e subito percepii il calore abbracciarmi, grazie al famoso nuovo camino che la madre di Harry mi aveva già mostrato prima del pranzo.

-Harry, Paige! Siete completamente bagnati!-

Notai Anne venirci incontro con un'espressione preoccupata.

-Ero così in pensiero!-

-Il meteo è stato troppo indulgente questa volta,- disse Des, comparendo al suo fianco. -Dovreste andare su ad asciugarvi, prima di ripartire. Gemma potrà prestarti dei vestiti, se ne hai bisogno, Paige.-

-Cosa? Vorresti farli ripartire con questo tempo?- esclamò Anne, guardandolo accigliata. -Devi essere impazzito! Guarda che temporale c'è lì fuori!-

-Ma prima o poi dovremo tornare a casa, mamma,- disse Harry sfilandosi il giacchetto e scompigliandosi i capelli con la mano destra: un gesto apparentemente così semplice, che però trovavo anche così dannatamente affascinante.

-Potete restare qui finché non spiove!-

-Non credo che sia soltanto di passaggio...- intervenni io, pensando che con molta probabilità avrebbe continuato per tutta la serata, o addirittura per tutta la notte.

-Be', per questo non ci sono problemi,- continuò Anne alzando le spalle. -Potete passare la notte qui e ripartire domani mattina. Abbiamo la camera degli ospiti per Paige che non viene mai usata!-

Harry mi guardò, cercando di cogliere una possibile risposta dall'espressione del mio volto. Diedi un'occhiata fuori dalla finestra e notai che la pioggia continuava a sbattere prepotentemente sui vetri. Aveva anche iniziato a grandinare e per le strade si erano appena formati laghi d'acqua piovana. 

Sospirai. -Se per voi non è un problema...-

-Non essere sciocca, che problema c'è? Piuttosto ci sarebbe un problema se voi usciste adesso con questo temporale!-

Effettivamente un po' potevo capire per quale motivo Anne fosse così spaventata: aveva perso il suo primo figlio in un incidente stradale e il pensiero che Harry potesse rischiare lungo quelle strade scivolose probabilmente la rendeva ansiosa.

-D'accordo allora. Grazie ancora una volta,- le dissi sorridendole.

-Sei la benvenuta, Paige. Intanto, se ne hai bisogno, puoi andare a farti una doccia. Harry ti dirà dove andare. Io devo andare a vedere cosa sta facendo Gemma in cucina... quando si mette ai fornelli diventa una mina vagante,- e con questo sparì nell'altra stanza, seguita dal marito e gridando alla figlia cosa stesse facendo con il mestolo in mano.

-Vieni.-

Harry mi prese la mano ancora una volta e pensai che avrei potuto farci l'abitudine. Mi guidò sopra alle scale, fino alla porta della camera di Gemma: era molto diversa da quella di Harry, e non solo per l'arredamento. Si notava quanto fosse più disordinata rispetto al fratello.

Si accucciò davanti a un cassetto e frugò un po' prima di tirare fuori un paio di pantaloni di una tuta e un maglione di lana.

-Vedi come ti stanno.-

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