• Capitolo 10 •

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È il 2 ottobre.
Oggi abbiamo l'evento all'Alcatraz.
E sono in ansia.
Ho troppa paura di sbagliare.
Almeno ci saranno tutti i miei amici lì che mi daranno forza e faranno il tifo per me.
Però c'è anche Sofia...
No che mi abbia fatto qualcosa.
O forse sì.
Ha preferito il suo ragazzo al suo migliore amico.
Almeno si sarebbe dovuta scusare.
Per quel giorno in cui il suo caro Jared mi ha quasi ucciso e lei è entrata e se n'è scappata con lui.
So che si amano.
Non dico che si debbano lasciare.
Però lei è stata scorretta.
Non mi ha nemmeno più chiamato.
O messaggiato.

Una notifica mi fa riscendere sulla terra dai miei pensieri.
Era Sofia.
Stavo pensando adesso a lei.

'Ehi Michi ciao...
Okay non posso far finta di niente.
E mi dispiace di non aver avuto prima il coraggio di scriverti.
Ho già sentito le canzoni e sai quanta stima ho di te.
E mi dispiace di aver fatto una grande cazzata.
Ti voglio tanto bene, sappilo.
Anche io ho avuto delle conseguenze dopo ciò che è successo, ma non sto qui a parlatene.
Se un giorno vorrai mai perdonarmi o accettare le mie scuse io sono sempre qui pronta.
Non mi stupirò di certo se non ritornerai.
Intanto oggi non verrò, per non rovinarti la giornata.
La tua, se vuoi ancora, amica Sofia'

Mi sentivo strano.
Di certo avrei accettato le due scuse, sono fatto così.
Tra l'altro un po' mi mancano le chiacchierate con lei, le uscite con lei e Vicky.
E inoltre la volevo al mio evento.
Doveva supportarmi.

Lo so, sembrerà strano, ma la perdono.
Però prima voglio parlarle.

L'evento è oggi pomeriggio e adesso sono le 10.

Le dico di vederci nel parco in cui andavamo di solito, e quello in cui ho ri-incontrato Jared, alle 11, se andava bene per lei.

Mi rispose di sì ed io ero felice.
Però comunque ero ancora deluso dal suo comportamento.

Dico ad Alice cosa vado a fare e con mio stupore lei è d'accordo, capisce che è meglio che io vada da solo, mi dice solo di stare attento e di tornare presto perché poi dovevo prepararmi.

Arrivo al parco e Sofia è già lì.
Strano.
Lei è sempre in ritardo.
E solo le 10:50.
Bah.

Mi avvicino e lei si alza.

"Ciao Michele" dice lei.

Le voglio troppo bene e l'ho già perdonata.

"Ti prego tutto tranne chiamarmi Michele! Sei la mia migliore amica e non ti ho mai sentita chiamarmi Michele" dico sorridendo.

"Michi non sai quanto mi sei mancato!" dice buttandomi le braccia al collo.

"Anche tu Sofi... Anche se ci sono rimasto male... Ma ti voglio bene."

"Non sai quanto mi dispiace... Ma Lorenzo è fatto così... Non immaginavo sarebbe arrivato a fare tanto..."

"Si vabbe, io dico anche... Perché te ne sei andata con lui quando mi hai visto per terra?"

"Io? Con lui? Ma se l'ho saputo quando eri in ospedale? E poi comunque ho anche litigato con lui. Lo amo ma ho bisogno di riflettere. Gli ho detto che mi prendevo una pausa e che solo se non avesse fatto più scenate simili sarei tornata con lui. Siamo stati separati 3 settimane, alla fine ha ceduto al suo orgoglio e mi ha promesso che ci lascerà in pace."

"COSA?! NON ERI TU? Sofia non prendermi in giro e non sfruttare la mia benevolenza. Mi ricordo benissimo che avevi u capelli piastrati, il top bianco che lasciava la pancia scoperta e il jeans nero. Ti vedevo sfocata e ho continuato a chiamarti, ma tu te ne sei andata."

"Michele io quel giorno ero a casa con la febbre. Ho la foto di prova alle 17 del pomeriggio su instagram."

Controllo e ha ragione.

contro tutto e tutti, io e te || #micheliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora